Pesce di ferro: una soluzione creativa alla carenza del minerale nel nostro organismo?

In un’epoca in cui i rimedi casalinghi e le soluzioni fai-da-te spopolano sui social media, un piccolo oggetto dalla forma curiosa sta facendo parlare di sé: il pesce di ferro. Alcuni utenti di TikTok sostengono che inserire questo oggetto in ghisa durante la cottura possa aumentare il contenuto di ferro dei pasti, contribuendo a combattere la carenza di questo prezioso micronutriente. Ma quanto c’è di vero in queste affermazioni? E può davvero un “pesce fortunato” aiutarci a migliorare la nostra salute? In questo articolo esploreremo a fondo il fenomeno, analizzando gli studi e le spiegazioni scientifiche dietro questa affascinante pratica

Carenza di ferro: un pesce fuor d’acqua nella nutrizione globale

Alcuni utenti di TikTok sostengono che inserire un pesce in ghisa durante la cottura possa aumentare il contenuto di ferro dei pasti

Il ferro è un elemento essenziale per il nostro organismo. È responsabile della produzione dei globuli rossi, del trasporto dell’ossigeno ai muscoli e della sintesi del DNA. Tuttavia, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la carenza di ferro è la carenza di micronutrienti più diffusa a livello globale, colpendo soprattutto le donne e i bambini. Circa l’8% delle donne nel Regno Unito, e ben il 23% delle donne in gravidanza, soffrono di carenza di ferro, così come il 3% degli uomini.

Le cause sono molteplici. Diete povere di ferro, gravidanza, mestruazioni abbondanti, disturbi digestivi come la celiachia, e l’assunzione di farmaci che interferiscono con l’assorbimento del ferro. Questa mancanza può portare a una condizione chiamata anemia, caratterizzata da stanchezza cronica, difficoltà di concentrazione, mal di testa, vertigini e altri sintomi debilitanti.

L’assorbimento del ferro: una questione di equilibrio

Integrare ferro attraverso la dieta è il metodo più diretto per prevenire o curare la carenza. Alimenti come carne rossa, pesce, frattaglie e verdure a foglia verde sono particolarmente ricchi di ferro. Anche molti prodotti alimentari, come cereali e farine, sono fortificati con ferro per combattere le carenze. Tuttavia, assorbire il ferro dagli alimenti non è sempre così semplice.

Esistono infatti vari fattori che possono ridurre la capacità del nostro corpo di assorbire questo minerale. Alcuni alimenti contengono sostanze definite “antinutrienti” che ostacolano l’assimilazione del ferro. Ad esempio, i fitati presenti nei legumi, i polifenoli nel tè e nel caffè, e il calcio contenuto in latticini possono limitare l’assorbimento del ferro, creando un effetto di “blocco”.

Per ovviare a questi ostacoli, è consigliabile abbinare alimenti ricchi di ferro a fonti di vitamina C, che aiuta a liberare il ferro rendendolo più disponibile per l’organismo. Il succo di limone o le verdure a foglia verde, come i peperoni, possono essere ottimi alleati in questo senso.

Il “Pesce fortunato”: una tradizione riscoperta

Ma dove entra in gioco il famoso pesce di ferro? L’idea proviene da una pratica piuttosto consolidata: cucinare in pentole di ghisa, una tradizione antica in molte culture, da tempo nota per il suo effetto di arricchimento del ferro negli alimenti. Da qui, un’idea innovativa: inserire un lingotto di ferro a forma di pesce direttamente nei piatti in cottura per rilasciare piccole quantità di ferro durante la preparazione dei cibi.

Questa soluzione creativa ha origine in Cambogia, dove le comunità rurali, affette da diffusa carenza di ferro, adottarono un piccolo lingotto di ghisa modellato a forma di pesce, simbolo di fortuna, per incrementare l’assunzione del minerale. Il progetto, nato dall’iniziativa di un ricercatore canadese, ha ottenuto notevoli risultati nel miglioramento dei livelli di ferro e nella riduzione dell’anemia in diverse aree povere del mondo.

Funziona Davvero?

Gli studi condotti in Cambogia e successivamente in Perù hanno dimostrato che l’uso quotidiano del pesce di ferro ha portato a miglioramenti significativi nei livelli di questo minerale nel sangue nelle comunità coinvolte. Tuttavia, gli esperti avvertono che questa soluzione, pur essendo un valido supporto, non è miracolosa. La sua efficacia dipende da diversi fattori, tra cui la qualità della dieta e la presenza di alimenti che facilitano o inibiscono l’assorbimento del ferro.

Ad esempio, utilizzare il “pesce fortunato” in combinazione con alimenti ricchi di vitamina C potrebbe amplificare i suoi benefici, mentre una dieta ricca di antinutrienti potrebbe ridurre significativamente l’effetto positivo del pesce. Inoltre, non esistono ancora studi che confrontino direttamente l’efficacia di questo metodo con gli integratori tradizionali.

Un aiuto, ma non una cura

“Il pesce fortunato” rappresenta una soluzione creativa e accessibile, soprattutto per le popolazioni a basso reddito, per migliorare l’assunzione di ferro. Tuttavia, non è una panacea. La carenza di questo prezioso minerale richiede un approccio globale che includa una dieta equilibrata, una corretta integrazione di vitamine e minerali e, se necessario, l’uso di integratori prescritti da un medico.

In definitiva, questo curioso metodo potrebbe essere un alleato nella lotta alla carenza di ferro, ma come ci insegnano gli esperti, l’approccio deve essere sempre olistico e personalizzato.

Autore: Simona Mazza Certelli