La legge Sirchia, che vietò il fumo nei locali pubblici al chiuso, sta dando i suoi effetti positivi. Secondo gli allergologi infatti sono diminuiti del 10-15% gli accessi ai pronto soccorso e i ricoveri dei pazienti asmatici.
E’ il bilancio della Società italiana di Allergologia, Asmologia e Immunologia clinica (SIAAIC). I progressi ottenuti negli ultimi 20 anni, hanno spiegato gli specialisti, sono risultati importanti per la salute pubblica; “ma l’abitudine al fumo nei pazienti asmatici resta ancora molto alta e la frequenza della malattia è legata anche all’aumento del carico pollinico e dello smog“.
Il problema è anche il fumo passivo. “Servono ancora molti altri sforzi per proteggere le persone che esposte al fumo passivo in casa” – sottolineano gli esperti. Mentre infatti l’asma è una malattia cronica che non si può sviluppare con il fumo passivo se la persona non ha caratteristiche patogenetiche. Chi soffre di asma bronchiale, invece, ha problemi sia con il fumo attivo che con il fumo passivo; i trattamenti farmacologici infatti non riescono a contrastare del tutto la potente azione infiammatoria del fumo e la malattia è soggetta a frequenti riacutizzazioni. L’attenzione deve essere rivolta anche alla fascia pediatrica, perché il fumo è un fattore predisponente all’asma con aumento del rischio fino all’85%.
La legge Sirchia contro il fumo: cosa prevede
La legge per la “Tutela della salute dei non fumatori” (la cosiddetta legge Sirchia, art. 51 L.3 del 16 gennaio 2003) ha imposto il divieto di fumo nei locali chiusi. Fermo restando il divieto di fumo nei locali delle pubbliche amministrazioni, le uniche eccezioni previste dalla legge antifumo sono state per i locali privati non aperti ad utenti o al pubblico e per quelli riservati ai fumatori e come tali contrassegnati. La legge ha visto attuazione a partire dal 2005 ed è tuttora in vigore.
Per quanto riguarda gli esercizi e i luoghi di lavoro, la norma ha disposto la realizzazione di impianti per la ventilazione ed il ricambio di aria, da mantenere regolarmente funzionanti; nonché la definizione di locali riservati ai fumatori, opportunamente contrassegnati da cartellonistica. Lo stesso anche per i ristoranti, con l’ulteriore accorgimento di dedicare ai non fumatori la maggior parte della superficie complessiva del locale.
Zone riservate ai fumatori sono previste, inoltre, in tutte le strutture in cui le persone sono costrette a soggiornare non volontariamente.
Sigarette elettroniche, uso in costante aumento
“Ora bisognerebbe contrastare l’esposizione all’aereosol della sigaretta elettronica e dei dispositivi a tabacco riscaldato” – dicono gli specialisti della SIAAIC. “Ci sono studi che indicano la presenza di sostanze potenzialmente nocive di questi vapori, i cui effetti sulla salute respiratoria sono poco chiari e praticamente sconosciuti nel lungo periodo“.
Contrariamente a quanto auspicato dagli esperti, però, il fumo elettronico è in aumento. A rilevarlo è l’Istat, che monitora l’uso della sigaretta elettronica tra i maggiori di 14 anni dal 2014.
Negli ultimi sette anni – tra il 2014 e il 2021 – l’uso delle e-cig “è aumentato lentamente e costantemente“. Se infatti la fotografia del 2014 riguardava circa 800mila fumatori elettronici, l’aumento è stato costante negli anni; il picco nel 2017, con un milione e mezzo di persone.
I dati dell’Indagine Aspetti della vita quotidiana, riportano che l’aumento c’è stato soprattutto tra i giovani ed “ha riguardato sia gli uomini che le donne, con livelli che si sono raddoppiati in quasi 10 anni“. Nel 2021 il 5,2% delle persone tra i 18 e i 24 anni hanno dihciarato di fare uso di sigarette elettroniche e/o prodotti a tabacco riscaldato non bruciato (HnB), con una prevalenza maggiore tra le ragazze (7%) rispetto ai ragazzi (3,6%).
Gli effetti sulla salute delle e-cig
Anche le sigarette elettroniche, usate come alternativa ai prodotti tradizionali, hanno effetti sulla salute.
Il Comitato scientifico della Commissione europea (SCHEER – Scientific Committee on Health, Environmental and Emerging Risks) ad aprile 2021 ha pubblicato il parere finale sulla valutazione sugli effetti sulla salute e la dimensione di salute pubblica delle sigarette elettroniche.
Secondo il Comitato i rischi emergenti sono:
- danni irritativi locali alle vie respiratorie (elementi di prova moderati);
- effetti nocivi sulla salute, “in particolare, ma non solo, sul sistema cardiovascolare” (livello moderato, in crescita);
- rischi di cancerogenicità per le vie respiratorie, “dovuti all’esposizione cumulativa a lungo termine alle nitrosammine e all’esposizione all’acetaldeide e alla formaldeide” (elementi di prova da deboli a moderati);
- rischio di avvelenamento e lesioni, “a causa di ustioni ed esplosioni” (forti elementi di prova).
Riscontrati inoltre “elementi di prova da deboli a moderati di diversi rischi connessi all’esposizione passiva“; “evidenze moderate del fatto che le sigarette elettroniche sono una via di accesso al tabagismo per i giovani ed evidenze forti del fatto che gli aromi contribuiscono in modo significativo all’attrattiva della sigaretta elettronica e all’iniziazione al suo utilizzo“.
Infine, “scarse prove a sostegno dell’efficacia delle sigarette elettroniche nell’aiutare i fumatori a smettere di fumare“, con i dati sulla riduzione del fumo giudicati da deboli a moderati.