Alcol: i danni neurologici si protraggono nel tempo

I gravi effetti dell’alcol e come uscirne secondo il Libro Bianco del Ministero della Salute

Un bicchiere di troppo a cena, un’uscita serale con gli amici e si inizia, sempre più spesso, a cadere in questa subdola trappola dell’alcolismo. L’insoddisfazione e il peso di questa società che vede i giovani sovraccaricati di oneri e aspettative, a volte li porta a finire in questa pericolosa dipendenza dalla quale è sempre più difficile uscire.
Spesso l’uso di alcol è associato a droghe per sballarsi o per passare una “serata diversa”. Così molti giovani, e non solo, si ritrovano vittime di una sostanza che provoca danni più seri di quanto possano immaginare.

Incidenti stradali, perdita di coscienza, violenza fisica sugli altri e su sè stessi, alterazioni dell’umore, rabbia, sonnolenza questi sono solo gli effetti collaterali dell’alcol sugli altri. Ma quali sono gli effetti sul nostro corpo?

Effetti sul cervello fino a un mese e mezzo dopo l’ultimo bicchiere

È noto ormai da tempo che l’alcol provoca gravi effetti sulla salute e sul cervello (disturbi psichiatrici e malattie degenerative) e le conseguenze si protraggono nel tempo
Anche il consumo moderato e regolare di alcolici procura un danno strutturale e funzionale al principale organo del sistema nervoso centrale. Uno studio condotto su un gruppo di 90 pazienti in cura per disintossicarsi dall’alcol dell’Istituto di Salute Mentale di Mannhein (Germania) ha dimostrato che il progredire delle lesioni celebrali proseguie anche dopo sei settimane dall’ultimo bicchiere.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Jama Psychiatry. Queste persone sono state sottoposte a una particolare risonanza magnetica che evidenzia le variazioni della mobilità dei protoni dell’acqua in un tessuto biologico.

Secondo gli esperti, la maggiore vulnerabilità è stata riscontrata nelle aree coinvolte nella formazione dei ricordi. Ma anche in quelle nella maturazione delle decisioni e nel sistema di ricompensa (che innesca il meccanismo di bere in modo compulsivo).

Il Libro Bianco del Ministero della Salute

Il Libro Bianco (2022) è strutturato diversi capitoli in cui si affrontano le tematiche discusse durante la “Conferenza Nazionale Alcol” e, a seguire, fornisce ai lettori una descrizione del panorama internazionale, europeo e nazionale, i cui dati sono stati pubblicati nella relazione del Ministro della Salute al Parlamento 2022 e nel rapporto ISTISAN 2022. Tali dati sono stati presentati nella Seconda Conferenza Nazionale Alcol, affidata all’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità. Questo cura annualmente l’aggiornamento epidemiologico mediante il sistema di sorveglianza SISMA – Sistema di Monitoraggio Alcol, previsto dal DPCM 03.03.2017.

I decessi da alcol: i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)

Dai dati epidemiologici diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’alcol è considerato il quinto fattore di rischio per il carico di malattia globale. Nei 30 Paesi dell’Unione Europea il 5,5% di tutti i decessi sono stati causati dall’alcol, in gran parte per patologie oncologiche (29% dei decessi attribuibili all’alcol), cirrosi epatica (20%), malattie cardiovascolari (19%), incidenti stradali, atti di autolesionismo e violenza interpersonale (28%) (1-3). Una percentuale relativamente alta di decessi attribuiti all’alcol si verifica in età giovanile (una morte su quattro dei ragazzi tra i 20 e i 24 anni).

Aumenta il consumo a causa del Covid rispetto agli anni precedenti

Con l’avvento del Covid, secondo i dati riportati sul Libro bianco, il consumo di bevande alcoliche è aumentato notevolmente anche tramite l’acquisto online.

In seguito alla pandemia sale anche il consumo di alcol soprattutto nelle donne minorenni tra i 16 e i 17 anni che raggiunge la frequenza dei consumatori a rischio uomini dello stesso anno (43,8%)

Per questo le consultazioni mondiali presso l’OMS hanno confermato la necessità di rafforzamento delle azioni e delle politiche internazionali, europee e nazionali da dedicare al trattamento e presa in carico nell’ambito dei disturbi da uso di alcol (DSM-V) e a prevenirli.
È opportuno, secondo il testo cogliere l’opportunità che offre il PNRR di “ridisegnare l’assistenza territoriale delle Case della Comunità”.

Alcol: un bicchiere al giorno fa bene?

Come dimostrato dalla Comunità Scientifica Internazionale sia il consumo abituale eccedentario, quello occasionale o episodico eccessivo possono causare problemi di salute o aggravarli.
L’uso continuativo produce effetti simili a quelli di altre sostanze psicotrope illegali con induzione di dipendenza fisica e psichica, assuefazione, craving, compulsività e altri disturbi del comportamento.

Quali solo le malattie correlate all’alcol?

La cirrosi epatica, patologie vascolari, gastroenterologiche, neuropsichiatriche, immunologiche, infertilità e problemi prenatali, cancro e gravi eventi come incidenti stradali, omicidi, suicidi ecc.…

Alcol e gravidanza

Le donne, avendo una massa corporea inferiore rispetto agli uomini, hanno una capacità inferiore di metabolizzare l’alcol e ciò determina un livello nel sangue più elevato. Spesso molte donne non sono consapevoli del la maggiore sensibilità e vulnerabilità legata al consumo di alcol in gravidanza e allattamento.

È in corso in Europa, a questo proposito lo svolgimento di attività nell’ambito del progetto sullo spettro dei disordini feto-alcolici, il contratto di servizio “Fetal Alcohol Reduction and exchange of European knowledge after Standard European Alcohol Survey” (FAR-SEAS; https://far-seas.eu/) dedicato interamente alla prevenzione dei Fetal Alcohol Spectrum Disorders – FASD affidato in Italia all’ONA-ISS di cui saranno presto resi disponibili materiali e strumenti per la formazione degli operatori sanitari per l’identificazione precoce e l’intervento breve sul consumo di alcol in gravidanza.

Dipendenza da alcol e servizi in Italia

Nel 2020 sono 64.527 le persone alcoldipendenti in carico ai servizi in Italia. Peggiora, purtroppo, la capacità del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e del sistema di diagnosi e cura. Infatti, solo il 7,85 degli 83mila consumatori che necessitano di trattamento è preso in carico dai servizi territoriali per le dipendenze.

Le associazioni a cui rivolgersi

Sono molte le iniziative promosse dalla Commissione Europea e dall’OMS negli ultimi vent’anni supportate a livello mondiale e nazionale.

Il Piano Nazionale Alcol e Salute (PNAS) è stato approvato il 29 marzo del 2007 dalla Conferenza Stato-Regioni ed è finalizzato a promuovere le attività di prevenzione e presa a carico dei problemi legati all’abuso di alcol.

Quali sono le proposte delle Società Scientifiche

Documento intersocietario di: Società Italiana di Alcologia (SIA), Società Italiana Tossicodipendenze (SITD), Federazione Italiana degli operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze (FeDerSerD).

Le tre Società Scientifiche approvate dal Ministero della salute nell’ambito dell’alcologia hanno definito alcune priorità necessarie per il rilancio dell’Alcologia Italiana:

1. Collocazione della Alcologia Territoriale nei Dipartimenti delle Dipendenze Autonomi

2. Valorizzazione delle équipe alcologiche dei Ser.D. e presenza di una Unità Operativa Semplice o Complessa di Alcologia che rappresenti l’hub specialistico in ogni ASL.

3. Valorizzazione, come necessario anche per le altre Dipendenze Patologiche, di un’area specialistica in Alcologia Ospedaliera

 4. Promozione e diffusione delle collaborazioni tra territorio (Ser. D./Centri Alcologici) e ospedale (ambulatori intraospedalieri e progetti di aggancio in Pronto Soccorso). Definizione di percorsi riabilitativi specifici residenziali e semiresidenziali, sia ospedalieri che nell’ambito delle comunità terapeutiche accreditate, per pazienti con dipendenza da alcool.

 5. Promozione della rete locale socio-sanitaria e sociale con le associazioni e con i gruppi territoriali di auto-aiuto (AA, Alanon) e di comunità multifamigliare (ACAT).

 6. Produzione, da parte delle Società Scientifiche di linee guida/linee nazionali in accordo alla Legge 24/2017. A cascata, la definizione di linee di indirizzo regionali e PDTA o documenti di buona prassi a livello aziendale.

7. Sistematizzazione della formazione alcologica, nell’ambito di una formazione specialistica sulle Dipendenze, rivolta dei Medici di Medicina Generale e Pediatri di 271 libera scelta, ad opera di esperti del settore e personale dei Ser. D./Centri Alcologici locali, sull’identificazione precoce dei soggetti a rischio e l’intervento breve per i soggetti con consumo dannoso di alcool.

 8. Creazione di mappe della rete di servizi formali e informali socio-sanitari che ruotano attorno alle problematiche alcologiche in ogni territorio

9. Lavoro di concertazione per la definizione di una disciplina professionale in Medicina delle Dipendenze, e di un insegnamento universitario specifico in Alcologia durante il Corso di laurea come previsto dalla Legge 125/2001.
Estensione a tutti i Corsi di laurea per psicologo e professioni sanitarie.

10. Impegno per promuovere una revisione strutturale della legislazione in materia di Dipendenze e Uso Dannoso che valorizzi l’attività dei Servizi e l’approccio di sanità pubblica

Associazioni gratuite a cui rivolgersi

Dato l’aumento dei soggetti affetti da alcolismo è opportuno sottolineare che ci sono alcune associazioni gratuite a cui rivolgersi:
– l’Associazione Italiana Club Alcologici Territorial(AICAT) è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale fondata nel 1989 per promuovere e coordinare le attività dei Club Alcologici Territoriali (CAT), già Club degli Alcolisti in Trattamento

-Gli alcolisti anonimi ( A.A.)

-i gruppi familiari al-Anon

La volontà è la cosa più importante

“La nostra gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta” Confucio

L’alcol crea dipendenza. Il percorso per uscirne è doloroso proprio perché, come dice la parola stessa “dipendenza- dal latino dependēre cioè “pendere da” essere dipendenti” è una debolezza. I soggetti che hanno dipendenze hanno una struttura emotiva spesso fragile e, non riuscendo a superare e affrontare il dolore o i problemi, cadono in un vortice che diviene, con il passare del tempo, ancor più grave di quello che si aveva in precedenza. La chiave per uscirne è la volontà. Per prima cosa è necessario ammettere di avere un problema e, successivamente, decidere di impegnarsi passo dopo passo per risolverlo in modo duraturo e senza rischio di ricadute.

Autore: Ilaria Cicconi