Una vita devastata dell’uranio impoverito

Il ministero nega il risarcimento e la divisa all’ex Colonnello Carlo Calcagni

Invalido al 100 per cento, vittima del Dovere a causa dell’esposizione ad uranio impoverito in missione nei Balcani, il Colonnello Carlo chiede un euro simbolico ma vuole indietro la sua divisa. Il ministero della Difesa nega nuovamente.

I vertici sapevano ma non hanno dato indicazione ai soldati di proteggersi dall’uranio impoverito né li hanno informati dei pericoli cui andavano incontro a causa della contaminazione.
L’esercito americano avevano dato istruzioni precise su come proteggersi e ridurre al minimo l’esposizione a tutti gli Stati che avrebbero partecipato alla missione di pace perché venivano utilizzate bombe e proiettili all’uranio impoverito.

Ma gli italiani non sono stati avvisati. Sono 7mila i soldati che si ammalarono e 400 morirono di cancro.  Una strage causata da una dimenticanza? Ma come si può dimenticare tutto questo mettendo a rischio delle vite? È vergognoso. Ignobile. Uomini trattati come pedine da usare, gettare via e sostituire.

Il calvario di Carlo

Carlo Calcagni

“Nel 1996, adempiendo al mio dovere di servitore della Patria- ci racconta l’ex Colonnello Carlo Calcagni ho prestato servizio nei Balcani, in Bosnia-Erzegovina, in una missione internazionale di pace della NATO. Sotto l’egida delle Nazioni Unite. Ebbene, proprio nell’adempimento del mio dovere, in qualità di pilota elicotterista, sono venuto in contatto con le nanoparticelle di uranio impoverito.

Per questo ho contratto una serie di patologie multiorgano ed una polineuropatia cronica, degenerativa ed irreversibile, con sclerosi e Parkinson. 

Sono consapevole, come lo sono i miei familiari, che la malattia farà il suo corso. Posso solo sperare che il suo avanzare sia il più lento possibile, per poter godere ancora a lungo dei miei affetti più cari”.

Analisi ” sbagliate”?

Dopo aver iniziato le cure, nel 2004, il Colonnello viene chiamato per effettuare degli esami del sangue e controllare alcuni valori, tra cui quelli del fegato. I risultati sono nella norma. Ma Calcagni il giorno prima aveva fatto le stesse analisi in un laboratorio privato e i valori erano allarmanti. Così dopo averle ripetute nuovamente in un laboratorio militare gli esiti furono quelli che aveva avuto precedentemente. Sconvolgenti e circa quattro volte superiori alla norma. Analisi sbagliate o camuffate?

Risarcimento negato

Il ministero della Difesa ancora nega il risarcimento a Calcagni è un soggetto scomodo. Probabilmente aspettano la sua morte per liberarsene, come afferma il Colonnello.
Invece l’eroe vive e fa di tutto per raccontare la sua storia per tutti i militari che hanno perso una vita.

“La mia storia è nota ai più, eppure desta ancora scalpore. È una storia di sacrificio, coraggio, determinazione, tenacia, resistenza. 
Ogni giorno combatto su due fronti. 
Da un lato, quello clinico-medico, sottoponendomi a terapie costanti, tra pastiglie, circa 300, da assumere ogni giorno, flebo, plasmaferesi, per non parlare di interventi, programmati e non, setticemie cui far immediatamente fronte, quando si presentano”.

Le analisi confermano che nel sangue di Carlo sono presenti uranio, piombo, mercurio, ferro, rame, acciaio e alluminio nel corpo. La cosiddetta “Sindrome dei Balcani “che ha distrutto la vita a migliaia di militari.

Carlo chiede indietro la sua divisa

Carlo Calcagni in missione

Chiedeva indietro la sua divisa e anche questa richiesta è stata respinta. Il militare è stato spogliato di tutto ma non si arrende.

“Io sono e sarò sempre un fedele servitore dello Stato – afferma-.
Un soldato leale che ha giurato fedeltà al Tricolore, un Uomo che crede ancora, nonostante tutto, nelle Istituzioni del nostro Paese. Volevo poter indossare nuovamente con orgoglio la divisa, quella stessa che ho indossato nel Ruolo d’Onore fino al 31 dicembre del 2021 e che, dal 1° gennaio 2022, mi è stata tolta, per mancanza di requisiti. Alle Istituzioni, che ho servito con onore e per le quali ho sacrificato la mia gioventù e il mio futuro, la mia vita e la famiglia chiedo solo di poter continuare ad onorare un giuramento pronunciato anni addietro. Oggi avrei ancora tanto da dare, nonostante tutto, ed il rammarico di non poterlo fare mi addolora ed incupisce le mie giornate”.

La lettera al Presidente del Consiglio

Così il Colonnello decide di scrivere una lettera al Presidente del Consiglio. Carlo combatte la sua battaglia e lo farà a testa alta, con onore e con tutte le forze rimastagli nonostante le invalidanti patologie. Perché è un uomo. Un essere umano a cui hanno stroncato la vita e invece di arrendersi combatte per avere i suoi diritti. Anche solo simbolici. È devastante come tante vite possano essere state lacerate senza fare nulla. Solo alcuni sono stati risarciti. E poi i soldi non daranno indietro a queste persone la loro salute, la delusione per aver amato un lavoro che li ha fatti ammalare, molti uccisi. Famiglie distrutte da un dolore inspiegabile.

Un guerriero per i suoi figli cui purtroppo ho trasmesso un’alterazione genetica per la capacità dell’uranio impoverito di modificare, addirittura, il DNA.

Una vita dedita allo sport

Ogni giorno combatte questa battaglia cercando conforto nella sua grande passione per lo sport. Proprio così, Carlo è sempre stato uno sportivo e, nonostante le sue condizioni non ha smesso di praticarlo. Inoltre, dona il suo tempo per aiutare gli altri.

La nomina dell’ONA

” Siamo grati al Colonnello Carlo Calcagni del ruolo d’onore dell’esercito– afferma l’avvocato Ezio Bonanni presidente ONA- per aver accettato la nomina a componente del comitato tecnico scientifico nazionale dell’Osservatorio Nazionale Amianto e coordinatore del dipartimento vittime del Dovere”.

Mai arrendersi

Sono queste le parole del colonnello: mai arrendersi!
Il docu-film racconta la sua storia, un esempio per tutti coloro che hanno bisogno di credere in qualcosa e di forza per lottare.

Giustizia per questi soldati

Per tutti coloro che si sono ammalati e che sono morti a causa dell’esposizione a uranio impoverito ci deve essere giustizia. Solo alcuni sono stati risarciti. E questo dimostra non solo l’immoralità ma anche l’inefficienza e l’ingiustizia di coloro che dovrebbero far rispettare la legge. L’uguaglianza delle persone alla base della democrazia.
Perché queste cose non si ripetano. Sono troppe le verità celate e negate a discapito di migliaia di vite. Uranio impoverito, amianto, agenti cancerogeni. “Contaminazioni che non ci dovrebbero più essere nel 2023” affermano i molti che non sanno queste terribili tragedie. Eppure, gli scheletri nell’armadio non sono ancora stati scoperti. E prima o poi ciò che è celato verrà alla luce. Del resto, come queste terribili vicende.

Autore: Ilaria Cicconi