Dopo oltre dieci anni di impegno legale continuo e determinato, ho ottenuto un importante risultato per un militare dell’Esercito Italiano, una delle vittime del dovere, il Graduato Aiutante G.S. Il Ministero della Difesa è stato finalmente obbligato ad adeguare il suo assegno vitalizio da 258,23 euro a 500 euro mensili. In conformità con quanto previsto dalla normativa vigente.
L’origine del suo calvario risale al 2009, quando durante un’esercitazione presso il Reggimento “Verona”, fu coinvolto in un’esplosione che gli causò la perdita parziale delle dita della mano sinistra. Oltre a gravi danni ossei, muscolari e vascolari. Nonostante un’invalidità certificata al 35% dal Dipartimento di Medicina Legale di Padova e il riconoscimento formale della sua condizione di vittima del dovere, per anni non gli fu corrisposto un assegno inadeguato.
Una carriera tra sacrificio e missioni rischiose
G.S., originario della Calabria e trasferitosi a Verona per esigenze di servizio, ha operato in diversi scenari internazionali complessi come Iraq, Afghanistan e Libano, esponendosi a sostanze pericolose quali amianto, uranio impoverito e agenti radiologici. Il suo impegno in contesti così critici ha inciso profondamente sulla sua salute, portando a conseguenze gravissime in giovane età.
Il lungo contenzioso e la svolta giudiziaria
Nonostante sentenze fondamentali, come la n. 7761/2017 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, che sanciscono la parità di trattamento economico tra vittime del dovere e vittime del terrorismo, è stata ignorata a lungo ogni richiesta di adeguamento.
Dopo anni di battaglie nei tribunali, sono riuscito a far valere i diritti del mio assistito. Il Ministero è stato costretto non solo a rivedere l’importo dell’assegno vitalizio, ma anche a versare gli arretrati dovuti. È giunto il momento che anche l’Avvocatura dello Stato riconosca il dovere di rispettare chi ha sacrificato la propria salute per servire il Paese.
Il ruolo dell’ONA: al fianco dei servitori dello Stato
Il caso di G.S. è uno dei tanti che seguo quotidianamente insieme all’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA APS). Da anni tuteliamo lavoratori e cittadini esposti ad agenti cancerogeni, con un’attenzione particolare al personale militare.
La questione dell’esposizione a materiali tossici, come l’amianto o l’uranio impoverito, colpisce ancora oggi molti militari italiani impegnati in missioni nei Balcani e in altre zone critiche. Troppo spesso, questi uomini e donne si trovano ad affrontare malattie gravi senza alcun adeguato riconoscimento o sostegno.
Per questo motivo, l’ONA continua a chiedere con forza la bonifica dei siti contaminati, oltre all’adozione di programmi di monitoraggio sanitario e diagnosi precoce per il personale a rischio.
In difesa della salute e della dignità
Il nostro impegno è totale: offriamo assistenza legale gratuita, supporto medico e psicologico. Lottiamo quotidianamente per il rispetto dei diritti fondamentali di chi ha servito lo Stato. Il nostro numero verde 800 034 294 resta attivo per chiunque abbia bisogno di aiuto o consulenza.
Mi auguro che questo risultato ottenuto per il Graduato Aiutante G.S. possa rappresentare un precedente positivo per tutti i militari nelle sue stesse condizioni. Nessun servitore dello Stato dovrebbe essere costretto a lottare per vedersi riconosciuto ciò che gli spetta per legge. Chi ha indossato l’uniforme con onore merita tutela, dignità e giustizia.
