Zucchero bianco: un alimento da evitare

Zucchero bianco o saccarosio è considerato un “cibo killer”

Lo zucchero bianco, o saccarosio è considerato un “cibo killer” per via dei trattamenti di raffinazione.

Lo zucchero bianco è un’ingrediente che assumiamo giornalmente nella nostra alimentazione. Presente in tutti i cibi confezionati quali: biscotti, merendine, cioccolata, caramelle, gomme, liquori, bevande gassate anche senza zucchero, cereali per la colazione, etc, possiamo considerarlo un “nemico” per la nostra salute.

Lo zucchero bianco si ottiene infatti attraverso una trasformazione industriale molto lenta che, attraverso tale processo, annienta tutti i nutrienti presenti nello stesso prima di essere trasformato.

Fase uno della trasformazione dello zucchero in saccarosio

1) L’industria saccarifera utilizza latte di calce per la correzione del pH dello zucchero bianco o saccarosio;

2) Poiché la calce lascia dei residui pericolosi, lo zucchero viene trattato con anidride carbonica; 

3) Per eliminare il colore scuro si usa invece dell’acido solforoso;

Fase due: cosa resta della “sostanza morta”

1) Lo zucchero viene poi filtrato e decolorato con carbone animale (soprattutto ossa animali); 

2) Trattato con il blu oltremare, una sostanza altamente cancerogena ottenuta dal catrame;

3) Cotto, raffreddato e cristallizzato

Ciò che resta alla fine di questo processo di raffinazione è quella “sostanza morta” bianca e cristallina che conosciamo e utilizziamo in tutte le sue forme (zucchero in polvere, a velo, in zollette o liquido). 

Ovvio che tutte queste operazioni avvengono ad alte temperature, per cui si perdono tutte le sostanze nutritive di partenza: vitamine, sali minerali, enzimi e oligoelementi.

Danni da assunzione di zucchero bianco

  • Può causare fermentazioni intestinali, gas, alterazione della flora batterica, picchi glicemici, aggressività nei bambini, diabete, obesità, debolezza, problemi visivi, carie, placca, gengiviti, osteoporosi, perdita di capelli; 
  • E’ in grado di paralizzare i moti peristaltici intestinali, generare acidità gastrica e causare cancro allo stomaco. E’ anche responsabile di antiestetici cuscinetti adiposi, cellulite, ritenzione idrica, coliti, diarrea;
  • A livello psicosomatico, un eccessivo consumo di zucchero può causare irritabilità e depressione;
  • Fa ingrassare non solo perché è ricco di calorie, ma anche perché spinge a mangiare di più. E’ una sorta di “droga” che da assuefazione

Altri danni

  • Viene assorbito come si trattasse di un’iniezione intravenosa che mette l’intero sistema ghiandolare in stato di allarme. Pancreas, fegato e ghiandole adrenali vengono stressate enormemente dallo zucchero e dai dolci che lo contengono;
  • Indebolisce il sistema immunitario e incoraggia la crescita patogena di lieviti e funghi nell’organismo, in particolare la Candida Albicans;
  • Aumenta il livello generale di trigliceridi (o di grassi) nel sistema cardiocircolatorio;
  • Corrompe il senso del gusto, impedendo di apprezzare i sottili e delicati sapori dei cibi naturali.

Ma analizziamo nel dettaglio cosa accade.

Cosa accade quando mangiamo lo zucchero 

1) Il saccarosio si “caramella” sulle mucose intestinali, cosa che rallenta le funzioni digestive e blocca la funzione degli enzimi. 

Per ovviare a questo inconveniente:

  • lo stomaco fabbrica quantità sempre maggiori di acido cloridrico. 
  • Il pancreas si atrofizza nell’assorbire l’eccesso di acido prodotto e, nel tentativo di produrre insulina (per riequilibrare l’innalzamento repentino di zucchero), ci fa rischiare crisi ipoglicemiche, causa stress ormonale e abbassamento delle difese immunitarie;
  • Il fegato si incrosta perché non può eliminare questa sostanza;

2) Il saccarosio raffinato attraverso il processo appena descritto, è un prodotto senza vita, che contiene calorie vuote al 100 percento. 

Per essere assimilato, preleva dal nostro organismo: 

  • Vitamine e sali minerali al fine di bilanciare il pH del sangue a causa del suo forte potere acidificante. In particolare, “ruba” le vitamine del complesso B, necessarie al corretto funzionamento delle cellule cerebrali, la cui carenza può essere causa di aggressività e disattenzione. Quando il cervello non è alimentato di glucosio si genera difficoltà di attenzione e minore resistenza intellettuale e fisica;
  • Lo zucchero ruba anche calcio e cromo per la sua digestione. Questo provoca falsa euforia, eccitazione cui segue depressione, irritabilità, bisogno di altro zucchero. 

E i problemi non finiscono qui

1) Essendo una sostanza altamente acidificante, oltre a creare un ambiente adatto allo sviluppo di batteri, lieviti, muffe, funghi all’interno dell’organismo, è in grado di produrre acetaldeide (una tossina cancerogena) ed alcol. 

Più zucchero riceve l’organismo più microrganismi nocivi si sviluppano;

2) Può danneggiare il nostro corredo genetico: una singola dose di zucchero può compromettere le cellule per una decina di giorni;

3) Quando si consumano quantità troppo alte di zucchero industriale, viene secreta l’insulina. Essa causa infiammazioni e, col tempo, obesità, diabete e alcune forme di tumore. Questo perché l’insulina essendo un “ormone della crescita” può portare ad una proliferazione incontrollata delle cellule tumorali. 

Lo zucchero in pratica è uno dei principali nutrienti del tumore.

Gli altri edulcoranti killer 

Oltre allo zucchero industriale, va precisato che bisogna stare alla larga da molti altri zuccheri lavorati (privi di enzimi e di qualsiasi valore alimentare), che comunque stanno circolando da anni.

I più dannosi sono: 

  • l’aspartame (E951, 180 volte più intensivo). L’aspartame è fonte di una pericolosa proteina come la fenilalanina che provoca la fenilchetonuria;
  • l’acesulfame K (E950, 200 volte più intensivo);
  • il ciclamato (E952, 30 volte più intensivo);
  • la saccarina (E954, 500 volte più intensiva);
  • il sucralosio (ER965, 600 volte più intensivo).

Sostanze alternative allo zucchero bianco 

Ci sono alternative allo zucchero raffinato? 

La risposta è sì! 

  • Lo zucchero di canna integrale biologico;
  • Le rape bianche o la melassa da barbabietola da zucchero sono ottime. La canna poi, se spremuta con gli appositi rulli usati dai venditori ambulanti, è deliziosa, rinfrescante ed energizzante;
  • Lo sciroppo d’acero (liquido zuccherino);
  • La stevia (ha zero calorie);
  • Lo sciroppo di mele;
  • Il succo d’agave;
  • Il succo d’uva;
  •  Lo sciroppo di mais;
  • Il malto d’orzo;
  • Lo sciroppo di riso;
  •  L’amasake (ottenuto dalla fermentazione del riso)

Fruttosio commerciale e fruttosio naturale

La migliore alternativa allo zucchero è il fruttosio.

Il fruttosio è un monosaccaride, come il glucosio e il galattosio: uno zucchero semplice composto da 12 atomi di idrogeno, 6 di carbonio e 6 di ossigeno. 

A parità di calorie, dolcifica molto più di tutti gli altri zuccheri (circa il 40%) e ha un basso indice glicemico, deve dunque essere metabolizzato dal fegato prima di poter essere utilizzato dall’organismo.

1) Il fruttosio naturale si trova nella frutta fresca, in quella essiccata e nella verdura, ma anche nel miele. 

Quando si sente l’esigenza di sgranocchiare qualcosa di dolce, sarebbe dunque opportuno consumare datteri, prugne o albicocche secche, fichi secchi, uva passa. Ma anche mele, arance, fragole, mandarini, carote, peperoni, melanzane, pomodori, zucchine e piselli. 

2) Fruttosio commerciale è solubile in acqua, se lasciato a temperatura ambiente diventa completamente liquido. Mediante raffinazione assume però lo stesso aspetto cristallino dello zucchero.

pastedGraphic.pngIn Italia si trova sotto la denominazione sciroppo di glucosio-fruttosio (ma esiste anche sotto altre denominazioni, come ad esempio isoglucosio).

Rischi del fruttosio 

  • Se assunto in grandi quantità, il fruttosio si trasforma in trigliceridi, esponendo al rischio di malattie cardiovascolari e all’obesità. Di conseguenza, assumerlo in sostituzione dello zucchero bianco nel corso di una dieta risulta del tutto fuorviante;
  • Stando a una ricerca, il fruttosio potrebbe interferire sulla secrezione di leptina (sostanza fondamentale che segnala al corpo la sazietà);
  • Rilascio di acido urico, che a lungo andare potrebbe causare il rischio di gotta;
  • Sindrome metabolica. Un uso prolungato di fruttosio potrebbe causare anche questo disturbo;
  • Insulinoresistenza, potrebbe indurre un’alta produzione di trigliceridi nel sangue e promuovendo la lipogenesi, cioè la trasformazione degli zuccheri in grassi.

Va da sé che anche anche per questa tipologia di zucchero è meglio controllare le quantità e limitarle allo stretto necessario.

Allora via libera a frutta e verdura. In fondo non c’è nulla di meglio per il nostro organismo e il benessere quotidiano.

Fonte (tesina Valdo Vaccaro, Airc)

Simona Mazza

Autore: Simona Mazza Certelli