Con l’autunno alle porte, un cambiamento significativo nello screening del cancro cervicale è destinato a migliorare l’esperienza di molte donne. Un nuovo metodo, che utilizza un semplice tampone per il test dell’HPV (Papillomavirus Umano), potrebbe eliminare la necessità di usare lo speculum e promettendo di affrontare le disuguaglianze legate alla prevenzione del cancro cervicale
Pap test e il dolore associato allo speculum durante lo screening
Per molte donne, il Pap test può essere un’esperienza sgradevole e, in alcuni casi, dolorosa. La procedura prevede l’inserimento di uno speculum. Parliamo di uno strumento metallico utilizzato per dilatare le pareti vaginali e permettere al medico di accedere alla cervice per prelevare un campione di cellule. Questo processo può essere percepito come invasivo e scomodo: causa infatti disagio non solo fisico ma anche emotivo.
La spiacevole sensazione è accentuata in donne affette da determinate condizioni mediche. Ad esempio, patologie come il lichen sclerosus, una malattia autoimmune che provoca infiammazione e cicatrizzazione dei tessuti vulvari, possono rendere l’inserimento dello speculum molto doloroso. Ciò si deve alla sensibilità e alla fragilità della pelle. Altre condizioni che possono complicare la procedura includono la vaginite atrofica, comune nelle donne in post-menopausa, che provoca assottigliamento e secchezza delle pareti vaginali.
Inoltre, le donne con endometriosi, una patologia in cui il tessuto simile all’endometrio cresce fuori dall’utero, possono sperimentare dolore pelvico cronico che si acuisce durante il Pap test. Le donne con dispareunia (dolore durante il rapporto sessuale) o vulvodinia (dolore vulvare cronico) possono anch’esse trovare questa procedura particolarmente difficile. Questi fattori non solo influenzano la tolleranza fisica al Pap test, ma possono anche generare ansia e stress anticipatorio. Tutti fattori che aggravano ulteriormente il disagio emotivo associato alla procedura. Oggi fortunatamente arriva una novità.
Addio speculum: il tampone per lo screening indolore
Il nuovo metodo di screening, che si avvale di un semplice tampone vaginale simile a quello usato per i test COVID, offre un’alternativa meno invasiva. Dopo il prelievo del campione, esso viene analizzato in laboratorio. In questo modo è possibile rilevare la presenza di ceppi di papillomavirus ad alto rischio di causare il cancro cervicale.
Questa tecnica è stata resa possibile dai progressi nei test dell’HPV, che ora possono essere effettuati utilizzando campioni prelevati dalle pareti vaginali invece che dalla cervice stessa.
Paesi come Australia, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia hanno già introdotto l’autocampionamento per il cancro cervicale, registrando una grande adesione e successo. Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (FDA) ha recentemente approvato i kit di auto-raccolta di Roche e BD (Becton, Dickinson and Company) per l’uso in strutture sanitarie. Gli esperti sperano che questi test, coperti da assicurazioni pubbliche e private, possano raggiungere quel 30% di donne che attualmente non si sottopongono regolarmente allo screening. Cosa che potrebbe contribuire a ridurre le morti prevenibili per cancro cervicale. Di cosa parliamo?
Verso una maggiore equità
Solo negli Stati Uniti, il tasso di mortalità per cancro cervicale è stabile dal 2008, con circa 11.500 diagnosi e 4mila morti ogni anno. Queste cifre riflettono una significativa disparità nell’accesso allo screening. Le donne nere, ad esempio, hanno il 30% in più di probabilità di sviluppare il cancro cervicale e il 60% in più di probabilità di morire rispetto alle donne bianche non ispaniche. «Queste disparità sono strettamente legate alla storia e ai fattori socioeconomici». Ad affermarlo, Keisha Ray, professore associato di scienze umane e bioetica all’UTHealth Houston.
L’autocampionamento rappresenta quindi una speranza per colmare questo gap. Secondo Erin Kobetz, direttore associato per la sensibilizzazione e l’impegno della comunità del Sylvester Comprehensive Cancer Center in Florida, il nuovo metodo di screening potrebbe contribuire a raggiungere l’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di eliminare il cancro cervicale nel prossimo futuro. «Questo è l’unico tipo di cancro che potremmo eliminare nel corso della nostra vita», sostiene Kobetz.
Il nuovo test di auto-raccolta potrebbe insomma rivoluzionare l’approccio alla prevenzione del cancro cervicale, rendendo lo screening più accessibile, meno invasivo e più equo. Con l’approvazione dell’autocampionamento per l’uso domiciliare potenzialmente in arrivo il prossimo anno, le donne potrebbero presto avere un controllo ancora maggiore sulla loro salute, senza il bisogno di procedure invasive e spesso dolorose.