Ritenzione idrica o cellulite: qual è la differenza

Con l’arrivo dell’estate, aumenta il desiderio di sentirsi in forma e a proprio agio nel proprio corpo ma, alcuni problemi estetici, come la ritenzione idrica e la cellulite, possono minare la nostra fiducia. Sebbene possano sembrare simili, le due condizioni sono hanno realtà origini e cause diverse.

Distinguerle è dunque fondamentale per adottare le giuste strategie di trattamento. Mentre la ritenzione idrica richiede modifiche alimentari e comportamentali per ridurre il gonfiore; la cellulite necessita di un approccio più mirato che include dieta, esercizio fisico e, in alcuni casi, trattamenti dermatologici

Ritenzione idrica

Ritenzione idrica è causata da un eccesso di fluidi nei tessuti del corpo

La ritenzione idrica è una condizione in cui i fluidi non vengono eliminati correttamente dai tessuti del corpo. Questo problema può manifestarsi in tutto l’organismo (ritenzione idrica generalizzata), oppure più frequentemente, localizzarsi in aree specifiche, causando accumuli di liquidi. I sintomi più comuni includono gonfiore, che può essere accompagnato da dolore, rigidità articolare e rapide variazioni di peso.

Le cause della ritenzione idrica sono diverse e possono comprendere fattori ambientali come il caldo, fasi fisiologiche come il ciclo mestruale e la gravidanza, e l’uso di contraccettivi orali. Anche carenze nutrizionali, l’assunzione di alcuni farmaci, come quelli per la pressione alta, l’insufficienza venosa cronica, le ustioni e il rimanere troppo a lungo in piedi possono contribuire a questo disturbo.

Altre cause includono uno stile di vita sedentario, una dieta ricca di sodio, cattive abitudini posturali.

Concause

La ritenzione idrica è associata altresì a diverse malattie, tra cui l’acidosi metabolica, che altera l’equilibrio acido-base del corpo, e l’artrite, che causa infiammazioni nelle articolazioni. Anche la cirrosi epatica, che danneggia il fegato, e l’enfisema, che colpisce i polmoni, possono contribuire a questo disturbo.

Altre concause includono la glomerulonefrite acuta, che compromette i reni, e l’insufficienza renale, che riduce la capacità dei reni di filtrare i liquidi. Le intolleranze alimentari possono provocare ritenzione idrica, così come l’ipotiroidismo, che rallenta il metabolismo. Il linfedema, una condizione che ostacola il drenaggio linfatico, e il morbo di Hashimoto, una malattia autoimmune che colpisce la tiroide, sono ulteriori cause.

Infine, a scatenarla possono essere reazioni allergiche e scompenso cardiaco (indebolisce il cuore) o la sindrome nefrosica, che danneggia i reni. È importante ricordare che questo elenco non è esaustivo e che, in caso di sintomi persistenti, è sempre consigliabile consultare un medico.

Come riconoscere la ritenzione idrica? 

Le forme gravi di ritenzione idrica si manifestano con sintomi evidenti, come un marcato gonfiore e una tensione cutanea nella zona interessata, comunemente le estremità inferiori come le gambe. Un test semplice per rilevare la presenza di ritenzione idrica è la digitopressione: premendo con un dito sulla pelle gonfia, si osserva la formazione di una fossetta persistente, indicativa di un accumulo significativo di liquidi.

Impatto fisico

A livello fisico, la ritenzione idrica provoca:

Gonfiore, principalmente nelle mani, piedi, caviglie e gambe, che può essere accompagnato da una sensazione di pesantezza e disagio.

La pelle appare tesa e lucida a causa dell’eccesso di liquidi nei tessuti.

Il gonfiore può causare rigidità articolare, limitando i movimenti e provocando dolore, soprattutto negli arti inferiori.

Infine, può portare a rapide fluttuazioni di peso, spesso senza una correlazione diretta con l’assunzione calorica.

Come ridurre la ritenzione idrica?

Mantenere un adeguato livello di idratazione è fondamentale per contrastare la ritenzione idrica: bere abbastanza acqua aiuta il corpo a ridurre il rischio di trattenere liquidi in eccesso. È utile portarsi dietro una borraccia e impostare obiettivi di consumo giornaliero, stabilendo orari regolari per dissetarsi durante la giornata.

Oltre all’acqua, bevande come il tè verde, le tisane o l’acqua aromatizzata con frutta o erbe possono essere scelte salutari. Ridurre il consumo di sale è altrettanto importante, poiché il sodio può contribuire al peggiorare la condizione. Limitare alimenti come snack salati, cibi processati e fast food può aiutare a contrastare il gonfiore.

Un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta, verdura e cibi contenenti potassio, favorisce il bilancio elettrolitico nel corpo, essenziale per mantenere il corretto flusso di fluidi nelle cellule. L’esercizio fisico regolare, come camminare, nuotare o praticare yoga, migliora la circolazione sanguigna e linfatica, aiutando a prevenire la ritenzione idrica e a migliorare il benessere generale.

I massaggi e il drenaggio linfatico sono altre tecniche efficaci per favorire il movimento dei fluidi corporei, così da ridurre il ristagno di liquidi nelle zone colpite. E, perché no, possiamo ricorrere a preziosi integratori, come la vitamina B6 e il magnesio. Tuttavia, è sempre consigliabile consultare un professionista della salute prima di assumerli, per assicurarsi che siano appropriati per le proprie condizioni.

Quando possibile, elevare le gambe può essere benefico per ridurre il gonfiore nelle estremità inferiori e facilitare il drenaggio dei fluidi.

Il ruolo della ritenzione idrica nella cellulite 

L’accumulo di liquidi nei tessuti può peggiorare la cellulite, poiché ostacola la circolazione sanguigna e linfatica, rendendo più difficile l’eliminazione dei grassi e delle tossine.

Cellulite

La cellulite conferisce una tipica “pelle a buccia d’arancia”

La cellulite è un inestetismo cutaneo caratterizzato da fossette irregolari, spesso descritte come “pelle a buccia d’arancia“. Colpisce principalmente fianchi, glutei, cosce e addome ed è causata da una combinazione di fattori genetici, alterazioni ormonali e cattiva circolazione. Come riconoscerla? Un modo per verificare la presenza di cellulite è prendere un pezzo di pelle tra le dita: se compaiono buchi o fossette, è probabile che si tratti di cellulite.

I quattro stadi della cellulite 

La cellulite si sviluppa in quattro stadi:

Congestizia edematosa: ritenzione di liquidi nei tessuti adiposi;

Fibrosi dei tessuti sottocutanei: i tessuti iniziano a indurirsi;

Sclerotica: presenza di noduli palpabili, a volte dolorosi;

Macronoduli: alterazione delle fibre di collagene con formazione di noduli più grandi.

Prevenzione

Dieta equilibrata: assumere molte fibre e limitare grassi e zuccheri;

Evitare indumenti stretti che possono compromettere la circolazione;

Sport come nuoto, ciclismo e camminate aiutano a migliorare la circolazione e tonificare i muscoli;

Limitare caffeina e alcol.

L’efficacia delle creme anticellulite: mito o realtà?

Le creme anticellulite, spesso pubblicizzate come rimedi miracolosi, possono effettivamente essere utili, ma è importante comprenderne i limiti. Questi prodotti possono svolgere un ruolo di supporto, ma non sono sufficienti da soli per risolvere il problema alla radice.

Secondo vari studi, le creme contenenti caffeina hanno dimostrato una certa efficacia. Questa sostanza agisce come stimolante, aumentando la circolazione sanguigna e promuovendo il drenaggio dei liquidi in eccesso, il che può temporaneamente migliorare l’aspetto della pelle. Tuttavia, l’effetto è spesso limitato nel tempo e richiede applicazioni regolari per mantenere i risultati.

Oltre alla caffeina, altre sostanze naturali di origine vegetale possono potenziare l’efficacia delle creme. Estratti di mirtillo, tè verde, betulla e centella asiatica sono noti per le loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Questi ingredienti possono contribuire a migliorare la microcircolazione, ridurre l’infiammazione e rinforzare la pelle, rendendola più tonica e levigata.

Tuttavia, per ottenere risultati significativi e duraturi, è essenziale integrare l’uso di creme con un approccio olistico che includa una dieta equilibrata, esercizio fisico regolare e altre terapie specifiche.

Trattamenti dermatologici

Il dermatologo può giocare un ruolo fondamentale nella gestione e nel trattamento dei primi stadi di ritenzione idrica e cellulite. Innanzitutto, fornisce consigli su uno stile di vita sano e su una dieta equilibrata. Attività fisiche a bassa intensità, come camminare, andare in bicicletta, praticare spinning, pattinare e soprattutto nuotare, sono spesso raccomandate per migliorare la circolazione e ridurre i sintomi. Inoltre, può suggerire esami ematochimici per valutare il quadro glicemico, lipidico e ormonale, insieme a un’ecografia delle vene degli arti inferiori per escludere problematiche circolatorie.

Terapie altamente mirate

Tra le terapie specifiche disponibili, la microterapia è una delle opzioni più utilizzate. Questo trattamento prevede l’iniezione di gocce di soluzione ipertonica direttamente nel tessuto da trattare. Solitamente, il paziente segue un ciclo di dieci sedute settimanali, seguite da sedute di mantenimento ogni 2-3 mesi. La soluzione ipertonica aiuta a richiamare i liquidi in eccesso fuori dalle cellule, migliorando così l’aspetto della pelle e riducendo il gonfiore.

La mesoterapia è un altro trattamento efficace. Consiste nell’iniettare piccole quantità di farmaci, vitamine e altre sostanze attive direttamente nel mesoderma, lo strato medio della pelle. Questo metodo aiuta a migliorare la circolazione, stimolare il metabolismo locale e favorire la disgregazione delle cellule adipose.

La radiofrequenza non ablativa utilizza onde elettromagnetiche per riscaldare il tessuto sottocutaneo, che stimolano la produzione di collagene e migliorando l’elasticità della pelle. Il trattamento può ridurre la comparsa della cellulite e migliorare la texture cutanea senza danneggiare la superficie della pelle.

L’elettroporazione sfrutta impulsi elettrici per aumentare la permeabilità delle membrane cellulari, permettendo una maggiore penetrazione di principi attivi nei tessuti. La terapia è utile per veicolare sostanze benefiche direttamente nelle aree colpite, migliorando l’efficacia dei trattamenti topici.

Infine, la cavitazione utilizza ultrasuoni a bassa frequenza per creare microbolle nei liquidi interstiziali, provocando la rottura delle cellule adipose. Questo processo aiuta a ridurre le dimensioni delle cellule di grasso e migliorare la circolazione linfatica, riducendo così il gonfiore e migliorando l’aspetto della pelle.

È importante notare che, sebbene queste terapie possano essere efficaci, non rappresentano soluzioni definitive. La predisposizione genetica gioca un ruolo significativo nella comparsa di ritenzione idrica e cellulite. Di conseguenza, occorre monitorare ogni campanello d’allarme effettuando controlli regolari per gestire al meglio la situazione nel lungo termine.

Autore: Simona Mazza Certelli