Farmaci agnostici per la lotta al cancro: cosa sono e come funzionano

I farmaci agnostici per la lotta contro il cancro rappresentano una classe innovativa di terapie che mirano a trattare il cancro in modo più mirato ed efficace.

Questi farmaci sono progettati per agire indipendentemente dal tipo di tumore, ma sulla presenza di una specifica alterazione molecolare del tumore, indipendentemente dall’organo coinvolto e dal tipo istologico.

I destinatari del nuovo protocollo sono i pazienti che hanno esaurito le linee di trattamento disponibili. Quindi, i destinatari sono tutti quei pazienti che non rispondono alla chemioterapia, radioterapia o rimozione chirurgica. Inoltre, questi farmaci funzionano molto bene anche in associazione all’immunoterapia.

Dallo sviluppo dei primi inibitori delle protein chinasi e fino a quello degli anticorpi monoclonali in poco più di vent’anni si sono resi disponibili oltre 140 farmaci antitumorali bersaglio-specifici. L’impiego di questi farmaci consente una terapia selettiva, diretta sul tumore come una sorta di pallottola magica e costituisce un esempio classico di medicina di precisione.

In questa guida scopriamo tutto sui farmaci agnostici, come cambiano la prognosi nei pazienti affetti da tumore e le nuove ricerche nel campo della medicina di precisione.

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Farmaci agnostici: cosa sono e cosa significa agnostico

Farmaci agnostici e medicina di precisione costituiscono una coppia rivoluzionaria nell’affrontare le malattie tumorali. Questa innovativa frontiera terapeutica si distingue per il trattamento “personalizzato” e “su misura” delle neoplasie. Abbandona l’approccio istologico in favore di un modello “agnostico”.

In termini più chiari, la medicina di precisione si concentra sulle mutazioni genetiche del tumore anziché sulla sua localizzazione morfologica.

La procedura consiste nell’identificare la mutazione tumorale e successivamente sviluppare farmaci mirati specificamente contro i prodotti derivati da tale mutazione.

Questa avanzata metodologia è resa possibile dalle tecniche di DNA ricombinante e dai moderni strumenti diagnostici. Essi consentono infatti la profilazione genomica, facendo delle mutazioni tumorali la base per la selezione del farmaco.

Come funzionano i farmaci agnostici?

Come funzionano i farmaci agnostici? I farmaci agnostici rappresentano il vertice della medicina di precisione, fornendo trattamenti personalizzati basati su protocolli terapeutici specifici.

Questi farmaci, come già detto, prendono di mira le mutazioni genetiche che influenzano il comportamento delle cellule maligne. Le stesse mutazioni possono essere condivise da diverse forme tumorali sviluppatesi in vari organi.

La selezione dei pazienti per il trattamento con farmaci agnostici avviene attraverso test di sequenziamento genico del DNA, consentendo la valutazione di oltre 300 alterazioni molecolari nelle cellule tumorali. Questo anche da campioni di sangue quando il tessuto tumorale non è disponibile.

Ricerca di nuovi marcatori agnostici: l’importanza

Sono definiti marcatori biomolecolari tutte quelle molecole che trascrivono per una caratteristica piuttosto che un’altra. In questo caso, i marcatori biomolecolari sono sequenze geniche che codificano per un prodotto cellulare responsabile della formazione del tumore. Questa incredibile scoperta ha portato la ricerca a condurre esami sempre più specifici sulle mutazioni dei tumori.

Infatti, i ricercatori annunciano che a breve saranno determinati nuovi marcatori tumorali agnostici in grado di guarire un numero maggiore di pazienti.

L’impiego di marcatori biomolecolari come il Tumor Mutational Burden (TMB), il Fibroblast Growth Factor Receptor (FGFR), e il REarranged during Transfection (RET) ha ulteriormente arricchito la ricerca.

La continua sperimentazione e identificazione di nuovi marcatori agnostici promettono un futuro ancor più promettente nella terapia del cancro, offrendo speranza a pazienti di tutte le età e colpiti da tumori in diverse sedi.

Esempi di farmaci agnostici usati in Italia

Un esempio significativo è Larotrectinib, il primo farmaco agnostico ad essere approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco.

Progettato per trattare tumori con fusione genica NTRK, questa terapia si rivela efficace in diverse patologie come tumore del polmone, colon, pancreas, tiroide, colangiocarcinoma, melanoma e diverse neoplasie del sangue.

I successi ottenuti includono risposte positive indipendentemente da età del paziente e sede del tumore, con un tasso di risposta globale del 75%.

Altri farmaci che promettono ottimi risultati

Il selpercatinib, l’ultimo farmaco ad ampio spettro approvato dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti d’America, ma ancora privo di approvazione da parte dell’Europa, è efficace nei tumori solidi avanzati o metastatici caratterizzati dalla fusione del gene RET.

Questa specifica alterazione molecolare rende il farmaco particolarmente indicato per i pazienti che hanno sviluppato resistenza ai trattamenti farmacologici precedenti e non dispongono di alternative terapeutiche valide.

I tumori in cui si verifica più frequentemente questa alterazione molecolare includono il carcinoma della tiroide, il carcinoma delle ghiandole salivari, il carcinoma polmonare non a piccole cellule, il carcinoma del colon-retto, il carcinoma pancreatico, il cancro delle ovaie e il carcinoma della mammella, sebbene in quest’ultimo caso più raramente.

Inoltre, il selpercatinib può essere impiegato in fasi più precoci del percorso terapeutico per specifici tumori che presentano la medesima caratteristica molecolare, come nel caso del tumore polmonare non a piccole cellule.

Quali sono i limiti associati all’utilizzo dei farmaci agnostici?

L’approccio agnostico, pur avendo la sua validità, non è sempre garanzia di successo. A titolo esemplificativo, il neratinib, un inibitore delle mutazioni di tutti i geni HER, ha dimostrato un’attività variabile a seconda del tipo di tumore trattato. Situazione simile è emersa con il vemurafenib, inibitore di BRAF mutato, e con l’alpelisib, inibitore di PI3KCA mutato.

Anche i nuovi inibitori, come il sotorasib, rivolti ai tumori associati alla mutazione G12C di KRAS, mostrano attività variabile in monoterapia a seconda del tipo specifico di tumore trattato.

La diversità nei risultati clinici potrebbe derivare dalla complessità intrinseca della struttura molecolare del tumore, che spesso presenta significative variazioni a livello tissutale e cellulare.

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