La chirurgia oftalmoplastica rappresenta una delle frontiere più avanzate dell’oftalmologia per il trattamento di patologie e inestetismi della regione orbito-palpebrale. Dai traumi oculari alle neoplasie benigne e maligne, dalle alterazioni legate all’età fino ai disagi funzionali come la ptosi o le difficoltà di drenaggio lacrimale, questa disciplina unisce funzione ed estetica. In Italia, la blefaroplastica, uno degli interventi più richiesti, conta circa 40mila operazioni l’anno.
In occasione del 15° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Medici Oculisti (AIMO), gli esperti del settore si sono riuniti per affrontare i temi legati all’innovazione e alle pratiche più efficaci. Coordinato dal professor Francesco Quaranta Leoni, uno dei massimi esperti internazionali, il simposio “Estetica della regione perioculare: stato dell’arte” ha offerto uno sguardo approfondito sulle nuove tecniche, sull’evoluzione delle esigenze dei pazienti e sull’importanza di un approccio personalizzato
La chirurgia oftalmoplastica: un’area complessa, tra funzione ed estetica
La chirurgia oftalmoplastica rappresenta una disciplina medica estremamente complessa e variegata, in cui si intrecciano esigenze estetiche e funzionali. Nello specifico, si occupa di affrontare e risolvere un ampio spettro di problematiche legate alla regione orbitale, palpebrale e perioculare, combinando competenze altamente specialistiche con un approccio personalizzato per ogni paziente.
Tra le situazioni più frequenti che richiedono l’intervento di un chirurgo oftalmoplastico troviamo le malformazioni congenite, che possono incidere significativamente sulla funzionalità delle palpebre o dell’orbita. Difetti presenti sin dalla nascita non solo compromettono l’aspetto estetico, ma possono interferire con funzioni vitali come la protezione oculare e la corretta visione. Parallelamente, i segni dell’invecchiamento, quali le borse palpebrali, il rilassamento cutaneo o la ptosi, possono essere trattati per ridare freschezza al volto, migliorando al contempo l’espressività e la qualità della vita del paziente.
I diversi ambiti della chirurgia
Un altro ambito importante della chirurgia oftalmoplastica riguarda le patologie più gravi, spesso legate a malattie sistemiche o a neoplasie. Tumori benigni come gli angiomi infantili o maligni che colpiscono l’orbita e le strutture adiacenti necessitano di interventi altamente precisi e mirati, volti a preservare la funzione visiva e a limitare i danni estetici. Patologie come l’orbitopatia tiroidea, strettamente connesse a malattie endocrine, possono compromettere la motilità oculare e provocare alterazioni evidenti nella regione palpebrale, richiedendo interventi chirurgici per ristabilire l’equilibrio funzionale ed estetico.
Traumi orbito-palpebrali, come lacerazioni, fratture o lesioni delle strutture orbitarie, rappresentano un altro campo in cui la chirurgia oftalmoplastica dimostra la sua importanza. Questi traumi, spesso causati da incidenti o lesioni sportive, richiedono una ricostruzione meticolosa per garantire non solo la funzionalità oculare, ma anche l’armonia estetica del volto.
Infine, una delle sfide più significative è rappresentata dalla riabilitazione estetica e funzionale. Pazienti affetti da anoftalmia, ptosi palpebrale o paresi facciale necessitano di un approccio multidisciplinare per migliorare non solo l’aspetto fisico, ma anche la loro qualità di vita. Questi interventi, spesso combinati con protesi avanzate o tecnologie innovative, permettono di restituire al paziente fiducia in sé stesso e un maggiore benessere.
La chirurgia oftalmoplastica, dunque, non si limita a intervenire su problematiche specifiche, ma abbraccia una visione complessiva del paziente, con l’obiettivo di unire funzionalità ed estetica in un unico percorso terapeutico, personalizzato e innovativo.
Blefaroplastica: la regina della chirurgia estetica
Un focus importante del simposio ha riguardato la blefaroplastica, il procedimento estetico più eseguito in Italia per il ringiovanimento dello sguardo. Questo intervento consente di correggere l’eccesso di cute, muscolo o grasso delle palpebre, restituendo al volto un aspetto più fresco e riposato. Secondo il professor Quaranta Leoni:
«La blefaroplastica è un intervento che deve essere modellato su ogni singolo paziente. È possibile eseguirla sulle sole palpebre superiori, su quelle inferiori o su entrambe contemporaneamente. In alcuni casi, invece di rimuovere il grasso in eccesso, lo riposizioniamo in una posizione anatomica più adatta».
La blefaroplastica si conferma uno degli interventi più richiesti in ambito di chirurgia estetica, sia in Italia che a livello globale. Questo tipo di operazione, che si concentra sulla correzione di difetti e segni dell’invecchiamento nella zona palpebrale, ha guadagnato una crescente popolarità negli ultimi anni. In Italia, rappresenta il 12,9% del totale degli interventi estetici, mentre nel panorama mondiale arriva a coprire il 15% delle procedure di chirurgia plastica. È l’intervento più richiesto dagli uomini e il terzo tra le donne, superato solo dalla mastoplastica additiva e dalla liposuzione. L’aumento della domanda è stato influenzato anche dal massiccio utilizzo della videoconferenza, che ha portato molte persone a notare difetti o imperfezioni del viso, spingendole a cercare soluzioni per migliorare il proprio aspetto.
La procedura
La procedura, caratterizzata da una notevole precisione e sicurezza, viene eseguita in anestesia locale associata a una leggera sedazione. Questo approccio riduce significativamente i rischi rispetto all’anestesia generale e garantisce un recupero più rapido. Entro due o tre giorni dall’intervento, la maggior parte dei pazienti è in grado di riprendere le normali attività quotidiane, seppur con alcune accortezze. È consigliabile evitare l’attività sportiva per circa due settimane, per favorire una guarigione completa e minimizzare il rischio di complicazioni.
La blefaroplastica non è solo una scelta estetica, ma spesso anche funzionale, poiché la rimozione di pelle in eccesso o di accumuli adiposi può migliorare il campo visivo compromesso. Grazie ai tempi di recupero brevi e ai risultati duraturi, questo intervento si è affermato come una soluzione versatile e accessibile per chi desidera un volto più fresco e riposato, senza stravolgerne i tratti naturali.
Secondo Quaranta Leoni, «un buon risultato richiede un’analisi ragionata, una pianificazione adeguata e la collaborazione del paziente nel periodo post-operatorio».
La blefaroplastica, pur essendo un intervento autonomo di grande efficacia, può essere potenziata attraverso la combinazione con altre tecniche di ringiovanimento, offrendo risultati più completi e armoniosi. Questo approccio sinergico consente non solo di correggere i segni del tempo nella zona palpebrale, ma anche di migliorare la qualità complessiva della pelle e di ridefinire i contorni del viso, creando un effetto più naturale e bilanciato.
Abbinamento di trattamenti
Una delle opzioni più comuni è l’abbinamento con trattamenti di peeling chimico o tecniche di resurfacing cutaneo, che permettono di migliorare la texture e il tono della pelle. Questi interventi, mirati a ridurre rughe sottili e macchie cutanee, amplificano l’effetto ringiovanente della blefaroplastica, donando un aspetto complessivamente più fresco e luminoso.
In alcuni casi, si può intervenire con un lifting del sopracciglio o un lifting malare. Queste tecniche sono ideali per chi desidera ridefinire le linee del volto, sollevando le strutture cadenti e conferendo un aspetto più giovane e disteso. Il lifting del sopracciglio, in particolare, completa la blefaroplastica superiore, aprendo lo sguardo e eliminando eventuali segni di stanchezza o pesantezza.
Infine, la blefaroplastica può essere affiancata alla correzione della ptosi palpebrale o alla risoluzione di problemi di lassità cutanea. Questi interventi non solo ripristinano l’estetica dell’area oculare, ma migliorano anche la funzionalità, risolvendo difficoltà visive legate a un eccesso di pelle o alla debolezza muscolare.
La combinazione di queste tecniche consente di affrontare il ringiovanimento del viso in modo globale, offrendo risultati più duraturi e naturali. Questo approccio integrato è sempre più richiesto, perché consente di rispondere alle esigenze estetiche e funzionali in un unico percorso personalizzato, con una visione olistica della bellezza e del benessere.
Il ruolo del chirurgo oftalmoplastico
Una delle principali raccomandazioni emerse durante il simposio è stata l’importanza di affidarsi a uno specialista in oftalmoplastica per questi interventi. Il chirurgo oftalmoplastico è formato non solo per garantire un risultato estetico ottimale, ma anche per preservare la funzione visiva:
«È fondamentale che l’intervento non alteri la fisionomia del paziente, ma che si limiti a ringiovanire lo sguardo. Sebbene modeste asimmetrie siano inevitabili, la maggior parte dei pazienti ottiene un miglioramento dell’80-90% con la blefaroplastica superiore e del 70-80% con quella inferiore».
Il futuro della chirurgia oftalmoplastica
Il simposio ha sottolineato l’importanza di un approccio sempre più personalizzato e tecnologico. Con l’evoluzione delle tecniche e il miglioramento delle regolamentazioni, la chirurgia oftalmoplastica continuerà a garantire risultati sicuri e duraturi. Tuttavia, resta cruciale sensibilizzare i pazienti sulla scelta di professionisti qualificati e sulla necessità di una pianificazione meticolosa.
Conclusione
La chirurgia oftalmoplastica è molto più di un intervento estetico. È una disciplina che abbraccia la funzionalità, l’armonia e la sicurezza del paziente. Grazie a specialisti come il professor Quaranta Leoni e alle innovazioni discusse durante il Congresso AIMO, questa branca della medicina continua a evolversi, offrendo soluzioni sempre più efficaci a problematiche complesse. L’obiettivo non è solo migliorare l’aspetto esteriore, ma anche restituire ai pazienti la fiducia in se stessi e una migliore qualità della vita.