Selumetinib: il nuovo farmaco per ridurre i neurofibromi legati alla neurofibromatosi
Dopo il consenso nell’Unione Europea è stato approvato il Italia Selumetinib, il primo farmaco per il trattamento dei tumori neurofibromi plessiformi (Pn) sintomatici e non operabili in pazienti pediatrici di età pari o superiore a tre anni con una rara malattia genetica, la neurofibromatosi di tipo 1 (Nf1).
La neurofibromatosi di tipo 1 è una malattia associata alla mutazione del gene NF1, localizzato sul braccio lungo del cromosoma 17, che codifica per la neurofibromina, una proteina con effetto oncosoppressore. Questo, in condizione di normalità, regola la proliferazione e la sopravvivenza cellulare. La mutazione del gene provoca un’eccessiva proliferazione cellulare che è la causa di una delle tante manifestazioni patologiche della malattia, cioè lo sviluppo di tumori del sistema nervoso centrale e periferico.
I pazienti affetti da neurofibromatosi di tipo 1 spesso sono soggetti alla formazione di neurofibromi plessiformi interni, tumori benigni che possono causare danni neurologici e addirittura evolvere in tumori maligni del rivestimento dei nervi.
Quali sono i sintomi
- macchie cutanee color caffè-latte, costituiscono il segno più comune, essendo presenti nel 95% delle persone con NF1. Le macchie si sviluppano quasi sempre alla nascita o si manifestano entro il primo anno d’età. Durante l’infanzia la maggior parte dei bambini con NF1 presenta almeno sei macchie color caffè latte di circa 5 millimetri di grandezza che, in genere, aumentano di dimensioni con il progredire dell’età.
- lentigginosi, un altro segno comune è costituito dalla presenza di macchie caffellatte di piccole dimensioni (simili alle lentiggini) in determinate aree del corpo, come le ascelle, l’inguine e sotto il seno
- neurofibromi, i più comuni sono quelli cutanei, sono formazioni nodulari rilevate, compaiono intorno alla pubertà e sono quasi sempre presenti nelle persone adulte con NF1. Sono tumori benigni che si sviluppano a partire dalle cellule di rivestimento dei nervi (le cellule di Schwann) e alterano la struttura del nervo stesso sovvertendola dall’interno. Possono variare di dimensione, da rilievi leggeri sulla pelle fino a raggiungere la dimensione di un pisello o anche più (penduli) e presentare una colorazione violacea. Il loro numero può variare e possono ricoprire più parti del corpo
- noduli di Lisch, piccoli accumuli di cellule che compaiono intorno alla pubertà nell’iride (ovvero la parte dell’occhio che circonda la pupilla e che determina il colore dell’occhio). Sono visibili dall’oculista con la lampada a fessura o, assai raramente, a occhio nudo (in persone con l’iride di colore chiaro). Si presentano come noduli rotondeggianti, rilevati, di colore giallo-marrone. Non causano alcun disturbo alla vista, compaiono abitualmente intorno agli 8 anni d’età e sono presenti in una grandissima proporzione di adulti con NF1
Una malattia genetica
La Nf1 è una condizione genetica debilitante che in tutto il mondo riguarda una persona su 3.000 e che in Italia si stima colpisca circa 20.000 persone. In una percentuale tra il 30 e il 50% dei pazienti, si sviluppano tumori sulle guaine nervose (neurofibromi plessiformi) causa di problemi quali deturpazioni, disfunzioni motorie, dolore, disfunzioni delle vie aeree, disturbi visivi e disfunzioni vescicali o intestinali.
Selumetinib
L’approvazione di Selumetinib da parte di AIFA si basa sui risultati positivi dello studio clinico di Fase II SPRINT Stratum 1, sponsorizzato dal Programma di Valutazione della Terapia del Cancro (CTEP) del National Cancer Institute (NCI). La sperimentazione ha dimostrato che Selumetinib riduce le dimensioni dei tumori fino al 20% del volume anche in presenza di lesioni molto grandi. Lo studio evidenzia un tasso di risposta obiettiva (ORR) del 66% (33 su 50 pazienti, risposta parziale confermata). Migliora, inoltre, la forza muscolare, la mobilità articolare e agisce sui sintomi correlati al tumore, come afferma Antonella Cacchione dell’Irccs Ospedale pediatrico Bambino Gesù, Roma. “La nostra esperienza nella pratica clinica conferma questi dati e riteniamo che anche la riduzione del tempo di ospedalizzazione grazie a questa terapia sia un parametro importante da considerare”.
La molecola è un inibitore di MEK, una pathway enzimatico-proteica che interviene nella proliferazione neoplastica delle cellule. Agisce inibendo l’iperattività di specifici enzimi – MEK1 e MEK2 – impattando in maniera sensibile sulla riduzione delle dimensioni dei neurofibromi. È indicato nel trattamento di bambini che presentano neurofibromi plessiformi, non aggredibili chirurgicamente in maniera completa, con dolore importante associato alla compressione dei fasci nervosi, impotenza funzionale, disturbi di tipo estetico e problematiche agli arti motori.
La neurofibromatosi ha un impatto drammatico sulla vita di chi ne è affetto anche perché i neurofibromi plessiformi incidono sulla quotidianità del soggetto ostacolando anche i gesti più semplici; quindi, condizionando la vita sociale.
Questa terapia farmacologica innovativa dà nuove speranze ai pazienti, soprattutto ai bambini e alle loro famiglie. Inoltre, il farmaco è rimborsabile e questo è un risultato molto importante per tutti quei bambini con neurofibromi plessiformi non operabili.
Fonte: ISS