Il cancro al seno è una delle patologie oncologiche più comuni e letali a livello globale. Recenti ricerche hanno esplorato il legame tra il sistema nervoso e la progressione della neoplasia, rivelando che i nervi sensoriali all’interno dei tumori al seno svolgono un ruolo fondamentale non solo nella crescita dello stesso, ma anche nella sua diffusione metastatica. Un articolo pubblicato su Nature svela un meccanismo che potrebbe rivoluzionare le strategie terapeutiche contro questa malattia
Cancro al seno: un approfondimento sulla patologia e ruolo dei nervi
Il cancro al seno è la forma tumorale più comune tra le donne e la principale causa di morte oncologica femminile. Solo nel 2020, sono stati diagnosticati circa 2,3 milioni di nuovi casi in tutto il mondo.
La neoplasia è caratterizzata dalla proliferazione incontrollata delle cellule nelle ghiandole mammarie, che porta alla formazione di tumori maligni.
Tra i vari tipi di cancro al seno, si distinguono il carcinoma duttale in situ, quello lobulare e il carcinoma infiammatorio, ciascuno con specifiche caratteristiche cliniche e molecolari. Quanto alle cause, sono multifattoriali: includono predisposizioni genetiche, fattori ormonali e ambientali. I sintomi tipici comprendono la presenza di noduli al seno, alterazioni nella forma o dimensione dello stesso, secrezioni dal capezzolo e cambiamenti cutanei. La diagnosi precoce è fondamentale e si avvale di tecniche come la mammografia, l’ecografia e la biopsia. Le opzioni di trattamento variano dalla chirurgia (mastectomia o lumpectomia) alla chemioterapia, radioterapia e terapie ormonali, a seconda dello stadio della malattia e del tipo di tumore.
Focus sul nuovo studio
Uno studio pubblicato su Nature ha evidenziato un nuovo meccanismo patogenetico del cancro al seno, evidenziando il ruolo dei nervi sensoriali nel favorire non solo la crescita del tumore, ma anche la sua diffusione metastatica. Gli scienziati hanno scoperto che questi, una volta attivati all’interno del microambiente tumorale, rilasciano un neuropeptide chiamato sostanza P, che stimola il tumore a crescere e diffondersi. Il processo, definito “diafonia neuro-cancro”, suggerisce che l’interferenza con questo specifico percorso nervoso potrebbe costituire una strategia terapeutica efficace per bloccare la progressione della neoplasia. Entriamo nel vivo della questione.
L’innervazione e il ruolo del sistema nervoso nel cancro
Attraverso esperimenti su modelli murini, i ricercatori hanno dimostrato che i tumori al seno con un’innervazione sensoriale più intensa mostrano una maggiore tendenza a metastatizzare rispetto a quelli con minore innervazione.
In vitro, è stato osservato che le cellule oncologiche coltivate insieme ai neuroni sensoriali hanno mostrato una crescita accelerata e una maggiore capacità di invasione dei tessuti circostanti. Ad affermarlo, Sohail Tavazoie, professore della Rockefeller University di New York e autore dello studio. «Abbiamo scoperto che i nervi non solo promuovono la crescita delle cellule del cancro al seno. Aiutano anche le cellule a metastatizzare e a sfondare meglio nei tessuti».
Un meccanismo complesso
Approfondendo le loro ricerche, gli studiosi hanno identificato il gene SLIT2 come responsabile della guida dell’innervazione nei tumori particolarmente aggressivi. Una volta che i nervi penetrano nel cancro, rilasciano la sostanza P, che interagisce con il recettore TACR1 sulle cellule tumorali, stimolandone la crescita e la metastatizzazione. Questo processo non solo aumenta l’aggressività della patologia, ma attiva anche un meccanismo inaspettato. In pratica, alcune cellule cancerose muoiono, rilasciando RNA a singolo filamento, che a sua volta lega specifici recettori sulle cellule tumorali vicine, attivando geni pro-metastatici. «È stato inaspettato osservare che il neuropeptide rilasciato dai nervi sensoriali agisce direttamente sulle cellule tumorali per attivare una risposta di segnalazione dell’RNA. Questo potrebbe avere rilevanza anche in altri tipi di tumori, oltre al cancro al seno». Questo il commento di Veena Padmanaban, co-autrice dello studio.
Implicazioni cliniche e potenziali trattamenti
Le implicazioni cliniche di questi risultati sono significative. I dati disponibili suggeriscono che livelli elevati di sostanza P e le firme genetiche associate sono correlati a una maggiore incidenza di metastasi e a una ridotta sopravvivenza nelle pazienti affette da cancro al seno. Tuttavia, uno spiraglio di speranza viene dall’uso di un farmaco già approvato dalla FDA, l’aprepitant, utilizzato solitamente per prevenire la nausea nei pazienti in chemioterapia. I ricercatori hanno dimostrato che il medicinale può inibire sia la crescita sia la metastasi del cancro al seno.
Questo suggerisce che potrebbe rappresentare una nuova opzione terapeutica. «Poiché l’aprepitant è già approvato e sicuro – osserva Tavazoie – gli oncologi possono prendere in considerazione studi clinici per testare l’impatto di questo farmaco sulla progressione del cancro nei pazienti con cancro al seno».
Fonti
Nature: “Neuronal substance P drives metastasis via an extracellular RNA-TLR7 axis”, Nature (2024).