Radioterapia come funziona ed effetti collaterali

La radioterapia è una terapia localizzata, non invasiva e indolore, in grado di provocare la necrosi delle cellule. La morte delle cellule del tumore si ha grazie l’utilizzo di radiazioni a elevata energia, chiamate radiazioni ionizzanti. Come terapia si somministra da sola o in combinazione con altri trattamenti, come la chirurgia, la chemioterapia e l’immunoterapia.

Questo trattamento terapeutico è indicato anche per le vittime affette da patologie asbesto correlate, cioè dovute all’esposizione ad amianto. Infatti, come conferma anche l’ultima monografia IARC, le fibre di asbesto, una volta inalate o ingerite, possono provocare fenomeni infiammatori e l’insorgenza di neoplasie.

Una delle malattie più gravi che possono causare i minerali di asbesto è il mesotelioma. È possibile approfondire l’assistenza medica e legale spettante alle vittime di mesotelioma consultando il libro dell’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, “Come curare e sconfiggere il mesotelioma e ottenere le tutele previdenziali e il risarcimento dei danni“.

L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni tutelano tutte le vittima di esposizione ad amianto o ad altri agenti cancerogeni. Grazie al servizio di assistenza dello sportello amianto, è possibile mettere in atto tutte le forme di prevenzione. Infatti, in primo luogo, è necessario bonificare i siti contaminati (prevenzione primaria). Poi occorre sottoporre i lavoratori esposti a sorveglianza sanitaria, al fine di ottenere l’eventuale diagnosi precoce (prevenzione secondaria). Infine è possibile richiedere anche la salvaguardia dei propri diritti previsti dalla legge (prevenzione terziaria).

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In cosa consiste la radioterapia come cura?

La radioterapia funziona? Si stima che circa il 60% dei malati di tumore, nel percorso di cura, sia sottoposto ad almeno un ciclo di radioterapia. In particolare, il recente studio “Radiotherapy treatment for lung cancer: Current status and future directions” evidenzia come il 77% di tutti i pazienti con cancro del polmone ha indicazioni sull’evidenza della radioterapia, sebbene sia spesso sottoutilizzata.

Ma la radioterapia in cosa consiste? La radioterapia sfrutta fasci di radiazioni ionizzanti o fasci di particelle ionizzanti, costituiti da protoni, neutroni o ioni positivi, per danneggiare il materiale genetico (DNA) delle cellule maligne. Il materiale genetico è infatti fondamentale per la replicazione cellulare e la diffusione del tumore. Quindi a cosa serve la radioterapia? Essendo danneggiate, le cellule tumorali non sono più in grado di riprodursi e vanno incontro a morte cellulare.

Sebbene la precisione della radioterapia sia aumentata recentemente, può accadere che alcune cellule sane, vicine alla zona malata, siano colpite dalle radiazioni. Rispetto alle cellule tumorali, però, quelle sane sanno riparare il danno inflitto dalle radiazioni. Per questo è possibile effettuare trattamenti efficaci di radioterapia con effetti collaterali contenuti. Per valutare la risposta alla terapia e per radioterapia effetti collaterali bisogna attendere 6-8 settimane dal termine dei trattamenti. Oltre a colpire la massa tumorale, possono essere colpiti anche i linfonodi.

Le radiazioni ionizzanti impiegate in radioterapia sono raggi X e raggi γ a elevata energia. I primi sono prodotti da strumenti specifici chiamati acceleratori lineari per radioterapia (linac), mentre i secondi sono emessi da isotopi radioattivi.

Le dosi di raggi X e le modalità di somministrazione sono differenti a seconda degli usi, che sono:

  • esami diagnostici, in cui le radiazioni provocando danni minimi ai tessuti;
  • radioterapia, dove i raggi X si utilizzano per colpire e distruggere le cellule tumorali.

Quali sono le diverse tipologie di radioterapia?

A seconda del tipo di tumore e delle condizioni cliniche del paziente, la radioterapia ha diversi obiettivi:

  • curativa o radicale ha lo scopo di eliminare completamente il tumore;
  • preoperatoria o neoadiuvante si esegue prima dell’intervento chirurgico di asportazione del tumore per rimpicciolirne le dimensioni;
  • postoperatoria o adiuvante si prescrive dopo un intervento chirurgico di asportazione del tumore per aumentare le probabilità di eliminare ogni cellula cancerosa residua;
  • intraoperatoria, detta anche IORT (Intra-Operative RadioTherapy) consiste nella somministrazione di una dose di radiazioni nel corso dell’intervento chirurgico di asportazione del tumore;
  • palliativa serve ad arrestare la crescita del tumore e alleviarne i sintomi, compreso il dolore nelle forme avanzate e metastatiche, migliorando di conseguenza la qualità di vita dei pazienti;
  • corporea totale (total body irradiation o TBI), in cui si irradia tutto l’organismo, in modo da distruggere le cellule malate di alcuni particolari tumori che colpiscono le cellule del sangue e del sistema linfatico, mentre le cellule sane colpite saranno rimpiazzate grazie a un trapianto di midollo osseo o di cellule staminali;
  • ablativa, in cui dosi elevate di radioterapia vengono somministrate a livello di tumori di piccolo volume;
  • esclusiva, cioè quando la radioterapia è l’unico trattamento impiegato ed è utilizzata soprattutto per alcuni tumori prostatici, ginecologici e linfomi non aggressivi.

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    Somministrazione del trattamento interno o esterno

    Il trattamento di radioterapia è personalizzato per ciascun paziente a seconda del tipo di tumore, delle sue dimensioni, della localizzazione nell’organismo e delle condizioni del paziente stesso. Per esempio, quando il volume della massa tumorale è ampio, come accade nei tumori del polmone o della mammella, si utilizza la radioterapia a modulazione di intensità. Invece, per piccoli volumi, come nel caso di un tumore dell’encefalo o una piccola metastasi, si preferisce la radioterapia stereotassica. In più le sorgenti in radioterapia sono sempre sigillate, perciò non possono entrare nel circolo sanguigno e non vengono metabolizzate.

    La dose di radiazioni complessiva, il numero di frazioni e la frequenza vengono determinate da un’equipe di specialisti. È composta da:

    • medico radioterapista oncologo, che ha competenze specifiche nell’utilizzo delle radiazioni ionizzanti;
    • fisico medico, responsabile del funzionamento e dei controlli di sicurezza delle apparecchiature;
    • tecnico di radioterapia, che configura e gestisce l’apparecchiatura della radioterapia secondo i dettagli definiti nel piano di cura;
    • infermiere professionale.

    In base al modo in cui si sceglie di somministrare la radioterapia, essa si distingue in:

    • esterna o a fasci esterni, in cui la fonte dei raggi è posizionata all’esterno del corpo;
    • interna, dove le sorgenti di radiazioni vengono posizionate all’interno del corpo in vicinanza o nella massa tumorale (brachiterapia).

    Tipologie di trattamento radioterapeutico esterno

    Nella radioterapia esterna, le radiazioni ionizzanti ad alta energia (raggi X, irradiazioni gamma di cobalto oppure fasci di particelle come protoni ed elettroni), sono emesse da un apparecchio che si trova all’esterno del corpo del paziente. Ma la radioterapia è dolorosa? La radioterapia esterna non è dolorosa e non rimane traccia di radioattività nel corpo del paziente.

    Prima della seduta si definisce il “bersaglio”, cioè la posizione del tumore, con apposite indagini diagnostiche e ricostruzioni tridimensionali. Viene successivamente elaborato il piano di cura, che comprende la direzione del fascio di radiazioni, il calcolo della dose e tutti i parametri necessari alla seduta di radioterapia.

    Il trattamento dura solo pochi minuti ma occorre tempo per la fase di preparazione e per collocare il paziente in una posizione precisa. Complessivamente, in media, vengono effettuate 20-25 sedute. La radioterapia esterna non richiede un ricovero e si effettua in regime ambulatoriale.

    Varie tipologie di radioterapia come cura

    In base all’angolazione delle radiazioni sulla massa tumorale si distinguono diverse tipologie di radioterapia:

    • conformazionale tridimensionale (D-conformal radiotherapy o 3D-CRT), in cui il fascio di radiazioni viene conformato (sagomato) in base alla forma e al volume della massa tumorale, permettendo di utilizzare dosi più elevate di radiazioni orientandole in modo più preciso sul tumore;
    • a modulazione di intensità (IMRT – Intensity Modulated Radiation Therapy) o a intensità modulata del fascio, che permette di modulare il fascio di radiazioni con intensità differenti ed è ideale per le forme irregolari di massa tumorale (tomoterapia);
    • 4D (4D-RT), la quale tiene conto del movimento degli organi dovuto alla respirazione e alla peristalsi intestinale;
    • adattativa (Adaptive radiotherapy), che viene elaborata a ogni seduta;
    • stereotassica (Stereotactic Brain or Body Radiation Therapy o SBRT), che permette di erogare un’alta dose di radiazioni su tumori di piccole dimensioni;
    • adroterapia, la quale utilizza protoni e ioni carbonio (adroni) che rilasciano più energia e agiscono più in profondità.

    La radioterapia interna o brachiterapia

    Nella radioterapia interna i metalli radioattivi (iridio, cesio e palladio) vengono collocati all’interno del tumore o vicino a esso, rilasciando radiazioni direttamente sulla massa tumorale. Il trattamento si definisce brachiterapia. Anche per la radioterapia interna è prevista una fase di “simulazione”, in cui l’oncologo radioterapista stabilisce la posizione in cui dovranno essere collocate le sorgenti radioattive.

    La brachiterapia può essere distinta in quattro forme:

    • interstiziale, in cui piccole sorgenti radioattive vengono impiantate nel tumore con un intervento chirurgico non invasivo;
    • endocavitaria, dove il materiale radioattivo viene introdotto all’interno di cavità naturali del corpo in modo che si trovi in prossimità del tumore;
    • radioterapia di contatto, la quale prevede che gli applicatori con sorgenti radioattive siano posizionati sulla cute;
    • episclerale, che utilizza delle placche contenenti una sorgente radioattiva, sagomate in forme e diametri diversi, ed è impiegata nella cura del melanoma dell’occhio (uveale).

    Gli effetti collaterali della radioterapia

    Dato che le radiazioni ionizzanti possono colpire anche le cellule sane dell’organismo, si possono verificare degli effetti collaterali radioterapia. Nella radioterapia controindicazioni variano a seconda del tipo di tumore, del trattamento scelto e delle condizioni di salute del paziente. La maggior parte degli effetti della radioterapia si manifesta circoscritta nella zona di trattamento.

    Gli effetti collaterali a breve termine si manifestano da poche ore fino a poche settimane dopo la fine della terapia. Questi sono stanchezza, reazioni cutanee come arrossamenti, scottature e irritazioni, danni alle mucose, nausea e vomito. In più possono verificarsi la perdita di capelli e peli cutanei, ulcerazioni a livello di bocca e gola, disturbi intestinali come diarrea. Infine l’infiammazione provocata dalla radioterapia può portare a gonfiore dei tessuti molli (edema).

    Invece gli effetti collaterali a lungo termine si manifestano dopo mesi dalla fine del trattamento radioterapico. Le cellule sane possono essere danneggiate dalle radiazioni e sostituite da depositi di tessuto connettivo, che può causare la fibrosi. Inoltre nelle radioterapie effetti collaterali sono anche i danni al sistema linfatico e un accumulo anomalo di liquido linfatico (linfedema).

    Quando la radioterapia avviene nella zona pelvica, i pazienti possono andare incontro a infertilità tra le conseguenze della radioterapia. Mentre, qualora siano colpite le ghiandole salivari, si possono verificare la secchezza delle fauci, un aumento della viscosità della saliva, danni a lingua, gengive e denti, e rigidità mascellare. Infine la radioterapia effettuata al cranio può causare un declino cognitivo. In altre parole un deficit della memoria e dell’apprendimento è tra i danni da radioterapia.

    Assistenza medica e tutela legale dei diritti

    L’ONA e l’Avv. Bonanni offrono un servizio di consulenza legale gratuita per salvaguardare i diritti delle vittime, soprattutto dei lavoratori esposti a fattori di rischio, come l’amianto. Grazie a un team di avvocati esperti, i cittadini vengono guidati in tutte le fasi dell’iter legale, al fine di ottenere il risarcimento dei danni e il riconoscimento di tutti i benefici previsti.

    Chi ha contratto delle malattie asbesto correlate può usufruire del servizio di assistenza medica gratuita e ottenere informazioni su centri specializzati e terapie innovative. In più, grazie al reparto di responsabilità medica, l’ONA si occupa di tutelare legalmente anche tutte le vittime di malasanità, assicurando la responsabilità medica.