Sono state presentate in un giorno e mezzo 85mila domande per il bonus psicologico
Sono già tantissime le domande presentate all’Inps per ottenere il bonus psicologico. Fino a ieri le domande sono salite a 85mila a fronte di circa 16mila persone che, secondo quanto stimato dal governo, potranno ricevere i fondi. Sono stati stanziati nel decreto Milleproroghe 10 milioni di euro. Con Isee inferiore a 15mila euro l’importo è di 600 euro. Se compreso tra 15mila e 30mila euro è di 400 euro. Tra 30mila e 50mila euro di Isee, scende a 200 euro. C’è tempo per inoltrare la richiesta fino al 24 ottobre 2022. A quel punto verranno stilate le graduatorie, a partire dalle persone che hanno un Isee più basso e in base alla data della richiesta.
Ma è necessario sbrigarsi perché i fondi sono pochi rispetto alle persone che necessitano del bonus.
Una volta presentata la domanda, l’Inps comunicherà l’esito, fornendo un codice univoco da utilizzare entro 180 giorni presso il professionista scelto dall’utente.
“Finalmente ci siamo”, ha commentato su Twitter nei giorni scorsi il deputato Pd Filippo Sensi, che ha promosso questo incentivo. “Se sarà di sollievo, anche parziale, a chi ha sofferto di più in questi anni, forse avremo fatto metà del dovere nostro”.
Il Codacons, invece, ha già bocciato il bonus come “una misura inutile e inadeguata”, contestando come insufficienti i 10 milioni di fondi a disposizione e giudicando troppo elevato l’Isee massimo di chi può presentare la richiesta. “Solo 16 mila fortunati riusciranno a godere del Bonus psicologico”, è la previsione dell’associazione dei consumatori.
Bonus psicologico: pro e contro e i provvedimenti necessari
Purtroppo, la pandemia ha amplificato le situazioni preesistenti di soggetti che hanno disturbi mentali. Ci sono patologie psichiatriche serie che limitano la vita delle persone e che andrebbero curate e trattate adeguatamente. La depressione maggiore, i disturbi di personalità, il disturbo ossessivo e molti altri, con il giusto supporto e con tempi adeguati, possono essere curati. Più difficile, invece, curare altri disturbi psichiatrici invalidanti che necessitano assolutamente di un supporto farmacologico come la schizofrenia e la psicosi.
Questo non significa che gli altri disturbi non possano essere curati con i farmaci ma, essendo la persona maggiormente consapevole, i farmaci sarebbero solo di supporto a quello che ha scatenato il vero problema. Solo con la psicoterapia le cause e la risoluzione di traumi e conflitti interiori può essere risolta definitivamente.
E cosa fare se non si hanno i mezzi per curarsi?
Data la richiesta sarebbe opportuno valutare bene le domande e verificare realmente, attraverso colloqui con psicoterapeuti e professionisti, chi ha veramente bisogno di aiuto e protrarre l’incentivo a tempo indeterminato. Voglio sottolineare che, con la chiusura dei manicomi, anche se l’ospedale fornisce un breve supporto a coloro che hanno disturbi psichiatrici seri, i genitori di minori sono costretti a pagare strutture private e comunità per curare i loro figli. E lo stesso vale per gli adulti. Da non dimenticare poi, coloro che soffrono e non hanno il coraggio di chiedere aiuto pur essendo consapevoli.
No a coloro che vogliono approfittare del bonus che, anche se per un breve periodo, può aiutare a capire la persona se può trarre beneficio dalla psicoterapia. Ora è necessario che il governo attui le misure necessarie perché con la salute mentale non si scherza. Certe patologie sono come un tumore. Ti logorano l’anima.