Petto escavato: quando il torace si chiude su sé stesso e la medicina lo riapre

Il petto escavato colpisce un ragazzo su 300, provocando disagi fisici e psicologici. Oggi, grazie alla diagnosi precoce e a tecniche innovative come la vacuum bell, l’Ospedale Niguarda offre soluzioni efficaci per correggere questa malformazione senza interventi invasivi.

Il petto escavato: più di una semplice anomalia 

L’Ospedale Niguarda offre soluzioni efficaci per correggere il petto escavato

A prima vista potrebbe sembrare solo una lieve anomalia estetica, ma per chi ne soffre, il petto escavato è molto più di questo. È un muro invisibile che separa dalla normalità, un difetto che deforma non solo il torace, ma spesso anche la percezione di sé stessi. Ogni anno, circa un ragazzo su 300 si trova a fare i conti con questo problema, che porta lo sterno a incurvarsi verso l’interno in modo più o meno marcato. Se nei casi lievi può limitarsi a un fastidio estetico, nelle situazioni più severe può causare difficoltà respiratorie, dolori toracici e problemi posturali. Ma è il disagio psicologico, ancora più del limite fisico, a rendere questa condizione una sfida quotidiana.

Lo sa bene Marco, oggi ventenne e nuotatore agonista, che all’età di otto anni aveva abbandonato il nuoto a causa del petto escavato. «Mi vergognavo del mio torace. Non volevo togliermi la maglietta davanti agli altri, non riuscivo a vivere il mio corpo con serenità», racconta. Come lui, molti ragazzi crescono evitando situazioni sociali in cui il loro petto possa essere esposto, rinunciando a sport e momenti di aggregazione.

Ma oggi la medicina offre nuove soluzioni. All’Ospedale Niguarda di Milano, un team specializzato sta cambiando la vita di questi giovani con approcci innovativi e personalizzati, capaci di correggere il petto escavato senza ricorrere immediatamente alla chirurgia.

Un corto circuito della crescita?

Il petto escavato si manifesta in età infantile, diventando più evidente con la crescita, soprattutto durante l’adolescenza. «Si riscontra più frequentemente nei ragazzi molto alti e magri, in cui lo sviluppo in altezza non è accompagnato da una crescita armonica in larghezza». A spiegarlo, Massimo Torre, direttore della Chirurgia Toracica dell’Ospedale Niguarda.

Sebbene nella maggior parte dei casi non abbia conseguenze mediche gravi, il petto escavato può associarsi a problemi posturali come la scoliosi e, nei casi più avanzati, può comprimere cuore e polmoni, influenzando la capacità respiratoria e la funzione cardiaca. Tuttavia, il disagio più grande rimane spesso quello psicologico. «Molti ragazzi evitano di andare in spiaggia o in piscina, altri rinunciano allo sport per paura di essere giudicati», racconta Torre. «Purtroppo, spesso ci si sente dire che il difetto migliorerà con la crescita o che basta fare palestra per mascherarlo. In realtà, il potenziamento muscolare non risolve il problema, anzi, può renderlo ancora più evidente».

La diagnosi precoce fa la differenza

Intervenire tempestivamente è fondamentale per ottenere i migliori risultati. I primi a notare l’anomalia sono generalmente i genitori, che vedono il torace del figlio modificarsi progressivamente nel tempo. «Il primo passo è la valutazione da parte di un chirurgo toracico o pediatrico specializzato», spiega Torre. «A questa seguono esami specifici per determinare l’eventuale impatto sulle funzioni cardiache e respiratorie, come ecocardiogramma, spirometria e risonanza magnetica».

Presso l’Ospedale Niguarda, il percorso di diagnosi e trattamento prevede un team multidisciplinare che comprende chirurghi toracici, pediatri e psicologi, in grado di accompagnare i pazienti in ogni fase, dalla valutazione iniziale fino alla terapia più adatta.

La campana sottovuoto: una soluzione non invasiva

Nei bambini tra i 6 e i 12 anni, il trattamento di prima scelta è la vacuum bell, un dispositivo non invasivo che sfrutta la pressione negativa per riportare gradualmente lo sterno nella posizione corretta. Si tratta di una sorta di ventosa che il paziente applica quotidianamente sul torace per alcune ore. «Nei bambini più piccoli, in cui le cartilagini sono ancora elastiche, questo metodo ha dato risultati straordinari», precisa Torre. «Abbiamo visto casi di completa correzione senza bisogno di chirurgia».

Il problema, però, è che molti ragazzi arrivano alla diagnosi troppo tardi, quando la struttura toracica è già più rigida. «Dopo i 12-13 anni, l’efficacia della vacuum bell si riduce e, in molti casi, diventa necessario ricorrere alla chirurgia», aggiunge lo specialista.

La chirurgia nei casi più avanzati

Quando la correzione non può essere ottenuta con metodi non invasivi, si interviene con tecniche chirurgiche avanzate, sempre più sicure ed efficaci.

Nei ragazzi tra i 12 e i 22 anni si utilizza principalmente l’intervento di Nuss, una procedura mininvasiva che prevede l’inserimento di una barra metallica sotto lo sterno. Questa barra, posizionata attraverso due piccole incisioni laterali, esercita una pressione graduale per correggere la deformità. Dopo circa tre anni, il supporto viene rimosso, lasciando solo due cicatrici poco visibili.

Per i pazienti adulti o nei casi più complessi, si ricorre invece all’intervento di Ravitch, una tecnica più invasiva che prevede l’asportazione delle cartilagini costali deformate e il riposizionamento dello sterno con una placca metallica, che viene rimossa dopo un anno.

«Ogni anno trattiamo circa 60 ragazzi con petto escavato», racconta Torre. «La maggior parte riesce a correggere il problema con la vacuum bell, ma circa il 30% necessita della chirurgia. Negli ultimi dieci anni abbiamo eseguito oltre 160 interventi, con risultati molto soddisfacenti».

Quando è davvero necessario operare?

Non tutti i casi di petto escavato richiedono un intervento. «Noi operiamo solo quando il difetto è significativo e impatta sulla qualità della vita, sia dal punto di vista fisico che psicologico», precisa Torre. «L’aspetto estetico da solo non è una motivazione sufficiente, ma se il paziente prova un forte disagio o ha difficoltà respiratorie, allora l’intervento diventa una scelta opportuna».

La chiave del successo è affidarsi a strutture specializzate. «Questi interventi devono essere eseguiti in centri con esperienza nel trattamento delle malformazioni toraciche», sottolinea Torre. «Al Niguarda possiamo garantire un team multidisciplinare e tecnologie avanzate per minimizzare i rischi e ottenere i migliori risultati».

Marco, dalla paura al podio

Dopo due anni di terapia con la vacuum bell, Marco ha visto il suo petto cambiare. Non solo fisicamente, ma anche mentalmente. «Quando ho iniziato il trattamento, speravo solo di poter nuotare di nuovo senza vergognarmi. Non avrei mai immaginato di arrivare a gareggiare a livello agonistico», racconta. Oggi il suo corpo non è più un ostacolo, ma uno strumento con cui realizzare i suoi sogni.

Grazie a diagnosi tempestive e trattamenti innovativi, sempre più giovani possono riprendere in mano la loro vita, senza paura di mostrarsi per quello che sono.

Un approccio integrato: oltre la correzione fisica

La correzione del petto escavato non è solo una questione estetica o funzionale, ma anche psicologica. Molti giovani che affrontano questa condizione sviluppano un forte senso di insicurezza e bassa autostima, che può influenzare le relazioni sociali e la qualità della vita.

Il supporto non si limita ai pazienti: anche le famiglie giocano un ruolo cruciale. I genitori spesso si trovano a dover gestire le paure e le insicurezze dei figli, cercando di incoraggiarli senza minimizzare il loro disagio. Per questo, il team multidisciplinare offre incontri informativi e di supporto anche alle famiglie, affinché possano comprendere al meglio il percorso terapeutico e sostenere i ragazzi nel modo più efficace.

L’innovazione al servizio della medicina

Oltre alla correzione anatomica, l’attenzione si sta spostando sempre più sulla personalizzazione delle cure. «Ogni paziente è unico, e il trattamento deve essere adattato alle sue esigenze specifiche», afferma Torre. «Stiamo lavorando su protocolli sempre più mirati, che combinano diagnosi precoce, terapie non invasive e interventi chirurgici solo quando realmente necessari».

Un altro fronte di ricerca riguarda lo sviluppo di materiali più avanzati per la correzione chirurgica. Le barre metalliche utilizzate nella tecnica di Nuss stanno evolvendo, con l’introduzione di leghe più leggere e flessibili che riducono il disagio post-operatorio e migliorano l’adattabilità al corpo del paziente.

Fonti

Ospedale Niguarda di Milano – Percorso diagnostico e terapeutico per il petto escavato.

Società Italiana di Chirurgia Toracica (SICT) – Linee guida sul trattamento delle malformazioni toraciche.

PubMed – National Library of Medicine – Studi scientifici sulla correzione del petto escavato con tecniche non invasive e chirurgiche.

Journal of Pediatric Surgery – Articoli su trattamenti innovativi come la vacuum bell e l’intervento di Nuss.

Autore: Simona Mazza Certelli