In seguito alla puntata del 9 marzo Trabucco ha presentato una querela contro la comica
In seguito alla puntata del 9 marzo 2025 di “Che tempo che fa” il Tenente dell’esercito Pasquale Trabucco, Presidente del Comitato 4 Novembre, ha deciso di presentare una denuncia contro Luciana Littizzetto.
Secondo Trabucco la comica avrebbe ironizzato e toccato la dignità dei nostri soldati, uomini in divisa che hanno combattuto e sono morti per la patria. “Ho preso questa decisione perché penso che certe cose non vadano toccate. Intendo la dignità dei nostri uomini in divisa. Come Comitato per il ripristino della Festività del 4 Novembre l’ho ritenuto un atto simbolico necessario per i nostri caduti in battaglia. Ad esempio, Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo ufficiale italiano, comandante del Fronte Militare Clandestino, martire alle Fosse Ardeatine e Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.
Mi riferisco non solo ai nostri soldati, ma anche ad esempio ai Partigiani della Resistenza. Ovviamente sono disposto a ritirare la querela in caso di pubbliche scuse.”
La lettera della Littizzetto a Ursula Von der Lyen
“Ursula, sei sicura di fare l’esercito Europeo? (…). Noi italiani non siamo capaci di fare la guerra, facciamo cagarissimo. Non siamo come Macron che ha già detto ‘tranquilli la bomba atomica la porto io’. Se sfogli i libri di storia sono più le volte che abbiamo perso di quelle che abbiamo vinto, Ursula. E Caporetto e, la Campagna di Grecia e la campagna di Russia senza contare la Seconda Guerra Mondiale dove sono morti più di 600.000 italiani. Ursula, ti faccio vedere uno dei nostri generali, eccolo qua”. Ha dichiarato la Littizzetto nel monologo dove leggeva una lettera a Ursula per poi mostrare un’immagine di Roberto Vannacci con una camicia aperta.
“Uno così a destra e contro i diritti civili che a confronto Putin è Pannella. Capisci che la sicurezza è un’altra cosa. Quindi Ursula se c’è da organizzare il torneo di calcetto in caserma, volentieri. Anche per il rancio abbiamo Cannavacciuolo, Cracco, Barbieri (…). Ma sull’Esercito, lasciaci perdere, eh. Qui in Italia non abbiamo più la leva obbligatoria.
Ha poi aggiunto: “I ragazzi figurati se sanno maneggiare un bazooka, al massimo sanno muovere il joysick della play e per loro i cannoni sono solo quelli da fumare. Ancora una cosa, Ursula: l’Europa è nata dopo la Seconda Guerra Mondiale per dire mai più a quell’ecatombe, è nata per la pace, non per la guerra. Nella nostra Costituzione c’è scritto che l’Italia ripudia la Guerra.
Non all’Italia la Guerra non sconfinfera o l’Italia preferirebbe di no. No, no: noi la ripudiamo, nel senso che ci fa schifo, ci fa orrore, che non la vogliamo.
È scritto nell’articolo 11 quindi anche all’inizio, non nel post scriptum. C’è che l’Italia sostiene le organizzazioni internazionali che promuovono la pace. Io credevo che l’Europa fosse una di queste. Ci aspettano tempi difficili, Von, so che non c’è alternativa. C’è poco da fare. So che non è il momento di essere ingenui, ma non è nemmeno il tempo di buttare tutto quello che la Seconda Guerra Mondiale ci ha insegnato”.
La posizione dell’ONA e del presidente Ezio Bonanni
Il Comitato 4 Novembre presieduto da Pasquale Trabucco e assistito e difeso dall’avvocato Ezio Bonanni ha chiesto giustizia e maggiore rispetto per i nostri uomini in divisa. “Riteniamo doveroso- afferma Bonanni citando parole che restano scolpite sulla pietra in centinaia di monumenti in tutta Italia in onore dei nostri militi e ancor di più nella memoria di ogni cittadino – evidenziando come grazie al sacrificio dell’esercito italiano si è giunti con Vittorio Veneto alla vittoria finale su uno dei più gloriosi eserciti nel mondo, quello dell’impero austro ungarico, che ha dovuto ripercorrere all’indietro l’orgogliosa e sicura discesa nelle valli italiane di anni prima abbandonando attrezzature, armamenti e migliaia di prigionieri e la vittoria finale. Ricongiungendo Trento e Trieste alla madre patria completando l’unione nazionale”.
“Non concordo sulle parole della Littizzetto. Mi rattrista che le istituzioni non abbiano ristabilito questi principi e confidiamo che per ora e per il futuro ci sia maggiore rispetto per i nostri uomini in divisa. – sostiene l’avvocato.”