Accertamento tecnico preventivo: cos’è?

In questa guida parliamo di Accertamento Tecnico Preventivo (ATP), uno strumento indispensabile nel diritto civile italiano, particolarmente utile nei casi di malasanità. Vediamo insieme le differenze tra le varie tipologie di ATP, quando si può richiedere e quando è obbligatorio farlo. Informazioni utili per chiunque si trovi a dover affrontare una controversia, in ambito sanitario o in altri contesti legali.

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Cos’è l’Accertamento Tecnico Preventivo?

L’Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) è uno strumento giuridico previsto dal Codice di Procedura Civile italiano (art. 696 c.p.c.), concepito per acquisire prove tecniche e stabilire le condizioni di una situazione controversa prima che si avvii un processo giudiziario vero e proprio.

È particolarmente utile in situazioni in cui i fatti da accertare sono soggetti a modifiche o deterioramenti con il passare del tempo, come nei casi di danni materiali, infortuni o situazioni di malasanità.

In ambito sanitario, l’ATP è uno strumento fondamentale per accertare l’esistenza di un errore medico o la correlazione tra un trattamento sanitario e il danno subito da un paziente.

Consente di raccogliere elementi tecnici essenziali che possono essere utilizzati per raggiungere un accordo tra le parti o, in alternativa, per sostenere una causa legale.

Perché l’ATP è utile in caso di malasanità?

In situazioni di presunta malasanità, il paziente potrebbe trovarsi di fronte alla necessità di dimostrare che un trattamento medico o una diagnosi errata ha causato un danno. Tuttavia, la raccolta di prove mediche può essere complicata, soprattutto quando le condizioni del paziente rischiano di cambiare con il tempo. L’ATP risponde a questa esigenza consentendo di acquisire una valutazione tecnico-scientifica del caso prima che tali prove vadano perse o che le condizioni del paziente si modifichino.

Inoltre, l’ATP ha lo scopo di favorire la risoluzione delle controversie senza necessariamente avviare un processo. Infatti, la consulenza tecnica preventiva richiesta in ambito sanitario può portare a una soluzione extragiudiziale, evitando i costi e i tempi di una causa. Se il medico o la struttura sanitaria riconoscono il danno sulla base dell’ATP, è possibile raggiungere un accordo risarcitorio senza ulteriori procedure.

Quando l’ATP è obbligatorio?

La legge prevede che l’ATP sia obbligatorio in alcuni casi specifici, come quelli disciplinati dall’articolo 696-bis del Codice di Procedura Civile, che introduce la Consulenza Tecnica Preventiva ai fini della Composizione della Lite (CTP). Questa procedura è obbligatoria nei casi di responsabilità medica e sanitaria, poiché rappresenta una condizione di procedibilità per avviare un eventuale giudizio.

Significa che, prima di intentare una causa per danni da malasanità, il paziente deve richiedere un ATP per tentare una conciliazione con la controparte.

L’obbligatorietà mira a incentivare la risoluzione delle controversie in modo più rapido e meno oneroso, affidando a un consulente tecnico nominato dal giudice il compito di valutare la fondatezza della domanda e di favorire un accordo tra le parti.

Quando si può richiedere la consulenza Tecnica Preventiva?

L’ATP può essere richiesto in diverse circostanze, anche al di fuori dell’ambito sanitario. In generale, può essere richiesto:

  • quando è necessario accertare fatti o condizioni che rischiano di mutare o deteriorarsi.
  • Quando si desidera ottenere una perizia tecnica che possa essere utilizzata per una composizione amichevole della lite.
  • Quando si vuole acquisire prove documentali o tecniche che potrebbero essere utili in un eventuale giudizio.

In ambito sanitario, il paziente o i suoi familiari possono richiedere l’ATP per dimostrare che un trattamento medico ha causato un danno o per verificare se il medico o la struttura abbiano rispettato gli standard di cura. La richiesta deve essere inoltrata al giudice competente, che nominerà un consulente tecnico (CTU) per svolgere l’accertamento.

Differenze tra l’ATP ex art. 696 c.p.c. e 696-bis c.p.c.

Gli articoli 696 e 696-bis del Codice di Procedura Civile disciplinano due tipi di accertamento tecnico preventivo, che si distinguono per finalità e modalità:

Articolo 696 c.p.c. – Accertamento Tecnico Preventivo Tradizionale
L’ATP tradizionale ha lo scopo di accertare situazioni di fatto prima che queste possano essere alterate dal tempo. È utilizzato in una vasta gamma di contesti, come danni a beni immobili, incidenti stradali o, appunto, casi di malasanità. L’accertamento tecnico preventivo ex art. 696 c.p.c. non implica necessariamente la composizione della lite, ma serve a conservare prove utili in un eventuale processo.

In questo caso, il giudice nomina un consulente tecnico d’ufficio (CTU), il quale svolge le verifiche necessarie e redige una relazione tecnica che potrà essere utilizzata nel giudizio successivo.

Articolo 696-bis c.p.c. – Consulenza Tecnica Preventiva ai Fini della Composizione della Lite (CTP)
L’articolo 696-bis, introdotto con l’obiettivo di favorire la risoluzione alternativa delle controversie, è specificamente finalizzato alla composizione della lite. Questa procedura è obbligatoria nei casi di responsabilità sanitaria e prevede che il consulente tecnico, oltre a svolgere gli accertamenti richiesti, tenti di conciliare le parti.

Se il consulente rileva la fondatezza della domanda del paziente, può proporre una soluzione risarcitoria che la controparte può accettare o respingere. Se le parti raggiungono un accordo, il giudice lo omologa, chiudendo la controversia senza necessità di ulteriori azioni legali.

Quali sono le principali differenze tra i due istituti?

I due istituti appena visti differiscono innanzitutto per finalità: l’art. 696 c.p.c. mira esclusivamente a conservare prove, mentre l’art. 696-bis c.p.c. punta alla conciliazione delle parti. Mentre l’art. 696-bis è specifico per la responsabilità sanitaria e contrattuale, l’art. 696 ha un’applicazione più generale.

La consulenza ex art. 696-bis c.p.c. può concludersi con una proposta conciliativa vincolante, mentre quella ex art. 696 c.p.c. si limita a fornire elementi probatori.

Quali sono i vantaggi dell’ATP per le parti coinvolte?

Richiedere un ATP, specialmente ai sensi dell’art. 696-bis, offre diversi vantaggi:

  1. risparmio di tempo e costi: favorisce una risoluzione più rapida rispetto a un processo ordinario.
  2. Riduzione dei conflitti: consente di raggiungere accordi evitando lunghe battaglie legali.
  3. Prove tecniche solide: fornisce una base probatoria oggettiva e attendibile.
  4. Tutela preventiva: conserva prove che potrebbero essere compromesse con il tempo.

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