Pedofilia: aumentano i casi di violenza sessuale

I dati sulla pedofilia della Polizia Criminale e il report della Chiesa

Secondo i dati riportati dal Servizio Analisi Criminale del Ministero dell’Interno sono 698 le vittime minorenni di violenza sessuale e 597 le vittime di violenza sessuale aggravata con aumento del 56 %. 405 gli atti sessuali su minorenni, 629 i casi di adescamento, 21 le violenze sessuali di gruppo. Dati sconcertanti che confermano un incremento per i reati di violenza sessuale, una diminuzione, invece si registra nel caso di quella commessa presso gli istituti di istruzione 39 casi (meno 15% rispetto agli ultimi quattro anni). La pornografia virtuale evidenzia una tendenza crescente negli anni con un aumento del 240% nel 2021 rispetto al 2018.

Il rapporto sulla pedofilia della Cei

Secondo il primo rapporto sulla pedofilia della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) pubblicato a dicembre 2022, sono 89 le vittime e 68 i presunti pedofili nel biennio 2020- 2021. Il report, voluto dal cardinale Matteo Maria Zuppi, è stato divulgato alla viglia della Gionata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili che si celebra il 18 novembre.

I dati riportati dal report ecclesiastico riguardano, però, solo gli ultimi due anni. Un periodo, tra l’altro in cui ci sono state restrizioni a causa della pandemia. Gli autori di violenza sono chierici, laici e religiosi di età compresa tra 40 e 60 anni.
La Cei ha precisato che “a seguito della trasmissione della segnalazione all’autorità ecclesiastica da parte dei centri di ascolto sono risultati prevalenti i ‘provvedimenti disciplinari’, seguiti da ‘indagine previa’ e ‘trasmissione al Dicastero per la dottrina della fede’.

Tra le azioni di accompagnamento delle presunte vittime, i centri forniscono informazioni e aggiornamenti sull’iter della pratica (43,9%), organizzano incontri con l’ordinario (24,6%), offrono un percorso di sostegno psicoterapeutico (14,0%) e di accompagnamento spirituale (12,3%). Ai presunti autori degli abusi vengono proposti percorsi di riparazione, responsabilizzazione e conversione, compresi l’inserimento in ‘comunità di accoglienza specializzata’ (un terzo dei casi rilevati) e percorsi di ‘accompagnamento psicoterapeutico’ (circa un quarto dei casi)”.

L’ombra del silenzio

Ancora una volta cala l’ombra del silenzio sugli orrori che avvengono, purtroppo, anche nei luoghi sacri. Sarebbe stata un’occasione per la Chiesa italiana stipulare un report completo sui casi di violenza e abusi sui minori com’è stato fatto in altri stati. In Francia, per esempio, con il rapporto Sauvè per incarico della Conferenza Episcopale francese che riporta scandali come quello della diocesi di Lione e conta 300mila vittime negli ultimi dieci anni.  In Irlanda il parlamento e il governo sono intervenuti sul problema pedofilia nella chiesa dopo i rapporti Ferns, Murphy e Cloyne stilati da Amnesty International.

Il silenzio non nasconde ma svela

Un rapporto incompleto che non fa luce sui terribili casi italiani e gli scandali di abusi nella Chiesa. Questa è un’istituzione e, come nelle scuole, nelle palestre e nelle case, la pedofila è un crimine terribile, una violenza che va condannata soprattutto in un luogo sacro come la chiesa perché tacere su casi orami noti non è che un insabbiare sperando che cada tutto nell’oblio e nel dimenticatoio. Quando, invece, andrebbe ricordato per restituire credibilità “condannando per iscritto” queste violenze. Una possibilità mancata, a mio parere, quella di stilare un rapporto completo perché sia fatta luce sui crimini commessi perché il silenzio non nasconde ma svela. Parole scritte mancate che portano ancora più dubbi sui crimini commessi in ambito ecclesiastico.

Le segnalazioni

Secondo i dati dal Servizio Analisi Criminale del Ministero dell’Interno si assiste ad un aumento costante negli anni delle segnalazioni a carico di presunti autori noti per fattispecie quali la detenzione o accesso a materiale pornografico (+74%) e la pornografia minorile (+55%).

Pedofilia

La pedofilia (παῖς, παιδός / φιλία) fa parte, secondo il DSM-V, dei disturbi parafilici, e precisamente del sottogruppo riguardante la predilezione per l’atipicità dell’oggetto sessuale, dove si collocano anche il feticismo e il travestitismo.

Questa parafilia, per essere ritenuta tale deve soddisfare alcuni criteri:

–  sono presenti per un periodo di almeno sei mesi fantasie sessualmente e impulsi, comportamenti ricorrenti e intensamente eccitanti che comportano attività sessuale con uno o più bambini in età prepuberale (al di sotto dei 13 anni)

– il soggetto ha messo in atto le sue fantasie, oppure impulsi, comportamenti causano disagio significativo o compromissione dell’area sociale, lavorativa o di altre aree del funzionamento

-l’individuo ha almeno 16 anni di età ed è di almeno 5 anni maggiore del bambino

(Fonte: DSM-V)

È possibile riconoscere la figura del pedofilo?

La pedofilia è anche un comportamento antisociale oltre, ovviamente, ad essere un reato. Spesso il molestatore è una persona ben rispettata e stimata dalla comunità e questo, fa del pedofilo una preziosa arma per adescare le sue prede. Gli permette di entrare in contatto con la famiglia, avvolgendo, così un alone di fiducia. Per questo preti, insegnanti, catechisti possono rappresentare un terribile pericolo per i bambini. Secondo l’esperienza clinica chi aggredisce sessualmente i bambini cerca, attraverso comportamenti sessuali, di soddisfare bisogni che hanno a che fare con la sensazione di potere sui soggetti più deboli. Dunque, l’aggressore cerca la superiorità, quella che ha l’adulto sul bambino.

Come agisce un pedofilo

Dopo aver adescato la preda attraverso attenzioni, lusinghe regali sfrutta la naturale curiosità del bambino per il sesso indirizzandolo al materiale pornografico. Una volta abusato il bambino il predatore cercherà di far leva sulla paura e sulla vergogna. Il soggetto spesso è convinto dogmaticamente della legalità dei suoi desideri e “si oppone ad una società ingiusta ed eticamente pervasiva, che gli impedisce di godere pienamente del bambino e impedisce si bambino di godere dell’adulto”. (VILLANOVA.M)

Secondo Wyre il comportamento del pedofilo è ciclico. Ricostruisce tre fasi: la prima nella quale fantastica e si masturba rivivendo con la propria fantasia precedenti esperienze sessuali, nella seconda “studia” la vittima e nella terza dopo aver conquistato la sua fiducia e quella della famiglia inizia un approccio fisico inizialmente non sessuale.

Casi di abusi su neonati

Camarca ha individuato alcuni casi di abusi su neonati in cui il pedofilo si eccita sottoponendoli a fellatio e causandone la morte per asfissia.
Purtroppo sono frequenti foto in cui ritraggono minori costretti ad accoppiarsi tra loro e costretti ad atti terribili.

Tipologia di pedofilo

Esistono diverse tipologie di pedofili, la loro personalità è complessa ed è difficile tracciare un profilo specifico. I tipi pi significativi, evidenziati da Groth e Birnbaum (1978) sono il tipo fissato e il tipo regredito.

Il tipo fissato subisce una fissazione nel suo stadio di sviluppo psicosessuale quasi sempre determinata da un trauma non riuscendo a relazionarsi con gli adulti della sua età.
Il tipo regredito pur avendo raggiunto un normale sviluppo psicosessuale riuscendo a stabilire relazioni mature, a causa di eventi frustranti regredisce trasferendo i suoi bisogni sui minori. (Palermo G.B., Mastronardi V. M. Il profilo criminologico).

Quali sono cause della pedofilia e le leggi contro l’abuso

Sono molte le possibili cause formulate riguardanti la pedofilia. A seconda delle scuole di pensiero e degli studi fatti possiamo provare a capire e a riportare, in maniera sintetica, quali sono le cause di questo tipo di perversione.
Secondo la psicoanalisi si può considerare la pedofilia come una scelta di tipo narcisistico di un oggetto in cui il pedofilo vede sé stesso.

Quindi, il molestatore, avendo subito un blocco dello sviluppo psicosessuale determinato da un trauma infantile o da conflitti, cerca di superare l’angoscia di castrazione e l’ansia scegliendo i bambini come oggetti sessuali, non riuscendo a completare un normale processo di sviluppo di adattamento sessuale adulto. La teoria dell’angoscia di castrazione venne formulata da Freud e, poi, ripresa da Kenberg. Questo impedimento provoca la fissazione o la regressione a forme di sessualità infantile.

Un’altra teoria è quella dell’abusatore, introdotta a Garland e Dougher nel 1990 secondo i quali la causa della pedofilia deriva da un abuso sessuale. Il soggetto con l’atto pedofilo replicherebbe la violenza che ha subito da bambino nelle stesse modalità e questa perversione ridurrebbe il dolore del trauma subito e del senso di impotenza e di paura che ha sviluppato.
Tuttavia, secondo numerose ricerche, non ci sono dati per supportare questa teoria perché non tutti i pedofili sono stati molestati e molti, arrestati, potrebbero mentire.

Il pedofilo si autoconvince della bontà delle sue azioni, questa è la teoria delle distorsioni cognitive (Mastronardi, Palermo). Il soggetto giustifica la sua perversione e cerca di attribuire la causa al bambino. Addirittura, pensa che questo sia un beneficio per il bambino. Ovviamente si tratta di casi in cui vengono viste in maniera distorta sia le conseguenze del comportamento sia la responsabilità che viene accollata alla vittima tramite un meccanismo di svalorizzazione della stessa.

Cosa dice la psichiatria e la biologia?

Secondo un approccio psichiatrico esistono due tipi di pedofilia. Quella primaria in cui il soggetto ha un’integrazione e stabilità dell’IO e quella secondaria in cui, invece, è affetto da grave psicosi in cui la personalità si disintegra provocando, così, comportamenti perversi.

Il modello neuropsicologico ritiene che una disfunzione cerebrale potrebbe essere la causa scatenante la pedofilia. I ricercatori affermano che la perversione sessuale risulterebbe da idee devianti, che sono conseguenza dei cambiamenti nelle funzioni dell’emisfero cerebrale dominante. Una patologia dell’emisfero dominante favorirebbe cioè idee sessuali perverse e sarebbe coinvolta nelle difficoltà di comunicazione tra le due metà dell’encefalo (Strano 2001)
Un ruolo importante è attribuito ai neurotrasmettitori e ai cambiamenti genetici a livello del metabolismo della serotonina. Altri studiosi hanno esaminato il profilo ormonale di soggetti pedofili e hanno notato anomalie nei livelli di prolattina, cortisolo e androsterone. Ma questo potrebbe semplicemente essere legato allo stress di un procedimento penale.

Come viene condannato l’abuso sui minori?

Soggiace alla pena stabilita dall’articolo 609-bis chiunque, al di fuori delle ipotesi previste in detto articolo, compie atti sessuali con persona che, al momento del fatto:

  1) non ha compiuto gli anni quattordici;

  2) non ha compiuto gli anni sedici, quando il colpevole sia l’ascendente, il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente, il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore è affidato o che abbia, con quest’ultimo, una relazione di convivenza.

Fuori dei casi previsti dall’articolo 609-bis, l’ascendente il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente, il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore è affidato, o che abbia con quest’ultimo una relazione di convivenza, che, con l’abuso dei poteri connessi alla sua posizione, compie atti sessuali con persona minore che ha compiuto gli anni sedici, è punito con la reclusione da tre a sei anni”.

Lotta contro la pedopornografia e lo sfruttamento sessuale dei bambini

La legge 269 del ’98, aggiornata dalla n.38 del 2 marzo 2006 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, riguarda proprio questo. Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche tramite internet. Le novità riguardano l’inasprimento delle pene.

La modifica dell’articolo 600 bis del Codice penale punisce con la reclusione da tre a cinque anni, chiunque, con qualsiasi mezzo istiga a commettere reati di prostituzione minorile.

Questo comprende anche la pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Violenza sessuale nei confronti di bambini e corruzione di minore.

L’infanzia negata

A mio parere è giusto analizzare e capire cosa porta queste persone ad abusare di minori ma non è assolutamente una giustificazione. La pedofilia è un crimine come un omicidio, se non peggiore, perché uccide il bambino fin dall’infanzia condannando psicologicamente e traumatizzandolo. Quindi è essenziale che si prendano in considerazione seri provvedimenti legali per impedire che ciò accada con leggi più dure.

Anche se il pedofilo fosse stato vittima di violenza ciò non può diminuire e attenuare la pena. Sarebbe una “giustificazione” e un rischio perché, uscito dal carcere, potrebbe ricominciare a stuprare e molestare bambini. Lo stesso discorso a mio giudizio vale per gli stupratori, gli assassini, i sadici e coloro che hanno gravi disturbi mentali.
Purtroppo, i soggetti affetti da pedofilia si vergognano e non si recano da uno specialista per curarsi. Solo in seguito, se vengono denunciati e forzati a fare psicoterapia, affrontano il problema.
E questo è gravissimo. Data la difficoltà della “cura” è giusto che chi di dovere prenda precauzioni adeguate e che l’Italia sia un paese in cui il termine giustizia non passi, come oggi, inosservato.

Autore: Ilaria Cicconi