Disturbo Primario del Linguaggio: una sfida silenziosa che compromette lo sviluppo di molti bambini

Il Disturbo Primario del Linguaggio (DPL) colpisce un numero significativo di bambini e incide profondamente sul loro sviluppo linguistico e cognitivo. In Italia, si stima che un bambino su quattordici in età prescolare soffra di questa condizione, che non solo ostacola la capacità di comunicare efficacemente, ma è anche associata a un rischio elevato di sviluppare difficoltà scolastiche e psicologiche. Il recente convegno “Diamo voce al Disturbo di Linguaggio”, organizzato a Roma in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza del DPL. Gli esperti sottolineano l’importanza di una diagnosi precoce e di un intervento tempestivo, elementi chiave per migliorare le prospettive di chi ne è affetto

Disturbo Primario del Linguaggio: un problema più comune di quanto si pensi

Il DPL colpisce un numero significativo di bambini e incide profondamente sul loro sviluppo linguistico e cognitivo

Il Disturbo Primario del Linguaggio (DPL) si manifesta già in età prescolare e può essere riscontrato in circa il 7,6% della popolazione in questa fascia d’età. Si tratta di una condizione del neurosviluppo non legata a deficit cognitivi, sensoriali o emotivi. Essa può variare in gravità, influenzando in maniera significativa la capacità di esprimersi e comprendere il linguaggio. Nei casi più lievi, i bambini possono avere difficoltà a formare frasi o utilizzare correttamente il vocabolario. Nelle forme più gravi, anche la comprensione di semplici istruzioni verbali può risultare compromessa.

Uno degli aspetti più preoccupanti è che il DPL è associato a un rischio dodici volte maggiore di sviluppare disturbi dell’apprendimento, come dislessia o discalculia. Questo non solo compromette il rendimento scolastico, ma aumenta il rischio di emarginazione sociale e problemi psicologici, come ansia e depressione. Secondo Francesca Mollo, logopedista e referente della Federazione Logopedisti Italiani (FLI), questo disturbo non è circoscritto alla prima infanzia, ma continua a influenzare lo sviluppo linguistico e cognitivo anche durante l’adolescenza e oltre, soprattutto in contesti educativi sempre più complessi. Ma vediamo come è stato affrontato il tema durante il convengo.

Il convegno di Roma: diagnosi precoce e sensibilizzazione

Consapevoli dell’importanza della diagnosi precoce, la Federazione dei Logopedisti Italiani (FLI) e l’associazione Clasta hanno organizzato un convegno il 15 ottobre al Centro Congressi di Roma. L’evento ha riunito specialisti di vari ambiti, dalla neuropsichiatria infantile alla logopedia, con l’obiettivo di discutere e promuovere strategie efficaci per la diagnosi e il trattamento del DPL. Il convegno ha messo in evidenza quanto sia fondamentale riconoscere i segnali precoci di rischio, già tra i 18 e i 36 mesi di età. Tra questi campanelli d’allarme figurano la mancanza di lallazione, un vocabolario limitato o difficoltà nella comprensione del linguaggio parlato. Individuare questi sintomi in tempo consente di avviare un intervento personalizzato, che può fare la differenza nell’evoluzione del disturbo e migliorare la qualità della vita dei bambini affetti.

Strumenti di sensibilizzazione: l’opuscolo informativo

Durante il convegno, FLI e Clasta hanno presentato un opuscolo informativo pensato per sensibilizzare sia le famiglie sia i professionisti del settore. L’opuscolo, realizzato con un linguaggio accessibile e arricchito da illustrazioni e fumetti, è destinato a spiegare in modo semplice e diretto cosa significa vivere con il DPL e quanto sia cruciale la terapia logopedica per il miglioramento delle capacità comunicative. L’iniziativa intende aumentare la consapevolezza sull’importanza della diagnosi precoce e fornire alle famiglie e agli operatori strumenti concreti per riconoscere i segnali del DPL, favorendo così un intervento tempestivo ed efficace.

In questo modo, l’opuscolo e il convegno stesso sottolineano il ruolo nevralgico che pediatri, insegnanti e genitori rivestono nella diagnosi precoce, e promuovono una cultura di attenzione e intervento che può prevenire complicazioni future nel percorso educativo e sociale dei bambini con DPL.

Azioni concrete per il futuro

La necessità di promuovere una cultura della consapevolezza attorno al DPL è emersa con forza durante il convegno. La FLI ha lanciato una campagna social per sensibilizzare l’opinione pubblica e coinvolgere le istituzioni a tutti i livelli. A Roma, ad esempio, il Consiglio Comunale sta valutando una mozione per sostenere progetti di prevenzione nelle scuole e in altri luoghi di aggregazione, con l’obiettivo di estendere queste iniziative a tutto il territorio nazionale.

Tiziana Rossetto, presidente della FLI, ha sottolineato come una maggiore visibilità del DPL permetterebbe di adottare strategie comunicative più efficaci sia in ambito scolastico che lavorativo, garantendo alle persone con DPL pari opportunità di espressione e apprendimento. Ancora oggi, molti bambini e adulti convivono con difficoltà invisibili causate da un DPL non diagnosticato, ma con il giusto supporto terapeutico e educativo, possono essere messi nelle condizioni di esprimere il proprio potenziale.

Autore: Simona Mazza Certelli