L’evoluzione della legge in materia di malasanità

La giurisprudenza e la legge in materia di malasanità si sono evolute nel tempo e continua a farlo. La tendenza è sempre più quella di bilanciare i diritti dei pazienti con la necessità di proteggere i medici da richieste eccessive. Dalla Legge 238 del 1978 alla Legge Gelli del 2017, il quadro normativo è diventato più dettagliato e garantista, promuovendo trasparenza, sicurezza e responsabilità condivisa tra medici e strutture sanitarie.

Di recente la legge sul diritto all’oblio e l’aumento del massimale risarcibile hanno migliorato il quadro delle tutele a favore dei pazienti. Qui di seguito vediamo come si è avoluta nel dettaglio la giurisprudenza in materia di malasanità e responsabilità medica in Italia.

Evoluzione in materia di Malasanità: Leggi e Sentenze principali

La giurisprudenza in materia di malasanità ha subito una significativa evoluzione negli ultimi decenni, riflettendo i mutamenti nella società, nei diritti del paziente e nella responsabilità del sistema sanitario. Questo percorso è stato scandito da leggi fondamentali, come la Legge n. 238 del 1978, la Legge Balduzzi (n. 189 del 2012) e la Legge Gelli-Bianco (n. 24 del 2017), e da sentenze rilevanti che hanno definito i confini della responsabilità civile e penale di medici e strutture sanitarie.

La Legge n. 238 del 1978: la Responsabilità Civile in ambito sanitario

La Legge n. 238 del 1978 ha rappresentato uno dei primi punti di svolta nella disciplina della malasanità, introducendo formalmente il principio della responsabilità civile del medico e della struttura sanitaria per i danni causati al paziente. Questa normativa ha riconosciuto il diritto del paziente di essere risarcito per errori medici, omissioni o trattamenti inadeguati che abbiano provocato danni fisici, psicologici o patrimoniali.

Prima di questa legge, la responsabilità medica era regolata principalmente dal diritto civile generale, e il paziente doveva dimostrare un illecito o una negligenza del medico. La legge del 1978 ha reso più chiaro e accessibile il percorso risarcitorio, stabilendo che:

  • la struttura sanitaria rispondeva in modo diretto dei danni subiti dai pazienti per la condotta negligente dei propri dipendenti (responsabilità contrattuale).
  • Il medico rispondeva in prima persona solo nei casi di colpa grave o dolo.

La Legge Balduzzi (n. 189 del 2012): un primo rinnovamento

La Legge n. 189 del 2012, nota come Legge Balduzzi, ha introdotto una revisione importante della responsabilità medica, cercando di bilanciare i diritti dei pazienti con la necessità di tutelare i professionisti sanitari da richieste risarcitorie eccessive o infondate.

Uno degli aspetti principali della legge è stata la ridefinizione della responsabilità penale dei medici. In particolare, ha stabilito che il medico non risponde penalmente per colpa lieve se ha rispettato le linee guida o le buone pratiche clinico-assistenziali approvate a livello scientifico. Questo principio aveva lo scopo di limitare il cosiddetto “eccesso di medicina difensiva”, cioè la tendenza dei medici a prescrivere esami o trattamenti inutili per evitare accuse di negligenza.

La responsabilità civile del medico è stata invece mantenuta nell’ambito della responsabilità extracontrattuale (art. 2043 del Codice Civile), mentre quella delle strutture sanitarie è rimasta contrattuale, aumentando il loro onere probatorio e favorendo i pazienti nei processi di risarcimento.

La Legge Gelli-Bianco (n. 24 del 2017): riforma strutturale

La Legge Gelli-Bianco, approvata nel 2017, ha segnato un cambiamento ancora più radicale, stabilendo un quadro normativo dettagliato e organico per la gestione della responsabilità medica e sanitaria. Questa legge ha introdotto nuove regole sulla responsabilità civile e penale, sul sistema di risarcimento e sulla sicurezza delle cure.

Responsabilità Civile e Penale: le novità

  • La responsabilità penale dei medici è stata ulteriormente limitata, prevedendo l’esclusione della punibilità per colpa lieve quando il medico segue linee guida o buone pratiche validate.
  • La responsabilità civile del medico è stata definitivamente configurata come extracontrattuale, riducendo i termini di prescrizione a cinque anni e richiedendo al paziente di dimostrare il nesso causale tra condotta del medico e danno subito.
  • La struttura sanitaria, invece, continua a rispondere in modo contrattuale, con un termine di prescrizione di dieci anni, rafforzando la sua posizione di garante nei confronti del paziente.

Obbligo di Assicurazione per medici e strutture

La Legge Gelli ha introdotto l’obbligo per i medici e le strutture sanitarie di stipulare polizze assicurative per coprire i danni causati ai pazienti. Questa disposizione mira a garantire la disponibilità di risorse economiche per i risarcimenti e a proteggere il patrimonio personale dei medici.

Sistema di risoluzione delle controversie

La legge ha reso obbligatorio il ricorso alla Consulenza Tecnica Preventiva ai fini della Composizione della Lite (CTP), disciplinata dall’art. 696-bis c.p.c., come condizione di procedibilità per avviare un giudizio per malasanità. Questo meccanismo ha lo scopo di favorire la risoluzione extragiudiziale delle controversie.

Diritto all’Oblio e aumento del massimale di risarcibilità

Negli ultimi anni, la giurisprudenza ha affrontato anche il tema del diritto all’oblio in ambito sanitario, garantendo al paziente il diritto di ottenere la cancellazione o la limitazione dell’accesso a informazioni mediche che non siano più rilevanti o necessarie. Questo diritto è particolarmente importante per proteggere la riservatezza e la dignità del paziente. In particolare i pazienti sopravvissuti al cancro hanno il diritto all’oblio dopo 10 anni senza recidive.

Parallelamente, le normative recenti hanno previsto un aumento dei massimali di risarcibilità per garantire che i pazienti possano ottenere un equo risarcimento anche in caso di danni gravi o complessi. Questo cambiamento è stato accompagnato da un rafforzamento dei requisiti per le polizze assicurative, che devono essere proporzionate ai rischi e alle attività svolte dai professionisti e dalle strutture.

Giurisprudenza e Sentenze rilevanti in materia

Le decisioni della Corte di Cassazione hanno giocato un ruolo cruciale nell’evoluzione della materia. Tra le sentenze più significative:

  • Sentenza Franzese (2002): ha stabilito i criteri per valutare il nesso causale in ambito penale, imponendo la necessità di un’alta probabilità logica per dimostrare che il comportamento del medico ha causato il danno.
  • Sentenza 28985/2019: ha confermato che il paziente ha diritto al risarcimento se dimostra, anche solo tramite presunzioni, che l’errore medico ha compromesso le sue possibilità di guarigione o miglioramento.

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