Potrebbe avere le ore contate l’Acinetobacter baumannii, grazie alla AI (intelligenza artificiale) che ha trovato un antibiotico nuovo di zecca efficace contro questo superbatterio.
La rivista Nature Chemical Biology ha pubblicato l’importante risultato, che potrebbe rappresentare il primo passo di una vera e propria rivoluzione nella ricerca contro altri microrganismi nocivi per la salute umana. La collaborazione tra intelligenza artificiale e intelligenza umana per il raggiungimento di nuove frontiere scientifiche.
Lo studio è stato condotto dalla canadese McMaster University. I ricercatori, con il coordinamento di Gary Liu, Denise Catacutan e Khushi Rathod, hanno guidato l’AI nella scoperta.
Acinetobacter baumannii, le infezioni ospedaliere peggiori
L’Acinetobacter baumannii è considerato dall’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, come uno tra i batteri più resistenti e quindi più pericolosi al mondo.
Uno degli aspetti preoccupanti dell’Acinetobacter baumannii è la sua capacità di sviluppare resistenza a più antibiotici, inclusi i carbapenemi, che sono spesso usati come ultima risorsa per il trattamento delle infezioni batteriche. Questa natura multifarmaco-resistente rende le infezioni causate da Acinetobacter baumannii difficili da trattare e controllare.
Il superbatterio è spesso presente negli ospedali e può portare gravi conseguenze per i pazienti, soprattutto i più fragili. Può causare polmonite, sepsi e infezioni delle vie urinarie; i fattori che mettono a rischio maggiore di infezione sono: età avanzata, gravi patologie concomitanti, immunosoppressione, gravi traumi o lesioni da ustioni, procedure invasive, ventilazione meccanica e degenza ospedaliera prolungata.
AI al servizio dei ricercatori umani: la scienza più veloce
Ora anche l’Acinetobacter baumannii, che fa parte di una famiglia di per sé multiresistente, potrebbe essere arrivato al capolinea. Grazie alla AI, questo superbatterio d’ora in poi potrebbe avere vita dura.
L’algoritmo ha scoperto, in sole due ore, una rosa di 240 molecole candidate tra circa 7.500 composti chimici diversi, serviti per l’addestramento dell’AI e per la registrazione delle informazioni. Tra questi composti, vagliate anche 6.680 molecole mai valutate prima.
Ad essi il microrganismo – coltivato in laboratorio – è stato esposto e l’AI ha trovato le 240 opzioni. Alla fase finale – la scelta della molecola più adatta tra le 240 – ci hanno pensato i ricercatori. Uno straordinario esempio di coordinamento tra intelligenza artificiale e umana per la collettività.