Ogni anno, il tumore al seno colpisce milioni di donne nel mondo, il che impone un urgente richiamo alla prevenzione e alla diagnosi precoce. Secondo il rapporto “I numeri del cancro in Italia 2023” realizzato dall’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e dall’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), il carcinoma mammario rappresenta il 30% di tutti i tumori diagnosticati nelle donne. Solo in Italia, nel 2023, sono stati rilevati oltre 55.000 nuovi casi di tumore al seno. Tuttavia, grazie ai progressi scientifici e alla diffusione di programmi di screening, il tasso di mortalità per questa patologia continua a diminuire del 2,2% ogni anno. In questo articolo esploreremo le principali strategie preventive, gli esami raccomandati e i fattori di rischio, evidenziando l’importanza di un monitoraggio attento e consapevole, a ogni età
Un problema mondiale e italiano: il tumore al seno in cifre e la prevenzione
Nel mondo, il tumore alla mammella è il tipo di cancro più comune tra le donne, con oltre 2,3 milioni di nuove diagnosi all’anno, rappresentando circa il 24,5% di tutti i tumori femminili. In Europa, la prevalenza è elevata, e le percentuali di incidenza tendono ad aumentare con l’età, soprattutto dopo i 50 anni. In Italia, le statistiche sono allarmanti: una donna su otto è a rischio di sviluppare il tumore mammario nel corso della vita. Nonostante questi dati, si osserva una tendenza incoraggiante nella riduzione della mortalità, grazie ai miglioramenti nella diagnosi precoce e nelle terapie.
Riconoscere i sintomi: come interpretare i segnali del corpo
La prima e fondamentale forma di prevenzione è l’informazione. Consultare fonti autorevoli, come la Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) e il Ministero della Salute, può aiutare a comprendere i segnali a cui prestare attenzione. I sintomi che potrebbero indicare un tumore alla mammella includono cambiamenti nella forma o nelle dimensioni di una o entrambe le mammelle, perdite anomale dai capezzoli, rigonfiamenti ascellari, avvallamenti sulla pelle del seno, arrossamenti o retrazione del capezzolo, alterazioni cutanee e dolore al seno o all’ascella senza apparente motivo. Riconoscere questi segnali e agire tempestivamente è essenziale per diagnosticare il tumore in uno stadio precoce, aumentando così le possibilità di trattamento efficace.
Monitoraggio costante: cosa fare e quando
La prevenzione del tumore al seno inizia da giovanissime e si evolve con l’età. Dai 20 anni è utile iniziare con l’autopalpazione del seno, una pratica mensile da eseguire una settimana dopo la fine del ciclo mestruale o, per chi è in gravidanza o menopausa, in un momento qualsiasi del mese. Questo autoesame consente alle donne di familiarizzare con la normale struttura del proprio seno e di individuare possibili cambiamenti anomali. Se si notano differenze rispetto alla consueta condizione del seno, è consigliabile sottoporsi a una visita senologica.
A partire dai 25 anni, si consiglia di effettuare una prima ecografia mammaria associata a una visita senologica annuale, soprattutto per le donne con casi di tumore al seno in famiglia, come nel caso di madre, nonna o sorella. A trent’anni, si continua con l’ecografia e la visita senologica annuali; dai quaranta si raccomanda l’inserimento della mammografia tra gli esami periodici.
Il Sistema Sanitario Nazionale italiano offre un programma di screening gratuito, rivolto a tutte le donne dai 50 ai 69 anni, che consiste in una mammografia biennale presso le strutture sanitarie. Inoltre, alcune regioni stanno espandendo la copertura, estendendo lo screening alle donne dai 45 ai 49 anni con cadenza annuale e dai 70 ai 74 anni ogni due anni. Nonostante questi servizi siano gratuiti, si registra una partecipazione ancora non sufficiente, in parte a causa di impegni familiari e lavorativi. Eppure, aderire a questi programmi può letteralmente fare la differenza tra una diagnosi precoce e una tardiva.
Fattori di rischio: riconoscere le condizioni che aumentano il rischio di tumore
L’età è uno dei principali fattori di rischio per il tumore al seno, poiché con la menopausa avvengono cambiamenti ormonali che favoriscono l’insorgenza del carcinoma. La familiarità gioca un ruolo importante: avere una parente stretta con una storia di tumore mammario aumenta le probabilità di svilupparlo. Altri fattori includono l’assenza di gravidanze o l’allattamento mai praticato, un menarca precoce e una menopausa tardiva.
Inoltre, le mutazioni genetiche dei geni BRCA1 e BRCA2 sono associate a un rischio notevolmente più alto di sviluppare il cancro al seno e alle ovaie. Per le donne con una predisposizione genetica, il tumore può manifestarsi prima dei 30 anni. In questi casi, un test genetico può risultare utile per valutare il livello di rischio e per pianificare una prevenzione mirata.
Ormoni e stile di vita: il peso delle scelte quotidiane sulla prevenzione
Un ulteriore fattore di rischio è rappresentato dall’uso prolungato della terapia ormonale sostitutiva (TOS), impiegata durante la menopausa per alleviare i sintomi. Diversi studi hanno evidenziato che, se protratta per oltre cinque anni, questa terapia può aumentare la probabilità di sviluppare un tumore al seno. Tuttavia, la TOS offre benefici per la qualità della vita delle donne e, dunque, la decisione di intraprenderla o meno deve essere valutata attentamente con il proprio ginecologo, considerando la storia clinica personale.
Parallelamente, uno stile di vita sano è riconosciuto come il primo strumento di prevenzione per tutte le forme tumorali. Mantenere il peso-forma, adottare una dieta bilanciata ricca di verdure e cereali integrali, evitare un consumo eccessivo di grassi animali, ridurre o eliminare fumo e alcool, e praticare attività fisica regolarmente rappresentano azioni efficaci nella prevenzione di molte patologie, incluso il tumore al seno.
La prevenzione è una responsabilità personale e collettiva
In un mondo dove i progressi medici continuano a migliorare le possibilità di diagnosi e trattamento, la prevenzione rimane la migliore arma contro il tumore al seno. Essere informate, monitorare regolarmente la propria salute e adottare uno stile di vita equilibrato sono passi concreti verso la riduzione del rischio. E mentre la ricerca continua a evolvere, il nostro impegno individuale e collettivo nella prevenzione può salvare vite.
Per tutte le donne, la prevenzione del tumore al seno non dovrebbe limitarsi al mese di ottobre, quando la sensibilizzazione è al massimo, ma divenire parte integrante della routine annuale. La diagnosi precoce e l’informazione consapevole sono elementi cruciali per affrontare il tumore al seno con consapevolezza, fiducia e speranza di un futuro più sicuro.