Prevenzione primaria: evitare le esposizioni dannose

La prevenzione primaria gioca un ruolo fondamentale nel combattere le malattie causate da esposizioni ad agenti patogeni. La prevenzione sui luoghi di lavoro e la bonifica dei siti contaminati è il primo passo per sconfiggere la malattia e tutelare la salute.

In questa guida scopriamo nel dettaglio in cosa consiste la prevenzione primaria e il ruolo dell’Osservatorio Nazionale Amianto nel promuoverla. L’ONA è in prima linea in Italia nella lotta all’amianto e ai principali cancerogeni, comprese radiazioni ionizzanti, uranio impoverito, benzene e altri nocivi. Nel caso dell’amianto l’unica prevenzione primaria possibile è quella di evitare l’esposizione tout court perché non esiste una soglia oltre la quale il rischio di ammalarsi si azzera.

Indice dei contenuti
In cosa consiste la prevenzione primaria?
Il ruolo della prevenzione primaria nel contrastare il rischio amianto
Prevenzione dai danni del gas radon, dell’uranio impoverito e delle radiazioni ionizzanti
Prevenzione secondaria e terziaria
Assistenza e prevenzione: il ruolo dell’ONA

Prevenzione primaria: cos’è?

Che cos’è la prevenzione primaria? Cerchiamo di dare una definizione univoca. La prevenzione primaria consiste nell’attuare una serie di interventi pratici, mirati a impedire la diffusione di una determinata patologia. L’obiettivo è quello di migliorare lo stile di vita e le abitudini del singolo, nella speranza di evitare la diffusione delle patologie, compresi i tumori.

La prevenzione primaria si inserisce all’interno del diritto alla salute. Non è possibile infatti esercitare i diritti della persona e mantenerne la dignità se si provocano malattia e morte che potevano essere evitati. A livello morale e giuridico è necessario tutelare la salute delle persone, evitando le esposizioni a sostanze cancerogene e tossico-nocive.

Nella prevenzione primaria rientra anche l’equilibrio psicologico dell’individuo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce infatti la salute come benessere fisico, mentale e sociale e non come mera assenza di malattia o infermità.

Interventi di prevenzione primaria

A seconda del contesto e della sostanza nociva in questione le modalità applicabili variano. Qui di seguito le abbiamo raggruppate in 3 categorie:

  • messa in sicurezza;
  • informazione e sensibilizzazione;
  • campagne di vaccinazione.

Mettere in sicurezza i luoghi di lavoro, attraverso la valutazione del pericolo, le ispezioni approfondite e la bonifica amianto o di altri cancerogeni è il primo step per una prevenzione primaria efficace. La maggior parte del rischio di infortunio e malattia si verifica infatti sul posto di lavoro.

Campagne di sensibilizzazione e informazione permettono di diffondere consapevolezza e comportamenti adeguati in caso di esposizione a sostanze tossiche e cancerogene.

La promozione e incentivazione delle vaccinazioni, dove possibile, permette di arginare la diffusione delle patologie.

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Prevenzione primaria

Prevenzione primaria al rischio amianto

I minerali di amianto sono un gruppo di minerali che hanno capacità di suddividersi in fibre sottili. Esse si disperdono facilmente nell’ambiente e possono essere inalate con facilità, provocando gravi danni alla salute. Le fibre di asbesto disperse nell’ambiente inducono, prima di tutto, infiammazione (placche ed ispessimenti pleurici e, poi, asbestosi).

Con l’infiammazione si avvia il processo precanceroso che potrà evolversi in cancro. La capacità cancerogena dell’amianto è confermata anche dallo IARC nella sua ultima monografia.

Tra le patologie tumorali ci sono cancro del polmone, della laringe, delle ovaiemesoteliomi. Tra i mesoteliomi quello pleurico è il più diffuso. Poi c’è una minima parte quello che colpisce il peritoneo, causando il mesotelioma peritoneale ed a seguire (con l’1% dei casi) il mesotelioma pericardico e della tunica vaginale del testicolo. Ci sono poi altre patologie per le quali non vi è unanime consenso scientifico sull’eziologia da amianto (tumore della faringe, dello stomaco, del colon retto e dell’esofago).

Nel caso di patologie asbesto correlate, la prevenzione primaria agisce in due modi:

  • campagna antifumo, per far smettere di fumare i lavoratori esposti a sostanze cancerogene per ragioni lavorative per evitare il sinergismo (che approfondiamo in seguito);
  • messa in sicurezza degli spazi di lavoro (bonifica, smantellamento, ecc.), adottando anche misure preventive come guanti, mascherine e protezioni adeguate.

Soglia minima di esposizione all’amianto

Come già accennato, non c’è una soglia minima di esposizione al di sotto della quale il rischio amianto si annulla. Conseguentemente, occorre evitare l’esposizione anche a dosi basse. La bonifica dei siti contamianti è quindi l’unica possibilità di prevenzione primaria quando si parla di asbesto.

Prendendo ispirazione dal Decreto Legislativo 81/2018 e dall’art. 2087 c.c., l’Osservatorio Nazionale Amianto sostiene la possibilità di coniugare salute e lavoro, tesi confermata dalla revisione del Consensus di Helsinki.

L’informazione è fondamentale per la diagnosi precoce e la cura, ossia per la prevenzione secondaria. La tutela dei diritti degli esposti realizza invece la cosiddetta prevenzione terziaria che attraverso risarcimenti e benefici contributivi permette la messa in pensione anticipata degli esposti.

Prevenzione primaria e sinergismo

Molti cancerogeni presenti sui luoghi di lavoro agiscono in sinergia con l’asbesto e ne potenziano le capacità di causare patologie. Tra questi ricordiamo:

  • composti inorganici dell’arsenico (UE: Carc. Cat. 1A – IARC: Gruppo 1)
  • cromo esavalente (UE: Carc. Cat. 1A – IARC: Gruppo 1)
  • berillio (UE: Carc. Cat. 1B – IARC: Gruppo 1)
  • cadmio (UE: Carc. Cat. 1B – IARC: Gruppo 1)
  • benzene (UE: Carc. Cat.1A – IARC: Gruppo 1)
  • idrocarburi policiclici aromatici (IPA – IARC: Gruppo 1B Benzopirene)
  • formaldeide (UE: Carc. Cat.2 – IARC: Gruppo 1)
  • cloruro di vinile (UE: Carc. Cat. 1A – IARC: Gruppo 1)
  • butadiene (UE: Carc. Cat. 1A – IARC: Gruppo 1)
  • clorometileteri (UE: Carc. Cat. 1A – IARC: Gruppo 1)
  • ossido di etilene (UE: Carc. Cat. 1B – IARC: Gruppo 1)
  • ammine aromatiche (UE: Carc. Cat.1A o 1B – IARC: Gruppo 1 o Gruppo 2A o Gruppo 2B).

Anche in virtù del concetto di sinergismo è impossibile stabilire una soglia minima di esposizione all’amianto, ma è necessario affermare un principio di rischio rispetto a tutti i cancerogeni.

Le minime esposizioni, prolungate nel tempo sono dannose. Tanto più, se i cancerogeni sono più di uno ed, allora, si potenziano e anticipano l’insorgere della malattia accelerandone inoltre il decorso.

Le misure dell’ONA nella prevenzione primaria all’amianto

Ci sono due tipologie di fattori di rischio, quando si parla di cancro:

  • non modificabili (sesso, predisposizione genetica, età);
  • modificabili (abitudini comportamentali del singolo individuo).

La prevenzione primaria si occupa di tenere sotto controllo i fattori di rischio modificabili. Aiutando, infatti, le persone ad adottare stili di vita più sani, è altamente probabile che il rischio di ammalarsi si riduca sensibilmente.

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto ha elaborato un codice della prevenzione primaria per una tutela efficace della salute. Evitare l’esposizione a cancerogeni, ma anche adottare tutta una serie di altre misure, tra cui:

  • l’adozione di una corretta alimentazione, con una dieta sana e genuina;
  • praticare attività fisica, anche una passeggiata al giorno, per ridurre il rischio di patologie legate alla sedentarietà;
  • combattere il tabagismo;
  • combattere gli abusi, come l’alcol, per evitare patologie strettamente correlate ad addome, stomaco e intestino.

Leggi anche: Il libro bianco delle morti di amianto- ed.2022

Il codice europeo contro il cancro

Riportiamo anche il codice europeo contro il cancro in 12 punti promosso da AIRC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro):

  • non fumare;
  • non fumare in spazi chiusi (casa, lavoro);
  • mantieni un peso corporeo salutare;
  • limita la sedentarietà;
  • segui una dieta sana;
  • limita l’assunzione di alcolici;
  • riduci l’esposizione al sole;
  • segui le procedure sull’esposizione ad agenti cancerogeni sul posto di lavoro;
  • riduci il livello di esposizione a sostanze cancerogene anche in casa;
  • donne: allatta il tuo bambino per ridurre il rischio di cancro al seno; limita l’HRT (terapia ormonale sostitutiva), perché può aumentare il rischio di cancro;
  • assicurati che il tuo bambino sia vaccinato per epatite B (neonati) e papillomavirus HPV;
  • aderisci ai programmi di screening per cancro all’intestino (uomini e donne), cancro al seno e cancro alla cervice (donne).

Prevenzione primaria: il rischio amianto in Italia

Quando nel 1992 è passata la Legge 257 che vietava l’utilizzo dell’amianto, ritenuto cancerogeno e pericoloso, pochissime aziende si sono adeguate alle normative vigenti e altrettanto poche sono state le prese di posizione a riguardo. La legge ha vietato l’utilizzo dei minerali di amianto ma non ha imposto la bonifica. Essendo le patologie asbesto correlate tra le più insidiose, latenti ed asintomatiche, il rischio si è dimostrato maggiore del previsto.

Entro il 2030 si aspetta un picco delle patologie asbesto correlate che sono lungi dal non rappresentare più un problema, dopo 30 anni dalla legge amianto. La prevenzione primaria tout court permetterebbe di evitare tante morti e malattie. A tale scopo la legge del 92 appare insufficiente.

Prevenzione primaria al gas radon, uranio impoverito e radiazioni

L’Avv. Ezio Bonanni, insieme a ONA – Osservatorio Nazionale Amianto – è stato uno dei primi in Italia a preoccuparsi della tutela e dei diritti delle vittime da patologie asbesto-correlate.

L’amianto però non è l’unico responsabile delle malattie professionali in Italia. Moltissime patologie e malattie tumorali, infatti, sono correlate ad esposizione a gas radon,  radiazioni ionizzanti, uranio impoverito ed altri cancerogeni.

Il gas radon è un elemento naturalmente presente nel suolo terrestre. In alcune zone più che in altre, esso può essere presente al primo piano delle abitazioni e degli edifici.

L’uranio impoverito come il gas radon può essere causa di tumori collegati alle radiazioni ionizzanti, che hanno la capacità di modificare le informazioni contenute nel DNA e dare origine a cellule anomale. I proiettili all’uranio impoverito bruciando sprigionano una grande quantità di particelle di questo metallo pesante che tende ad accumularsi nell’organismo. Di fondamentale importanza la prevenzione primaria in tutti i casi in cui sono presenti questi nocivi.

La prevenzione secondaria e terziaria

Prevenzione secondaria significa diagnosticare precocemente e curare efficacemente le malattie causate da amianto e altre sostanze cancerogene.

Controlli costanti sui lavoratori a rischio permettono la diagnosi precoce. La maggior parte dei tumori, specialmente negli stadi iniziali infatti, non ha sintomi specifici o è del tutto asintomatica. La sorveglianza sanitaria e la conseguente diagnosi precoce permettono una cura tempestiva che al primo stadio del cancro può far sperare in una guarigione.

Oltre la prevenzione primaria e secondaria, esiste la prevenzione terziaria ovvero l’epidemiologia. La tutela dei diritti e, di conseguenza le sentenze, svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie. Per esempio, nel caso dell’amianto nelle scuole, il fatto che siano stati diagnosticati 91 casi di mesotelioma, ha imposto la bonifica (i dati aggiornati sono nel VII Rapporto ReNaM).

Il nesso causale tra malattia ed esposizione permette di riconoscere la malattia professionale e prevenirla. Infatti, se si identificano molte malattie con il dato epidemiologico, poi si può investigare sulla Legge generale di copertura.

Nesso causale tra esposizione e malattia

Nel riconoscere il nesso causale tra malattia ed esposizione sul posto di lavoro, bisogna considerare il percorso logico deduttivo, quello induttivo, quello funzionale e condizionale e per abduzione. Il processo causale di spiegazione deduttiva parte da un evento già conosciuto da cui possono svilupparsi delle conseguenze. Data la premessa iniziale, le conseguenze devono svilupparsi secondo le stesse modalità.

Quello induttivo sfrutta una logica detta “di tipo associativo”. Quindi, si ricercano le relazioni presenti tra due eventi osservati, uno causale e uno consequenziale al primo, e si giunge a una conclusione, determinata dalla sintesi dei due eventi osservati.

Avendo questa spiegazione un valore probabilistico, può essere ritenuta reale solo fino a prova contraria e avrà bisogno, quindi, di avvalersi di altre spiegazioni per poter essere avvalorata.

La logica funzionale spiega l’effetto che gli agenti esterni (patogeni o meno) possono avere sul funzionamento dell’organismo. Quella condizionale, proposta e praticata dalle scienze storico-sociali, mette in luce i nessi causali in base al confronto tra varie condizioni che possono dare origine all’evento da spiegare.

Il ruolo dell’ONA e la prevenzione primaria

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, grazie al supporto del team legale guidato dall’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA, si occupa di tutela dei diritti di tutti i cittadini e lavoratori esposti a patologie legate ad amianto, gas radon, uranio impoverito e a tutte le altre sostanze cancerogene, sia naturali che artificiali.

L’obiettivo è perseguire tutte le forme di prevenzione: prevenzione primaria secondaria terziaria. Il pool di esperti di ONA Onlus si occupa di prevenzione primaria, di assistere i cittadini nelle fasi di bonifica e promuove campagne di sensibilizzazione, invitando le persone a migliorare le proprie abitudini e il proprio stile di vita.

Nell’ambito dell’assistenza secondaria si occupa inoltre di fornire assistenza medica agli esposti e nell’ambito della prevenzione terziaria assistenza legale gratuita.