Deprivazione sensoriale fa parte di un trattamento relax 

Una speciale vasca da bagno ci permette di sperimentare la deprivazione sensoriale.

Deprivazione sensoriale: una vasca rilassante 

La vasca per la “deprivazione sensoriale” si utilizza in qualche centro benessere, durante la cosiddetta “terapia a stimolazione ambientale limitata (a riposo)”

Come si evince dal nome, serve a privarci dei nostri “sensi”, a isolarci dal mondo.

È una vasca sferica che ricorda una conchiglia:

  • dotata di luci al led colorate (usate per i primi cinque minuti di trattamento); 
  • insonorizzata, per impedire al rumore di causare distrazioni;
  • buia, per isolarci privandoci del senso della vista;
  • contiene acqua per il 70%, il restante 30% è rappresentato da sali: magnesio e solfato di magnesio. L’elevata salinità serve per farci galleggiare più facilmente e sentire meno gli effetti della gravità;
  • l’acqua viene riscaldata a temperatura corporea.

L’ideatore della vasca 

A progettarla fu il medico e neuroscienziato americano John C. Lilly, nel 1954.

Nel tentativo di studiare l’origine della coscienza, Lilly medico del National Institute of Mental Health (NIMH), cercò di realizzare una vasca in grado di interrompere tutti gli stimoli esterni.

In effetti, durante l’immersione si ha la sensazione di trovarsi in un’altra dimensione, in uno stato alterato di coscienza.  

Purtroppo, la ricerca del medico fu abbandonata negli anni ’60, quando si preferì sperimentare altri mezzi per giungere alla privazione sensoriale.

Gli effetti allucinogeni dell’LSD o le chetamine, creavano stati simili a una trance.

Consigli prima di entrare in vasca

Per ottenere il massimo dalla sessione:

  • È consigliabile mangiare qualcosa circa 30 minuti prima della sessione;
  • Utile evitare la caffeina quattro ore prima;
  • Niente rasatura o ceretta prima del trattamento;
  • Evitare di immergersi se si ha il ciclo mestruale.

Come funziona la vasca?

Prima di immergersi nella vasca, si trascorre qualche minuto nella zona benessere. Poi una bella doccia e si è pronti.

Avvolti da fasci di luci colorate e dal suono del gong o delle campane tibetane, nel giro di dieci minuti saremo completamente rilassati. Giusto il tempo che ci vuole affinché la vasca si riempia.

Entrati in acqua, la calotta della vasca si chiuderà sopra di noi e da questo momento ha inizio il viaggio…

Inizialmente si può provare una sensazione di disagio. Ragion per cui la vasca viene illuminata per qualche minuto da luci soffuse. Poi queste si spengono e si resta in immersione per circa un’oretta. 

Cinque minuti prima del “risveglio”, si riaccendono le luci e viene diffusa una musica delicata per regalarci una piacevole sensazione di ripristino dei sensi.

Terminato il trattamento, una bella tisana rappresenta la cosiddetta “ciliegina sulla torta”

Il rilassamento è assicurato!

Cosa che di questi tempi non guasta…

A cosa serve la deprivazione sensoriale

In realtà, ognuno può utilizzare questo trattamento per rilassarsi nella maniera che gli è più congeniale.

C’è chi la trova molto indicata per la meditazione, c’è chi arriva a sperimentare una sorta di “viaggio sciamanico”, di trance, di “nirvana”.

E’ come galleggiare nel vuoto, nel grembo materno. 

Altri hanno vissuto una sorta di estasi spirituale, profonda pace interiore, improvvisa intuizione spirituale e sensazione di rinascita.

Insomma, un’esperienza mentale e sensoriale al tempo stesso. 

Durante il risveglio, le vibrazioni sonore e cromatiche saranno talmente amplificate da poterle percepire attraverso ogni singola cellula.

Ognuno ha una reazione diversa. Ciò dipende dallo stato d’animo di chi effettua il trattamento. Fatta questa specifica, è chiaro anche che ogni sessione sarà diversa.

Interocezione

Il fenomeno di “amplificazione sensoriale che abbiamo descritto qualche rigo fa, prende il nome di interocezione.

Si tratta di una consapevolezza corporea del sé, che implica ad esempio: il sentire il nostro respiro, la rabbia, il dolore, l’emozione, la fatica.

Allo stesso tempo, è la consapevolezza del movimento e della coordinazione fra le diverse parti del corpo e fra il corpo e l’ambiente. 

Essa concerne l’essere in un presente emozionale soggettivo.

Rappresenta una delle principali modalità con cui percepiamo il nostro organismo.

C’è chi arriva a sentir rimbombare in tutto il corpo i battiti del cuore. Fortissimi, quasi fossero dei rulli di tamburo. 

In altri casi si smette di percepire dove inizia il nostro corpo e dove finisce, in relazione con l’ambiente esterno. 

Si riesce inoltre a sentire ogni muscolo, ogni parte di noi. 

O magari, pur muovendo un mignolo sembra di essersi mossi tantissimo. Si ha quasi l’impressione di camminare sulla luna, in assenza di gravità.

Tutte queste sensazioni si chiamano “illusioni ipnagogiche” .

Le medesime percezioni visive, uditive, tattili o persino di movimento che si verificano durante l’addormentamento.

Benefici: cosa dice la scienza sulla deprivazione sensoriale

Diversi studi suggeriscono che fluttuare in una vasca di deprivazione sensoriale può apportare alcuni benefici in persone sane:

  • Aiuta a rilassare e sciogliere i muscoli;
  • Allevia il mal di testa;
  • Migliora il sonno;
  • Diminuisce il dolore,
  • Abbassa stress e ansia;
  • Produce diversi effetti sul cervello: una rafforzata creatività, maggiore l’immaginazione, concentrazione e intuizione;
  • Può migliorare le prestazioni atletiche, scolastiche o lavorative;
  • Potrebbe accelerare il recupero fisico, riducendo la concentrazione di acido lattico del sangue;
  • Ha effetti positivi sull’apparato cardiovascolare; 
  • Ha effetti benefici su pazienti affetti da ipertensione;
  • Favorisce la ripresa psicologia.

Effetti avversi della vasca 

Uno studio del 2015 ha segnalato alcuni effetti avversi della deprivazione sensoriale:

  • Può condurre a esperienze simili alla psicosi;
  • Durante l’addormentamento è possibile percepire sensazioni o movimenti che sembrano reali e che vengono vissuti come spiacevoli o spaventosi. Si tratta delle allucinazioni ipnagogiche di cui abbiamo parlato in questo articolo, che in certi casi provocano: sensazioni di minaccia incombente, di soffocamento, di galleggiamento, rotazione o caduta;
  • Non è indicata a chi soffre di claustrofobia.

Riferimenti 

Uno studio del 2016 su 60 atleti ha notato un certo miglioramento della ripresa psicologica di chi ha effettuato il trattamento. Lo studio ha rilevato inoltre che i risultati sono preliminari e che è necessaria una ricerca aggiuntiva.

Nel 2018 un altro studio ha dimostrato che una singola sessione di un’ora era in grado di ridurre l’ansia e migliorare l’umore nei 50 partecipanti con disturbi di ansia (studi riportati sul Journal of Nervous and Mental Disease).

Uno studio del 2016 su 46 persone affetti da disturbo d’ansia generalizzato auto-segnalato (GAD), ha rilevato che ha il trattamento ha ridotto i sintomi, come la depressione, le difficoltà del sonno, l’irritabilità e la fatica.

 

Fonti 

Simona Mazza

Autore: Simona Mazza Certelli