mNRA: Nobel per la medicina assegnato agli scienziati e vaccini antitumorali in sperimentazione

Più di 40 vaccini contro il cancro a mRNA in sperimentazione e nel 2024 entrerà in fase 3 quello contro il melanoma

È stato assegnato il Nobel per la medicina 2023 a Katalin Karikó e Drew Weissman che, grazie alle loro scoperte, hanno reso possibili i vaccini contro il Covid-19. Ora, gli esperti, stanno sperimentando questa tecnologia per sviluppare dei vaccini contro il cancro.
Gli scienziati hanno scoperto come modificare le molecole di mRNA ed è stato, così, sviluppare i vaccini mRNA contro il Covid-19. Come specifica il Comitato responsabile dell’assegnazione dei premi Nobel: “ci ha permesso di superare una delle peggiori minacce alla salute umana dei tempi moderni. Grazie a loro milioni di vite sono state salvate e il mondo è tornato a riaprirsi”.

Cos’è l’mRNA

Cos’è l’mRNA, o acido ribonucleico, è l’acido nucleico coinvolto nei processi di codifica, decodifica, regolazione ed espressione dei geni. l’RNA deriva dal DNA e rappresenta la molecola di passaggio tra quest’ultimo e le proteine. Alcuni studiosi lo definiscono il “dizionario per la traduzione del linguaggio del DNA nel linguaggio delle proteine”. Il vaccino contro il Covid-19 è stato prodotto grazie all’uso della tecnologia a mRNA. Infatti, come afferma la ricercatrice e scienziata Maria Rescigno dell’AIRC: “una volta conosciuta la sequenza genica che specifica l’antigene, ovvero della proteina virale contro la quale si voleva sviluppare il vaccino (più precisamente, la proteina spike del coronavirus), lo si è ottenuto nel giro di qualche settimana”.

Questi vaccini sono stati sviluppati grazie agli sforzi compiuti negli anni passati anche nell’ambito della ricerca oncologica. Questa beneficerà a sua volta, in un circolo virtuoso, dei progressi realizzati nel campo dei vaccini.

Il nuovo vaccino contro il melanoma

Più di 40 i vaccini terapeutici anticancro a mRNA sono in sperimentazione clinica in tutto il mondo. Nel 2024, quello sviluppato da Moderna per il melanoma sarà il primo a entrare in fase 3. A oggi, i risultati ottenuti da questo vaccino (mRna-4157/V940) in combinazione con un antitumorale (l’anticorpo monoclonale pembrolizumab) hanno permesso di ottenere la designazione di terapia rivoluzionaria da parte della Food and Drug Administration (Fda). La procedura che consente di accelerare le future revisioni degli studi in programma nel 2024.

I vaccini antitumorali a mRna sono progettati per insegnare al sistema immunitario a riconoscere le cellule tumorali come diverse dalle cellule normali.

Come funzionano i nuovi vaccini

Moderna sta lavorando a vaccini a mRNA capaci di riconoscere mutazioni in un gene (KRAS) implicato nel 20% dei tumori umani. CureVac, invece, azienda europea di biotecnologie impegnata nei test di un vaccino anti-covid, sta conducendo sperimentazioni per un vaccino contro un tipo di tumore ai polmoni.

Inoltre, Moderna e AstraZeneca stanno lavorando su un vaccino che consegni l’mRNA per una proteina capace di far ricrescere i vasi sanguigni danneggiati dopo un attacco cardiaco.
Altri vaccini a mRNA puntano invece a fornire alle cellule le istruzioni per produrre proteine di cui abbiamo bisogno tutti i giorni ma che, a causa di malattie genetiche o degenerative, non produciamo. Anziché riparare i geni difettosi con tecniche come la CRISPR Cas9, potremmo insegnare alle cellule a produrre le proteine per le quali non possiedono il libretto di istruzioni.

I vaccini mRNA in sperimentazione per altri tipi di cancro

I vaccini mRNA sono basati su neoantigeni individualizzati per varie indicazioni di cancro, tra cui il melanoma (come detto in precedenza), il cancro del colon-retto, e il cancro del pancreas. Poi, un ampio studio di fase 1 su carcinomi multipli è appena stato completato.  I ricercatori e medici immunologi Türeci e il marito Uğur Şahin, co-fondatore e Ceo di BioNTech, lavorano da decenni proprio per utilizzare l’mNRA contro i tumori. “Stiamo lavorando su candidati vaccini anticancro a mRna che codificano neoantigeni specifici del paziente o consistono in una combinazione fissa di antigeni condivisi tumore-associati. Sono ancora in  sperimentazione e cinque studi sono già in fase di sviluppo clinico avanzato.

Ci aspettiamo che questi trial possano fornire risultati a supporto della presentazione di una domanda di autorizzazione per il primo candidato della nostra pipeline di vaccini anticancro a mRna personalizzati prima del 2030″ afferma l’immunologa”.

Vaccini per curare

L’interesse per la tecnologia a mNRA è dato dal fatto che si potrebbero sviluppare i vaccini sulla base delle mutazioni individuali del tumore di ciascun paziente. Quindi, mirato alla sua malattia. Questi non servirebbero dunque a prevenire un tumore ma a potenziare la risposta immunitaria dei pazienti contro una malattia già in atto. 
“Abbiamo trattato diverse centinaia di pazienti in tutto il mondo con candidati vaccini a mRna neoantigenici o tumore-associati negli studi clinici di fase 1 e 2.

Il nostro obiettivo è far avanzare la nostra pipeline oncologica verso l’ultima fase di sviluppo. E prepararci per le sperimentazioni con potenziale di registrazione nei prossimi mesi” conclude Türeci.





Autore: Ilaria Cicconi