Quando il disturbo psicosomatico porta ad una patologia organica

Ne parleremo con il Professor Massimo Biondi direttore di Psichiatria e Psicofarmacologia del Policlinico Umberto I di Roma e Professore Ordinario di Psichiatria a La sapienza Università di Roma

I disturbi e malattie psicosomatiche non sono in realtà solo ‘funzionali’, ovvero senza lesioni d’organo. Gli studi sullo stress hanno documentato ormai da molti anni che esiste una seconda area di disturbi psicosomatici in cui, purtroppo, può insorgere una condizione di vera e propria patologia organica.  Una lesione d’organo a causa, per esempio, di eventi esistenziali gravi o situazioni di stress protratte nel tempo. Questo perché a volte le conseguenze dello stress e della somatizzazione protratta incidono sull’integrità di organi e funzioni. Gli esempi sono molteplici. 

Professore quali sono i casi in cui un disturbo psicosomatico può portare ad una patologia organica?

“Stress emozionali protratti portano a disregolazioni del sistema neurovegetativo e neuroendocrino che coinvolgono in prima battuta la produzione di sostanze come le catecolamine, il cortisolo e altri ormoni (per citare i più conosciuti). Queste disregolazioni producono sui recettori degli organi bersaglio (ad esempio il cuore, i vasi) effetti acuti e effetti a lungo termine, che possono risultare in danni veri e propri.
Ci sono casi di cardiopatia coronarica, di infarto miocardico, di ictus, ricollegabili, in associazione ad altri fattori di rischio (alimentazione, dislipidemia, fumo, ereditarietà, ecc.) all’effetto di stress acuto o cronico. Lo stress aumenta anche l’aggregazione piastrinica, aumentando il rischio di trombosi.
Esistono peraltro, come gli stessi cardiologi sottolineano, infarti senza ostruzione coronarica, e patologie come la sindrome di Takotsubo, con gravi modificazioni cardiache, acute, scatenate dalle modificazioni catecolaminergiche e del cortisolo, secondarie a periodi di forti stress. Esiste un asse ‘cervello-cuore’ così come un asse ‘cervello-intestino’, che sono alla base della connessione tra questi organi e della possibilità che eventi e situazioni esistenziali stressanti ‘colpiscano’ dando malattie di essi.

Il ruolo dello stress come co-fattore è stato documentato anche nel caso di varie patologie gastrointestinali, come il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa. Lo stress non è mai l’unica causa, indubbiamente. Esso concorre alla patogenesi in alcuni casi e diverse volte modula il decorso della malattia.
Nell’ambito delle ricerche anche da noi condotte si è spesso sottolineato come lo stress, più che generare da solo patologie slatentizzi condizioni di rischio genetiche o ambientali esistenti nelle persone. Altre indagini ancora, hanno dimostrato importanti rapporti tra il cervello e il sistema immunitario, o meglio, immuno-infiammatorio. Il rapporto è bidirezionale. Situazioni di stress influenzano e possono modificare funzioni immuni di vario tipo. Nel caso di una depressione immunitaria indotta da stress, hanno documentato molti studi, se il soggetto incontra un agente infettivo ha minori difese immunitarie in quel momento ed è più attaccabile da agenti patogeni, al raffreddore, all’influenza e ad altre condizioni ancora. Il settore di studio si chiama psiconeuroimmunologia, sviluppatosi molto dagli anni ’80…”

Quindi il disturbo da conversione isterica è dovuto a un conflitto inconscio mentre i disturbi psicosomatici sono una reazione a eventi e situazioni stressanti

“Si. È chiaro che in tutti questi casi che abbiamo detto sopra l’aumentata morbilità (e talora, purtroppo, mortalità) dovuta a stress e alle condizioni psicosomatiche collegate, nulla ha a che vedere con il meccanismo dei disturbi ‘isterici’ dove i sintomi sono una sorta di rappresentazione simbolica del conflitto psichico sottostante a livello inconscio”.

Diagnosticare un disturbo psicosomatico

“Diagnosticare disturbi e malattie psicosomatiche sembra semplice, ma non lo è. Un errore classico è quello della diagnosi del disturbo psicosomatico ‘per esclusione’, ovvero di fronte a una persona con un disturbo fisico di cui non si riesce ad appurare le cause dopo opportuni accertamenti ed esami, si dice che allora dev’essere psicosomatico.
Nella mia esperienza, il disturbo psicosomatico va diagnosticato dopo un’attenta valutazione anamnestica, la ricostruzione del rapporto temporale tra condizioni psicologiche di stress, tipo di coping, personalità, eventi e situazioni stressanti e manifestazione dei disturbi.

Inoltre, prima di formulare una diagnosi di disturbo psicosomatico, si deve avere ben chiari quali possano essere i meccanismi biologici che mediano il rapporto tra la mente, lo stress e la funzione o organo colpiti. Citavo prima gli esempi dell’asse cervello-cuore, asse cervello-intestino, oppure l’azione di ormoni collegati allo stress come le catecolamine e il cortisolo (e tanti altri), o, ancora, il rapporto tra cervello e sistema immuno-infiammatorio. È un campo di studio a parte, questo, ulteriore rispetto a quello di una buona formazione medica.  

È sbagliato diagnosticare un disturbo psicosomatico solo perché non si riesce al momento a trovare cause mediche organiche. Ho avuto dei casi drammatici di questo tipo in passato e ho osservato errori diagnostici.

Infine, penso risulti chiaro che i sintomi di queste somatizzazioni e disturbi da stress non si possono ‘interpretare’ leggendo in chiave simbolica un’ipertensione arteriosa, un colon irritabile o le macchie di una dermatite, i sintomi somatici”.

Quali patologie psichiatriche nascondono i disturbi psicosomatici?

“Disturbi psichiatrici come la depressione maggiore e diversi disturbi d’ansia (quello da attacchi di panico, il disturbo d’ansia generalizzata) si manifestano oltre che con sintomi psichici anche con sintomi somatici. Questi non sono propriamente sintomi psicosomatici come quelli discussi sinora”.

Depressione e sintomi psicosomatici

“I sintomi somatici della depressione sono numerosi: tra questi, stanchezza, affaticabilità, dolenzie e dolori vari, senso di oppressione, mancanza di appetito, dimagrimento, talora stipsi, perdita di capelli, una aumentata sensibilità al dolore fisico, riduzione della spinta sessuale.

Diversi studi hanno suggerito che nelle depressioni più gravi ci sia un alterato assetto del sistema immuno-infiammatorio e del sistema endocrino (con sfasamento del bioritmo del cortisolo), alterazione del ciclo sonno-veglia, dati che spiegherebbero peraltro alcuni dei sintomi sopra menzionali.
Questi non sono propriamente disturbi psicosomatici: sono i sintomi fisici associati alla depressione. Perché la depressione non è solo un insieme di sintomi psichici ma è un alterato effetto somatico tra modificazioni organiche che spesso si presentano nei soggetti affetti da questa patologia. Migliorano – occorre un po’ di tempo – con le cure contro la depressione, farmacoterapia antidepressiva e psicoterapia, a seconda dei casi e variamente combinate”.

Ansia, attacchi di panico e sintomi psicosomatici

“Anche coloro che hanno un disturbo da attacchi di panico presentano spesso tachicardia, palpitazioni, tremore muscolare.
Ancora senso di mancanza d’aria, senso di oppressione al petto (tanto da temere di avere un infarto), sudorazione, senso di calore, vertigini e senso di sbandamento, paura di svenire.

Si tratta di sintomi normalmente correlati all’ansia.

L’ansia non è soltanto apprensione e paura ma presenta tipici sintomi somatici.
La parola ansia viene da angere (stringere): ha la stessa radice di ‘angina’ pectoris perché il paziente ansioso ha spesso un senso come di ‘stretta al cuore’ e oppressione toracica. Spesso infatti va al pronto Soccorso dove fanno una visita e un controllo con elettrocardiogramma e risulta del tutto normale.

Anche questa non è una somatizzazione né tantomeno isteria. È dovuto al fatto che l’ansia attiva il sistema adrenergico e produce questi effetti. Quindi l’associazione tra patologia psichiatrica e disturbi somatici c’è ma perché vanno insieme”.

Invece per quanto riguarda l’isteria si può dire che sia una patologia psichiatrica?

“Si è una patologia squisitamente psichiatrica. Come ho detto prima viene spesso vista dal neurologo per escludere che i sintomi (disturbi della sensibilità, della motricità) abbiano cause organiche e siano dovute, in pratica, a patologie o lesioni del sistema nervoso.
Una perdita di sensibilità di un paziente con isteria avviene con il sistema nervoso della sensibilità normale e intatto. Ancora, nel caso di una difficoltà o impossibilità a inghiottire cibi solidi, sarà il gastroenterologo con visita ed esami ad escludere una disfagia su base organica (esofagite, tumori, ecc.), e così via”.

Quindi quando la persona viene visitata non si riscontrano sintomi fisici?

“Se l’oculista, ad esempio, non trova problemi manda il soggetto dal neurologo per capire se ci sono alterazione dei nervi che controllano l’occhio. Ma nel caso dell’isteria non ci sono. Per questo le dicevo pseudo neurologica le faccio un esempio. Venne una volta una ragazza che stava su una sedia a rotelle e non si poteva alzare. Aveva girato molti centri neurologici perché sembrava che avesse una grave paresi. Le gambe erano immobilizzate. Non le muoveva.
Ma in tutti gli accertamenti che ha fatto hanno riscontrato l’integrità delle vie nervose ed escluso malattie neurologiche.
Quindi era un classico quadro di isteria.
Non si alzava e questo fenomeno la portava ad avere una grande attenzione su di sé. Tutti erano preoccupati era al centro dell’interesse dei medici.

Spesso la persona isterica si mostra indifferente rispetto alla sua menomazione, addirittura fa finta di niente e può essere sorridente con gli altri (i francesi la chiamano la ‘ belle indifference’).

Il quadro dell’isteria è legato al fatto che c’è una teatralità e con questa malattia la persona può – inconsapevolmente, sottolineo ancora – poteva conquistarsi l’attenzione di tutte le persone care”.

Ma se la persona è consapevole può guarire?

“No. Non basta dirglielo. I meccanismi dell’isteria sono inconsci. Non è una simulazione. Non ci sono medicinali contro l’isteria. Un ansiolitico o un antidepressivo possono aiutare ma non curano l’isteria. È necessario, con attenzione e cautela che lo psicoterapeuta aiuti il soggetto a fargli accettare, elaborare la cosa. Possono volerci mesi o anni. Dipende.
Ci sono persone che non vanno né dallo psichiatra né dallo psicoterapeuta, perché rifiutano l’idea che sia una malattia mentale. A volte anche i familiari e restano così per anni.

Bisogna portare alla luce questi fenomeni inconsci e lavorarci con il/la paziente”.

Curare i disturbi psicosomatici

Esistono molte cure possibili, con farmaci per l’ansia, la depressione, per curare il dolore e altri sintomi fisici disfunzionali.
Ci sono psicoterapie brevi adatte, tecniche di rilassamento, il biofeedback, terapie psicocorporee ed altri interventi ancora, da adattare a seconda dei casi per una cura personalizzata”.

Osservare e non guardare: accettare gli altri e guardare il mondo con occhi diversi

I disturbi psicosomatici sono molto diffusi. Quindi bisognerebbe iniziare a guardare queste persone con occhi non giudicanti né compassionevoli. Sono persone che hanno un disagio profondo e questo, non va sottovalutato perché può portare gravi conseguenze. Quando si tratta di disturbi psicologici non si pensa a quanto queste persone soffrano, anche se non sono afflitte da patologie organiche, a quanto in realtà, anche se sono in vita è come se non lo fossero.
Come se vivessero nella morte. La morte nella vita. Da attraversare e da superare attraverso un difficile percorso che non va giudicato né sottovalutato. Dobbiamo imparare a guardare il mondo e gli altri con occhi diversi. Accettando l’Altro si può divenire meno critici anche verso sé stessi. Solo allora potremmo essere migliori.  E lo sarà, così, anche il mondo.





Autore: Ilaria Cicconi