Le allucinazioni uditive, come il sentire voci inesistenti, rappresentano una delle manifestazioni più affascinanti e inquietanti di alcuni disturbi mentali, in particolare la schizofrenia. Recenti ricerche neuroscientifiche stanno fornendo nuove intuizioni su cosa accade nel cervello durante questi episodi. Uno studio pubblicato su PLOS Biology ha approfondito i meccanismi cerebrali coinvolti in questo fenomeno, rivelando che la causa principale risiede in un malfunzionamento nei processi neurali legati alla distinzione tra suoni autogenerati e suoni esterni
Schizofrenia e allucinazioni uditive: una panoramica della condizione
La schizofrenia è un disturbo mentale cronico che altera il modo in cui una persona percepisce la realtà. Oltre ai sintomi più noti, come deliri e pensieri disorganizzati, molti pazienti affetti da schizofrenia sperimentano allucinazioni uditive, ovvero percezioni uditive che avvengono in assenza di un reale stimolo esterno. Sentire voci che non esistono può influenzare profondamente la qualità della vita. Cosa che rende difficili le interazioni sociali e aumenta il rischio di isolamento.allucinazioni
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la schizofrenia colpisce circa 24 milioni di persone nel mondo, pari allo 0,32% della popolazione globale . In Italia, si stima che circa 250.000 persone siano affette da questa condizione, con un’incidenza simile nelle altre nazioni europee . Nonostante i progressi terapeutici, il disturbo rimane una malattia complessa e difficile da trattare completamente.
Meccanismi cerebrali alla base delle allucinazioni uditive
Lo studio di Xing Tian, condotto alla New York University di Shanghai e pubblicato su PLOS Biology, si concentra su due processi cerebrali che risultano compromessi nelle persone che sperimentano allucinazioni uditive. Il primo processo riguarda la “scarica corollaria”, un segnale neurale che normalmente sopprime la percezione dei suoni autogenerati, come la propria voce. Quando parliamo, il nostro cervello invia questo segnale per “silenziare” il suono della nostra voce, rendendoci più consapevoli dei suoni esterni. Tuttavia, nei pazienti con schizofrenia, questa funzione sembra essere alterata, impedendo al cervello di distinguere tra suoni generati internamente e quelli provenienti dall’ambiente esterno.
Il secondo processo riguarda una copia di efferenza “rumorosa”. In condizioni normali, la copia di efferenza è un segnale che avvisa il cervello dei movimenti che stanno per essere eseguiti, come parlare o muoversi. Nei pazienti con allucinazioni uditive, questa copia diventa “rumorosa” e amplifica la percezione dei suoni interni, causando una confusione tra pensieri interni e voci esterne. Questo potrebbe spiegare perché le persone affette da schizofrenia percepiscono i propri pensieri come voci estranee e minacciose.
Lo studio: EEG e attività cerebrale nei pazienti con schizofrenia
Nello studio, i ricercatori hanno utilizzato l’elettroencefalogramma (EEG) per misurare l’attività cerebrale di 40 pazienti con schizofrenia, suddivisi in due gruppi.
Nello specifico, venti pazienti con allucinazioni uditive e altri venti che non avevano mai sperimentato tali episodi. Durante l’esperimento, i pazienti dovevano pronunciare una sillaba mentre gli scienziati monitoravano le risposte cerebrali.
I risultati hanno mostrato che nei pazienti con allucinazioni uditive, il cervello non riusciva a sopprimere il suono autogenerato della sillaba, come normalmente avviene nelle persone sane o nei pazienti senza allucinazioni. Inoltre, è stata osservata una risposta amplificata ai suoni interni, segno di una compromissione del sistema di copia di efferenza. Questo doppio malfunzionamento è ciò che, secondo gli scienziati, contribuisce alla comparsa delle allucinazioni uditive.
Schizofrenia e allucinazioni: le radici neurali
Lo studio sottolinea come la schizofrenia comprometta il delicato equilibrio tra sistemi neurali motori e uditivi, che nel cervello sano collaborano per distinguere le informazioni interne da quelle esterne. Quando questo equilibrio viene meno, come accade nei pazienti con schizofrenia, il risultato è una confusione tra il proprio mondo interiore e la realtà esterna, con la conseguente percezione di voci che non esistono.
Queste scoperte non solo migliorano la comprensione di come funzionano le allucinazioni uditive, ma offrono anche nuove opportunità per sviluppare trattamenti mirati. In futuro, le terapie potrebbero concentrarsi sul ripristino delle connessioni tra i sistemi neurali motori e uditivi, aiutando i pazienti a distinguere meglio tra i propri pensieri e la realtà.
Curiosità: le voci nella schizofrenia
Le allucinazioni uditive nella schizofrenia non sono tutte uguali. Le voci possono variare notevolmente per intensità, contenuto e tono. Alcuni pazienti sentono voci gentili o neutrali, mentre altri riferiscono voci ostili o minacciose, che possono indurli a comportamenti pericolosi o autodistruttivi. Uno studio ha rilevato che circa il 60-80% delle persone con schizofrenia sperimenta allucinazioni uditive nel corso della malattia . Inoltre, è interessante notare che non tutti i pazienti interpretano le voci come esterne: alcuni possono rendersi conto che sono frutto della loro mente, mentre altri le considerano reali e indipendenti.
Verso nuove terapie: la sfida futura
Le scoperte di studi come quello di Tian sono promettenti, poiché aprono la strada a nuovi approcci terapeutici basati sulla comprensione dei meccanismi cerebrali alla base delle allucinazioni uditive. Terapie che mirano a correggere i difetti nella scarica corollaria e nella copia di efferenza potrebbero fornire un sollievo efficace a milioni di persone che convivono con le voci. L’uso di tecniche avanzate come la stimolazione magnetica transcranica (TMS), già utilizzata per trattare alcune forme di depressione resistente, potrebbe essere adattato per migliorare le connessioni cerebrali compromesse e ridurre la frequenza delle allucinazioni.
Fonti
PLOS Biology (2024)
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) .