Ambiente definizione, criticità e salvaguardia ambientale

Quello dell’ambiente è un tema centrale nel dibattito attuale. Esso si identifica prima di tutto con la natura. Infatti, per ambiente naturale si intende l’interazione dell’uomo con la fauna e la flora e il clima. Tuttavia, coinvolge aspetti importanti dell’economia, perchè il suo consumo provoca danni all’ecosistema, ed alla salute; come dimostra l’epidemia COVID-19. Il sars-COV2 sta provocando milioni di morti ed ha avuto origine dalla scarsa attenzione per l’ambiente. Quindi, ledere l’ambiente comporta danni alla salute ma anche all’economia.

Infatti, la pandemia COVID-19 ha imposto pure lunghi lockdown e ha determinato il collasso dell’economia. In Europa, e nel resto del pianeta, solo un’attenta politica ha evitato il disastro economico.  

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Ambiente: cos’è? Perchè salvaguardarlo?

In questa guida scopriamo tutto sull’ambiente e sulle criticità che lo caratterizzano attualmente. Scopriamo anche i legami inscindibili tra ambiente e salute e le azioni percorribili per una salvaguardia ambientale efficace. In questo contesto, risultano quanto meno attuali i moniti dell’Avv. Ezio Bonanni, ambientalista e Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. 

Già impegnato nel denunciare il disastro ambientale provocato dall’uso dell’amianto, e cioè dei minerali asbestiformi, fin dai primi anni 2000, aveva lanciato l’allarme sui ischi legati all’inquinamento ambientale. Quest’ultimo riferito all’eccessivo consumo dei fossili, all’aumento della CO2 e alla deforestazione. 

Con quest’ultima, il pianeta rischia di perdere il suo polmone verde che assorbe la CO2 e limita il danno generato dal consumo di petrolio e di carbone. Quindi è necessario ispirarsi al principio della tutela dell’ambiente e a maggior ragione anche a quello di precauzione. 

Ma andiamo con ordine: che cosa significa ambiente? In effetti dare il significato del termine ambiente non è per nulla banale. Iniziamo con il dire che l’ambiente è un bene protetto dalla nostra Costituzione (artt. 9 e 117).

L’art. 9 della Costituzione Italiana, aggiornato nel 2022, recita: 

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.

L’art 117 elenca le materie in cui lo Stato ha legislazione esclusiva e tra esse figura la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.

La definizione di ambiente

Il termine ambiente viene dal latino ambiens, participio presente del verbo ambire, inteso come “andare intorno, circondare”. In quest’ottica potrebbe essere definito come “tutto ciò che sta intorno o che circonda qualcosa”.

Il significato del del concetto di ambiente cambia a seconda della prospettiva dalla quale lo si guarda. Guardandolo dal punto di vista dell’uomo, ambiente significa l’insieme delle condizioni sociali, morali, culturali, storiche ed economiche in cui un individuo vive e che lo definiscono. Se ne evince che l’ambiente che circonda l’uomo ha dunque caratteristiche molto diverse da quello che circonda le altre specie viventi.

Divario tra ambiente culturale e ambiente biologico

Dal punto di vista dell’ecologia, l’ambiente è il contesto fisico e biologico (clima, umidità, aspetti floristici…) che circonda un organismo, una popolazione di individui o una comunità biotica (biocenosi). 

Anche l’uomo vive sulla Terra ed è circondato da un insieme di elementi floristici, faunistici, climatici, geomorfologici etc… Eppure dal punto di vista dell’uomo questi elementi risultano molto meno importanti nel definirci rispetto a quelli di matrice culturale. 

Ovviamente una condizione economica e sociale è influenzata anche dall’ambiente fisico in cui si trova, ma non sempre. Pensiamo alle nostre grandi città costruite nel deserto o alla nostra capacità di coltivare aree desertiche o un tempo paludose.

Proprio all’ombra di questa separazione tra l’uomo e l’ambiente biologico e fisico si sono inserite le criticità ambientali e i gravi danni causati dall’uomo all’ambiente e al pianeta.

Ambiente vs habitat in ecologia

Qual è la differenza tra ambiente e habitat? Come detto più su, il significato di ambiente in ecologia è: l’insieme dei fattori esterni a un organismo che ne influenzano la vita. Tra questi ci sono fattori abiotici, come per esempio temperatura, umidità, pressione, altitudine, litologia, geomorfologia, e fattori biotici (come ad esempio l’interazione con altri tipi di organismi che convivono nella stessa area e con le loro attività).

Il termine habitat non si discosta molto da quello di ambiente. Anche l’habitat infatti è tutto ciò che circonda l’organismo. Il termine habitat però in ecologia si usa quando si parla di specie specifiche. L’habitat è dunque l’ambiente in cui vive una data specie.

Se la salute dell’ambiente è in pericolo, dunque, lo è anche quella di specifici habitat che minacciano la sopravvivenza delle specie che li abitano. Sono a rischio soprattutto le specie di organismi molto specializzati, che si adattano con difficoltà agli stravolgimenti degli habitat. 

Tipologie di ambienti

Dal punto di vista dell’ecologia si possono distinguere diversi tipi di ambiente. Innanzitutto si distinguono due macro categorie: 

l’ambiente acquatico (o subacqueo): si distingue a sua volta in ambiente marino, di acque docli e salmastre;

ambiente terrestre (o subaereo): a sua volta distinguibile in ambiente ipogeo (sotterraneo) ed epigeo.

Guardando ai macro sistemi paesaggistici riconosciamo anche qui diversi ambienti: quello desertico, della foresta equatoriale, la savana, la steppa e il bosco temperato. In base a fattori di tipo climatico o bio climatico riconosciamo un ambiente oceanico, continentale, sub mediterraneo e diversi sottogruppi.

Ambiente naturale vs ambiente antropico

Nell’ottica della salvaguardia della natura dal punto di vista antropocentrico distinguiamo invece un ambiente naturale e uno antropico. L’ambiente antropico prende in considerazione tutte quelle modifiche che l’essere umano è in grado di produrre sull’ambiente naturale attraverso le proprie attività. Un ambiente antropico non è dunque solo quello urbano.

Gli ambienti naturali in Italia e nel mondo sono pochissimi. Infatti, secondo definizione ambiente naturale, nella campagna, coltivata tradizionalmente in passato e oggi tornata in forma di radura e popolata da specie selvatiche, riconosciamo il passaggio dell’uomo. Così come nelle foreste oggi protette e un tempo governate a ceduo. 

L’industria e la tecnologia nella modificazione (e distruzione) dell’ambiente

Homo sapiens è in grado di modificare, trasformare e spesso devastare l’ambiente che lo circonda in modo molto significativo. Molto di più di tutte le altre specie viventi.

La tecnologia, intesa come capacità di costruire strumenti che ci permettono di adattarci meglio e di avere successo dal punto di vista ecologico, ci ha permesso il progresso materiale. Allo stesso tempo la tecnica è alla base della rivoluzione industriale e lo sviluppo tecnologico alimenta il progresso attuale. Ad esso si accompagnano anche i disastri ambientali, le emissioni di CO2 e la produzione massiva di plastica, alla base dei gravi danni inflitti all’ambiente.

Il concetto di industria necessita di essere ripensato nella sua dimensione etica.

Allo stesso tempo è necessario creare un nuovo legame tra l’uomo e i fattori abiotici che lo circondano. L’uomo attualmente vive, infatti, come fosse estraneo all’ambiente e alla catena alimentare che lo caratterizza. Questa alienazione dall’ambiente permette lo scollamento che fa sì che le attività dell’uomo non vadano di pari passo con la tutela dell’ambiente che le ospita.

Criticità ambientali: il pianeta rischia di morire

Oggi la devastazione senza precedenti, l’uso incondizionato di risorse finite, la perdita di biodiversità e l’inquinamento ambientale, idrico e atmosferico ci hanno imposto di considerare il problema ambientale e a tutelare l’ambiente.

Ci accorgiamo, in un momento di estrema criticità, che la vita dell’uomo è legata a quella del pianeta in cui vive. Ci rendiamo conto della gravità del problema del cambiamento climatico e del riscaldamento globale e che la stessa vita dell’uomo e la sua prosperità è in pericolo in un pianeta in pericolo.

Quali problemi ambientali?

Qui di seguito elenchiamo le più gravi criticità e problemi ambientali più scottanti di questi tempi.

  • Perdita di biodiversità

La biodiversità è la varietà delle specie viventi che popolano un dato ambiente. Si influenzano l’un l’altra e mantengono l’equilibrio e la resilienza della biosfera. Un ambiente povero di biodiversità è un ambiente fragile che provoca gravi danni alle specie che lo abitano, cambiando gli equilibri che ne regolano le relazioni.

  • Cambiamento climatico

Il cambiamento climatico che stiamo sperimentando in questi anni va nella tendenza di un grave riscaldamento globale. Assistiamo ad un’intensificazione dei fenomeni metereologici estremi e conseguenti alluvioni, danni, inondazioni, avanzamento della desertificazione e scioglimento dei ghiacci. Il ciclo dell’acqua, da cui dipendiamo, può risultarne compromesso. Il riscaldamento globale è connesso ai problemi di aumento dell’anidride carbonica, effetto serra, deforestazione, cementificazione e inaridimento del suolo.

  • Inquinamento

L’inquinamento, in tutte le sue forme, minaccia la nostra salute a breve e lungo termine e minaccia quella delle altre specie viventi. L’inquinamento ambientale e quello idrico minacciano la salubrità delle nostre acque nonché la vita negli ambienti marini, attraverso l’inquinamento marino da plastica. La stima dell’OMS per le morti da inquinamento ambientale è di 4,2 milioni di decessi all’anno. Assistiamo ad un continuo aumento delle malattie neoplastiche e del sistema respiratorio.

Tutela medica e tutela legale

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    Le Nazioni Unite e la salvaguardia ambientale

    Il concetto di salvaguardi ambientale è figlio degli anni Settanta. Nel 1972 si tenne a Stoccolma la Conferenza delle Nazioni Unite per l’Ambiente umano sul tema della problematica ambientale legata alle politiche di sviluppo. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite istituì l’UNEP (United Nation Environment Programme), un’agenzia deputata a promuovere e coordinare l’azione ambientale con particolare riferimento allo sviluppo sostenibile.

    Nel 1992 la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo tenutasi a Rio de Janeiro portò gli Stati alla sottoscrizione di numerosi documenti. Questi documenti erano orientati a salvaguardare la natura quali, attraverso la Convenzione sul cambiamento climatico (UNFCCD) e quella sulla diversità biologica (CBD).

    Purtroppo, ancora oggi, le stesse Nazioni Unite agiscono in modo timido, incapaci di essere risolutive. È necessaria una presa d’atto, che costituisca lo strumento tecnico giuridico per imporre alle nazioni il rispetto della natura.

    Agenda 2030 ONU

    Nel 2015 con l’Agenda 2030 dell’ONU gli obiettivi di salvaguardia climatica sono diventati elementi fondamentali di un piano più ampio. Gli stati che aderiscono all’ONU si sono infatti impegnati a mettere a punto un piano che porti al miglioramento delle condizioni di vita sul globo entro il 2030.

    A sostegno degli obiettivi di salvaguardia ambientale ci sono quelli per uno sviluppo sostenibile, includendo una serie di politiche per garantire un’equità delle risorse economiche e sociali a tutti gli individui. Garantiscono inoltre che le generazioni future non abbiano a disposizione meno risorse di quelle presenti.

    Rete Natura 2000

    In Europa il tema sulla salvaguardia dell’ambiente è legato alle direttive europee in materia ambientale. Riguardo la tutela ambientale, la direttiva Uccelli e la direttiva Habitat hanno fornito gli strumenti per l’applicazione e creazione da parte dei singoli stati di: zone di interesse protezionistico (ZIP) e siti di interesse comunitario (SIC).

    I ZIP proteggono gli habitat di uccelli migratori che hanno bisogno di corridoi ecologici lungo i quali muoversi. Molti uccelli, infatti, sono specie altamente specializzate. Hanno altresì bisogno di habitat ben definiti in cui continuare a trovare le condizioni adatte alla sopravvivenza (habitat di greti di fiumi, pantani, zone umide).

    I SIC hanno permesso invece di creare una rete di siti di interesse comunitario in cui vivono specie floristiche e faunistiche a rischio. La novità sta nell’aver incluso in queste aree anche zone interessate dalla presenza antropica, compresi ambiti di proprietà privata. L’uomo infatti nel corso della sue attività ha creato degli ambienti in cui hanno trovato rifugio specie a rischio. Ci riferiamo per esempio alle campagne in cui si pratica l’agricoltura tradizionale e non intensiva e pascoli.

    L’ambiente oggi in Italia e nel mondo

    Come detto più su, gli ambienti naturali, intoccati dall’uomo e dalle sue attività, sono quasi del tutto scomparsi, specialmente in Europa e in Italia. Ogni singolo angolo del nostro paese ha subito una trasformazione causata dalle attività umane.

    In epoca romana l’insanabile divisione tra ambiente urbano, il saltus e la natura era già avvenuta. L’ambiente, diviso da strade e coltivi, era già frammentato e considerato indiscriminatamente come una risorsa per l’uomo. Pochissimi boschi d’Europa non sono stati mai interessati dal taglio e dall’uso forestale degli alberi. Oggi assistiamo ad una tutela dei boschi di pregio e all’aumento di riserve integrali e aree protette e a politiche mirate per la salvaguardia della biodiversità e la salvaguardia del territorio.

    Per quanto riguarda invece l’inquinamento marino da plastica e l’inquinamento atmosferico le politiche in atto sono ancora troppo timide e povere per essere protagoniste di una vera e propria inversione di marcia. 

    Salvaguardia ambientale e tutela della salute

    Qual è la definizione di tutela ambientale? La tutela dell’ambiente, nella specifica definizione giuridica di ambiente, incarna la necessità di salvaguardia dei diritti. Questi ultimi riferiti ai singoli ed alla collettività.

    Infatti, beni universali debbono ricevere una tutela di carattere collettivo, ed anche preventivo. Secondo definizione ambiente, come la salute, sono beni che se lesi pongono in discussione il futuro stesso dell’umanità.

    Le fibre di amianto e l’inquinamento ambientale: danni alla salute

    La storia antica dell’uso dell’amianto-asbesto, con la indistruttibilità di questi materiali che generano milioni di fibre di asbesto, costituiscono un caso esemplare. Infatti, questi materiali sono stati utilizzati nel cemento-amianto definito eternit, che è divenuto sinonimo di amianto. Questi materiali di cemento amianto sono stati utilizzati in tutti gli edifici comprese le scuole e gli ospedali, e negli stessi acquedotti per l’acqua potabile. La stessa Legge 257 del 1992, pur avendo vietato l’estrazione e la produzione di questi materiali non ha risolto il problema. Infatti, l’utilizzo è stato così massiccio che ancora oggi a circa 30 anni dall’entrata in vigore della Legge, l’amianto è presente nella nostra vita.

    Purtroppo, ci sono ancora 1milione di siti e micrositi in Italia e le fibre di amianto provocano ancora esposizione lavorativa ed ambientale. Nel 2021, così come nel 2020, sono più di 7mila i nuovi decessi per malattie asbesto correlate

    Per affrontare e risolvere il problema amianto è quindi indispensabile disinquinare, così da evitare la dispersione delle fibre e la loro inalazione o ingestione. Solo così, è possibile evitare le esposizione e dunque i danni alla salute oltre che all’ambiente e fermare questa strage. Il caso dell’amianto è esemplificativo. 

    L’ONA, proprio per prevenire i danni da esposizione, compresa quella ambientale, sta mappando i siti contaminati. Con la APP AMIANTO è possibile segnalare i siti contaminati e allo stesso tempo verificare se risultano già nell’elenco e quindi evitare di esporsi al rischio.

    Si tratta di un primo passo, in attesa che finalmente si realizzi un programma di bonifica dei siti contaminati, con la rimozione dell’amianto e delle altre sostanze cancerogene.

    Prevenzione del cancro con la politica di tutela dell’ambiente 

    Oltre a questo agente inquinante, ce ne sono stati e ce ne sono molti altri. L’inquinamento danneggia anche la salute individuale. Infatti, sono in costante aumento i numeri delle malattie neoplastiche. L’ambiente, quello naturale e quello di vita, è contaminato da centinaia di cancerogeni e agenti nocivi.

    Oltre all’amianto, anche l’ uranio impoverito, le radiazioni ionizzanti e tante altre sostanze nocive avvelenano l’ambiente e il corpo degli essere umani. Utilizzare materiali sani, anche nelle abitazioni, e nella produzione, testare preventivamente le nuove molecole chimiche, eliminare gli agenti dannosi sono i presupposti indispensabili per il futuro. Per avere un futuro…

    Inoltre, è importante bonificare. Non solo la bonifica amianto, ma anche degli altri cancerogeni. Quello del disinquinamento e della restituzione di interi territori alla fruibilità dovrebbe essere un punto chiave anche delle politiche territoriali e nazionali.

    G20 2021: l’ Italia presiede per la tutela dell’ambiente

    Nella sessione “ambiente, clima ed energia” di Napoli, del 13 e 14 settembre, il Premier Mario Draghi ha sottolineato quanto sia importante la tutela dell’ambiente.  Tanto è che “il G20 ha riaffermato l’impegno a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi e a raggiungere zero emissioni nette entro il 2050”. In più a “raccogliere finanziamenti pari a almeno 100 miliardi di dollari l’anno per aiutare i Paesi in via di sviluppo nella transizione ecologica“.

    Questo impegno è stato condiviso dall’ONA, che vede nella prevenzione dell’inquinamento e del cambiamento climatico i presupposti per evitare danni all’individuo e alla collettività. Uno degli strumenti fondamentali è il principio di precauzione che si traduce nell’evitare azioni che possono rivelarsi dannose. Il rischio deve essere prevenuto, anche attraverso la rimozione ovvero bonifica dei materiali dannosi e con sistemi di produzione puliti.

    Il G20 di Roma e la tutela dell’ambiente sociale

    Nel G20 di Roma (30 e 31 ottobre 2021), il Premier Mario Draghi ha presieduto il G20, rendendo credibile la svolta ambientalista per la tutela del Pianeta. Persone, pianeta e prosperità sono state le muse ispiratrice condivise da tutta la politica internazionale, salvo alcune eccezioni.

    Infatti, gli stati canaglia, tra i quali la Cina, tra i maggiori inquinatori vorrebbero continuare, preferendo sacrificare la salute e l’ambiente al profitto. Così si è verificato anche per quanto riguarda l’amianto, ancora utilizzato dall’India, dalla Cina, dalla Russia etc.. Tanto è che non è stato ancora bandito dall’OMS, nonostante sia un potente cancerogeno. Anche in quest’ultimo vertice, nonostante l’impegno di molti, la silenziosa opposizione di questi stati è stata assordante.

    In questo vertice, ha trovato conferma il rapporto tra consumo dell’ambiente ed economia ed equilibri sociali. La pandemia COVID-19 ha provocato la crisi sociale e sanitaria, che è ancora più devastante nelle aree più fragili del pianeta. Se l’Europa e il Nord America hanno arginato il virus con i vaccini, in Africa, in Sud America e nelle altre aree povere, non esiste alcun argine.

    E’ quindi necessario vaccinare anche le popolazioni degli stati più poveri. 

    Tutela dell’ambiente e transizione ecologica

    Per la prevenzione del disastro irreversibile e la morte del Pianeta, occorre bloccare la deforestazione e ridurre e le immissioni e le altre forme di inquinamento. La rimozione dei rifiuti, a maggior ragione quelli maggiormente inquinanti, il riciclo, etc., sono strumenti fondamentali.

    Inoltre, è molti importante la c.d. transizione ecologica, che dovrà essere globale come lo è l’economia, la politica e la cultura. Per questi motivi, nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, 68 miliardi di euro sono destinati proprio alla transizione ecologica. Ci si avvia, dunque, ad una nuova organizzazione dell’economia che non consumi l’ambiente, e che anzi lo tuteli. Una forte ipoteca sul futuro dell’umanità è imposta dalla Cina e da altri Stati poco attenti alla tutela dell’ambiente e della salute.

    Nel futuro, si dovranno assumere iniziative più forti per bloccare questo scempio alimentato in modo particolare dalla Cina. Un esempio per tutti: il 30% delle immissioni di CO2 si verificano in Cina. Non a caso sempre la Cina, è al vertice della produzione e dell’utilizzo di amianto.

    Tutela dell’ambiente con il Giornale dell’Ambiente

    Ciò è auspicato dall’Osservatorio Nazionale Amianto e dalle altre associazione ambientaliste. L’impegno prosegue anche attraverso un programma di informazione. Segui tutte le notizie si Magazine, Il Giornale dell’Ambiente