Amianto – asbesto: la tutela legale

Amianto asbesto. Con il termine asbesto o amianto, ci si riferisce a quella famiglia di minerali appartenenti alla classe dei silicati. Questi presentano una ricca struttura di fibre molto flessibili e resistenti, che ne hanno favorito l’utilizzo nella realizzazione di tessuti ignifughi, nell’edilizia, e in molti altri campi. Tuttavia, nonostante le sue caratteristiche apparentemente vantaggiose, l’amianto è altamente cancerogeno, difatti, nel nostro paese, ne è stato vietato l’utilizzo.

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I minerali di amianto: cosa sono e come si classificano

I minerali da amianto sono suddivisi in due gruppi: anfiboli serpentini.  Con l’247 del D.Lgs. 09.04.08 n. 8 (a seguito della Direttiva n. 477/83/CEE, successivamente sostituita dalla Direttiva 2009/148/CE), questi due gruppi hanno raggiunto la seguente classificazione:

Tuttavia, l’unico a far parte della famiglia dei serpentini è il crisotilo (amianto bianco), mentre la restante parte è inserita nella famiglia degli anfiboli. Tutti questi minerali presentano delle differenze tra loro, a partire dalla formula chimica. Infatti, nonostante appartengano allo stesso gruppo, i loro componenti sono altamente eterogenei.

Amianto asbesto: assistenza medica e tutela legale

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Amianto asbesto

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    Amianto asbesto: i danni alla salute

    Questi minerali sono lesivi per la salute umana. Le fibre che hanno capacità di suddividersi in altre sempre più sottili, inalate o ingerite, provocano infiammazione e, poi, cancro. Questi minerali, compreso il crisotilo sono dei cancerogeni perfetti. Le diverse patologie che provocano hanno differenti tempi di latenza. Quelle infiammatorie, come le placche, gli ispessimenti e l’asbestosi, hanno 5 massimo 10 anni di latenza.

    Così, si ha l’inizio della patologia. Nel tempo, a maggior ragione, se si prosegue nell’esposizione, queste fibre provocano anche cancro. Gli organi bersagli principali sono il polmone e la pleura e poi tutti gli altri organi deputati alla respirazione.

    Queste fibre, con il flusso linfatico e sanguigno, invadono tutto il resto dell’organismo. Quindi, attaccano le sierose, come quella del peritoneo (mesotelioma peritoneale) e, ancora, il pericardio (mesotelioma pericardico) e quello della tunica vaginale del testicolo.

    Quindi, oltre al cancro della laringe, inserito nell’ultima monografia IARC, come di “elevata probabilità”, anche alla faringe, all’esofago ma, soprattutto, nell’apparato gastrointestinale.

    L’entità della lesione biologica è in base al tipo di minerale, ovvero, di fibra ma anche all’entità dell’esposizione per intensità e durata. Per tali motivi, è fondamentale la c.d. prevenzione primaria. In sostanza, evitare ogni forma di esposizione. Infatti, le fibre di amianto e asbesto hanno una particolarità, quella di essere lesive anche a bassissima dose. Ciò è confermato anche dalla legislazione comunitaria, oltre che, evidentemente, dall’ultima monografia IARC.

    Amianto asbesto: l’utilizzo in Italia

    Questi minerali hanno trovato un largo utilizzo qui in Italia. Oltre alle attività estrattive iniziate già nella seconda parte dell’800, ci furono vere e proprie attività di lavorazione, specialmente in Piemonte. Un forte influsso alla produzione di amianto o asbesto è dovuto al brevetto del cemento amianto e alla modifica dell’architettura urbana ed industriale. La necessità di sviluppare in altezza, ha portato l’utilizzo dell’amianto e del cemento amianto.

    La particolare miscela di amianto e cemento, detta eternit, ha permesso di realizzare prodotti importanti per l’edilizia. Si pensi alle onduline utilizzate per i tetti. Ma, ancora, alle pavimentazioni, piuttosto che alle coibentazioni (coppelle). In questo contesto, già con la L. 455/1943 emerse la lesività delle fibre di amianto già, peraltro, affermata dalla giurisprudenza.

    Tuttavia, fu proprio dopo la II Guerra Mondiale che il consumo di amianto è aumentato in Italia, ed in modo esponenziale, a partire dagli anni ’50 e ’60.

    Soltanto con la L. 257/1992, avente ad oggetto “Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”, fu vietata l’estrazione, la lavorazione e la commercializzazione dell’amianto. Tuttavia, ne erano stati utilizzati 3.748.550 tonnellate. Le bonifiche, dall’entrata in vigore della L. 257/92 sono andate a rilento.

    Emergenza amianto in Italia

    Purtroppo, proprio per effetto del ritardo nelle bonifiche ci sono, in Italia, almeno 1mln di siti e micrositi.

    Questo ha un impatto tremendo, che si aggiunge a quello dell’utilizzo e delle esposizioni nel passato, moltiplicando il numero dei contaminati. Poiché, poi, non c’è una soglia al di sotto della quale il rischio si annulla, specialmente il mesotelioma, può essere una delle malattie cui rimangono vittime anche coloro che sono stati esposti a basse dosi. La stessa INAIL,  con la pubblicazione del VII Rapporto Mesoteliomi ha confermato questa situazione.

    L’Avv. Ezio Bonanni ha pubblicato “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia-ed.2022 , da cui risulta che ci sono, ancora, 40mln di tonnellate di materiali contenenti amianto in Italia.

    Ecco perché, nel corso del 2020, i casi di mesotelioma sono stati quasi 2.000, confermando il trend in aumento. Per questo motivo, è fondamentale che si dia corso alla bonifica. L’utilizzo delle risorse del Recovery Fund, è indispensabile anche per far fronte agli effetti economici della pandemia. In più, per poter affrontare e risolvere il problema amianto in Italia, è fondamentale una struttura della fiscalità che favorisca la bonifica.

    Ciò è stato recentemente richiesto dall’ONA e dall’Avv. Ezio Bonanni nella conferenza stampa del 13.10.2020 (Rischio amianto in Italia, diritti negati alle vittime). Nella puntata Credito d’imposta, unica via per una reale bonifica dell’amiantodi ONA TV, la TV dell’ONA, sono state ribadite le linee strategiche dell’associazione con la richiesta del bonus 110 anche per la bonifica amianto senza limiti.

    Epidemia di amianto nel mondo e il ruolo dell’OMS

    Nel mondo, ci sono, ancora, molte nazioni che non hanno messo al bando l’amianto, la Cina, l’India e la Russia ne sono i casi emblematici. L’OMS ha stimato che, per ogni anno, i soli casi di mesotelioma, asbestosi e tumore del polmone, provocano 107.000 morti. Si tratta di una sottostima, perché non si tiene conto di chi non registra i malati e i decessi e, soprattutto, anche delle altre patologie e anche quelle di origine ambientale.

    Per tali motivi, l’Avv. Ezio Bonanni e l’ONA insistono per la messa al bando totale.

    In questo contesto, l’OMS ha un atteggiamento timido. Per poter continuare a beneficiare dei finanziamenti della Cina, stato che continua ad utilizzare l’amianto, l’OMS non pone un bando globale dell’amianto, e questo è un aspetto che dovrebbe essere pesantemente stigmatizzato. È necessario che anche le aziende cinesi rispettino i principi fondamentali di tutela dell’ambiente e della salute.

    La vicenda del Covid-19 ha dimostrato l’esito di una cultura priva del rispetto della legalità e della sicurezza sul lavoro e dell’ambiente. Nonché, profili di poca chiarezza in tutte le vicende che, purtroppo, ci hanno colpito con la pandemia.

    L’ambiente e la salute sono un tutt’uno, così l’obbligo del rispetto della sicurezza sul lavoro.

    Eliminazione amianto dal 1 luglio 2025

    Dal 1 luglio 2025 tutti gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno aver provveduto all’eliminazione dei “prodotti” di amianto (Regolamento UE 2016/1005). Questa misura serve a contrastare la diffusione delle patologie asbesto correlate e a perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030 riguardo lo sviluppo sostenibile.

    Come testimonia l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), la presenza ancora diffusa di amianto crea un problema di sanità pubblica sul quale è urgente intervenire.

    A questo proposito, già nell’ottobre del 2021, il Parlamento Europeo aveva presentato una risoluzione “per la protezione dei lavoratori dell’amianto”. Così si sollecitavano i Paesi a intraprendere le azioni necessarie per eliminare gli effetti sulla salute delle esposizioni ad amianto professionali e ambientali.

    Il 3 ottobre 2023 il Parlamento Europeo ha ulteriormente modificato la direttiva 148/2009/CE abbassando “il livello a 0,002 fibre di amianto per cm³, escluse le fibre sottili, o a 0,01 fibre di amianto per cm³, incluse le fibre sottili”.

    Amianto: confinamento, incapsulamento e smaltimento

    Come abbiamo più volte ribadito, per liberarsi dell’amianto in via definitiva l’unico procedimento efficace è quello della bonifica. A seconda dello stato di conservazione del materiale, è possibile distinguere tre diverse tecniche:

    • Il confinamento: si effettua attraverso l’installazione di una barriera che separa l’amianto dalle aree di un edificio, comportando così la resistenza agli urti;
    • L’incapsulamento: con questa tecnica l’amianto è trattato con prodotti che permettono l’inglobamento delle fibre e ripristinano l’aderenza attraverso la formazione di una patina di protezione sulla superficie esposta. È una tecnica vantaggiosa in quanto non richiede l’applicazione di un ulteriore prodotto evitando anche la formazione di rifiuti;
    • La rimozionesmaltimento: quest’ultima è la tecnica più efficace, in quanto elimina ogni fonte di esposizione. Tuttavia, questa comporta un rischio maggiore per gli addetti ai lavori in quanto produce alte quantità di rifiuti, che, sucessivamente, dovranno essere smaltiti.

    Per trovare una soluzione al problema amianto, nel 2020, l’ONA ha realizzato la app per la mappatura amianto. Direttamente attraverso il tuo smartphone, è possibile inviare le segnalazioni amianto ed agevolare così la mappatura dei siti contaminati su tutto il territorio nazionale. Per ulteriori informazioni:

    Amianto asbesto: tutela medica

    amianto nei polmoni
    L’effetto dell’esposizione amianto nei polmoni (Immagine: Giorgia De Salvo)

    L’ONA, anche attraverso questo portale di ONA Responsabilità Medica, fornisce il servizio di assistenza medica. Questa assistenza è fondamentale, innanzitutto, per prevenire il danno biologico. L’ONA, e l’Avv. Ezio Bonanni, raccomandano di evitare ogni forma di esposizione. Infatti, come chiarito nella revisione del Consensus Report di Helsinki del 2014, è proprio evitando l’esposizione alle fibre che si può evitare il danno biologico.

    Soprattutto, senza fibre di asbesto non ci sono infiammazioni e tumori amianto, in particolare, il terribile mesotelioma, quasi sempre mortale.

    Inoltre, per coloro che, purtroppo, sono stati già esposti, l’ONA ha attivato un servizio di medicina del lavoro e medicina legale. Con questo strumento è possibile indirizzare chi è stato esposto ai programmi di sorveglianza sanitaria. Questo è lo strumento che permette la diagnosi precoce o, comunque, tempestiva. La tempestività della diagnosi è fondamentale, sia per evitare le esposizioni, sia per attivare cure tempestive.

    La tempestività è fondamentale. Inoltre, i medici ONA indirizzano i pazienti presso i centri specializzati. Innanzitutto, il dipartimento ONA di tutela sanitaria. E, poi, altri centri specializzati, tra cui quelli Humanitas, IEO, etc.

    Asbesto amianto: la tutela legale

    I lavoratori esposti ad amianto hanno diritto ad ottenere i c.d. benefici contributivi ai sensi dell’art. 13, co. 8, L. 257/1992. Infatti, l’Avv. Ezio Bonanni fin dal gennaio del 2000 ha attivato la tutela legale dei lavoratori esposti ad amianto nella provicincia di Latina. Nel tempo, sono intervenute diverse modifiche di tale normativa.

    In ogni caso, con la prova di un danno biologico amianto, è possibile ottenere l’accredito dei benefici contributivi con l’art. 13, co. 7, L. 257/1992. I benefici contributivi amianto consistono nella maggiorazione del periodo di esposizione con il coefficiente 1,5. Questa maggiorazione è utile sia per maturare anticipatamente il diritto a pensione, sia per rivalutare la prestazione.

    In quest’ultimo caso, occorre avviare la procedura INAIL per il riconoscimento di malattia professionale e, quindi, ottenere l’indennizzo INAIL. Anche con un danno inferiore al 6% si ha diritto all’accredito delle maggiorazioni amianto. Poi, vi è il diritto alla pensione amianto ai sensi dell’art. 1, co. 250, L. 232/2016, che è riservato a tutte le vittime amianto.

    In più, per il pubblico impiego non privatizzato, vi è la procedura per il riconoscimento della c.d. causa di servizio e di vittima del dovere.

    Inoltre, c’è il diritto al risarcimento del danno.

    Responsabilità medica in caso di ritardo diagnostico al mesotelioma

    Nel caso di ritardo diagnostico del mesotelioma o di altra patologia asbesto correlata, sussiste il diritto al risarcimento danni. Questo anche se si ritenesse che la vittima non avrebbe avuto la possibilità di guarire.

    Sono molti i casi in cui l’Avv. Ezio Bonanni ha ottenuto significativi risarcimenti del danno per responsabilità medica. Il profilo della responsabilità medica attiene non solo al ritardo, ma anche alla dissociazione dei protocolli e alla violazione dei diritti del paziente.

    Amianto asbesto: sportello anche per la tutela del paziente

    ONA Responsabilità Medica, insieme all’Avv. Ezio Bonanni, ha istituito lo sportello amianto online. Tramite questo strumento l’associazione fornisce assistenza gratuita online, garantendo la più ampia tutela dei tuoi diritti. Per poter chiedere un parere legale scritto è sufficiente rivolgersi allo sportello online amianto.