Emicrania, ecco perché è correlata alla fotosensibilità

E’ noto che l’emicrania sia correlata anche ad una certa fotosensibilità. Oggi si è scoperto anche il perché, grazie ad uno studio coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna in collaborazione con il CNR di Pisa e l’Università di Padova. A coordinare la ricerca, il prof. Nicolò Meneghetti. L’annuncio della scoperta è stato dato con la pubblicazione sul Journal of Headache and Pain e con un video su YouTube.

Lo studio ha evidenziato che il mal di testa si associa ad una eccessiva sincronizzazione dei neuroni, che rende l’organismo ipersensibile agli stimoli visivi. L’emicrania è dunque accompagnata spesso da una spiccata sensibilità alla luce (fotosensibilità). Ecco perché chi soffre di mal di testa spesso preferisce restare al buio o comunque ne trae giovamento.

Un dato, questo, che da sempre è considerato una contraddizione. Il mal di testa infatti provoca una diminuzione dell’attività dei neuroni della corteccia visiva, l’area del cervello deputata all’elaborazione degli stimoli visivi.

Questo paradosso è ora risolto: i ricercatori hanno scoperto che i neuroni durante l’emicrania sono sì meno attivi, ma riescono a sincronizzarsi in modo rapido al punto che la loro risposta d’insieme si trasforma in un’efficacia eccessiva allo stimolo della luce.

Emicrania, quando è cronica c’è carenza di vitamina B12

Un’altra ricerca ha invece messo in evidenza un aspetto clinico legato all’emicrania. Si tratta della carenza della vitamina B12. Questa condizione è presente nei pazienti con emicrania molto intensa e cronica: ne ha parlato uno studio pubblicato sulla rivista ufficiale dell’Accademia Brasiliana di Neurologia, Arquivos de Neuro-Psiquiatria.

Gli esperti dell’università di Istanbul hanno invece cercato di determinare la correlazione tra la frequenza degli attacchi di emicrania e proprio questa carenza di B12, anche rispetto all’entità del dolore. Tra il 2019 e il 2020 sono stati 127 i pazienti affetti da emicrania studiati e 45 quelli sani (gruppo di controllo) all’Okmeydani Training and Research Hospital.

In base alla frequenza degli attacchi, i ricercatori hanno formato tre gruppi di pazienti: il primo con attacchi episodici infrequenti, con 1-3 attacchi al mese; il secondo con attacchi episodici frequenti – tra i 4 e il 14 al mese – e infine i pazienti cronici, cioè coloro che soffrono di emicrania per oltre 4 ore per 15 giorni e più al mese, per almeno tre mesi.

Il risultato è stato che i livelli di B12 nei pazienti con emicrania erano più bassi rispetto a quelli dei pazienti del gruppo di controllo; e che nei pazienti cronici i livelli di B12 erano i più bassi in assoluto. Un altro aspetto, è che invece ad essere più alto nei pazienti con scarsa B12 era il livello di dolore. Infine una nota di rilievo: gli esperti hanno anche segnalato che a peggiorare la situazione potrebbe essere l’assunzione di analgesici per il dolore. Questi ultimi infatti possono disturbare l’assorbimento della vitamina. Cosa causi invece la carenza di B12 è ancora tutto da capire.

Autore: Stefania Belmonte