Coinvolgere i pediatri nei programmi di screening volti ad intercettare precocemente i segnali di disagio delle neomamme, contro la depressione post partum.
A fare la proposta è Valentina Grimaldi, pediatra-psicoterapeuta e consigliera dell’Ordine dei Medici-chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Roma (Omceo Roma).
Secondo la professionista della salute, infatti, coinvolgere maggiormente i pediatri di famiglia nei programmi di screening, può fare in modo che i segnali di disagio intercettati non diventino un disturbo vero e proprio.
Depressione post partum, in cosa consiste
La depressione post partum è un disturbo pervasivo che può colpire le donne dopo il parto. Si differenzia dal cosiddetto “baby blues”, cioè quella tristezza temporanea che spesso si verifica nei giorni successivi al parto, per la sua gravità. Può infatti interferire in modo molto significativo nella vita della puerpera, impedendole di prendersi cura di se stessa e del suo bambino.
Si ritiene sia un disturbo causato da una combinazione di cambiamenti ormonali, fattori genetici, ambientali e stress emotivo legati alla maternità, anche se la causa esatta non è ancora nota.
Trattamento della depressione post partum
Secondo i dati del Ministero della Salute, la depressione post partum colpisce, con diversi livelli di gravità, dal 7 al 12% delle neomamme. Esordisce generalmente tra la sesta e la dodicesima settimana successiva alla nascita del figlio. Gli episodi durano tipicamente da 2 a 6 mesi.
“La donna si sente triste senza motivo, irritabile, facile al pianto, non all’altezza nei confronti degli impegni che la attendono” – spiega il Ministero. La depressione post partum infatti è caratterizzata da tristezza persistente, sensazione di vuoto o disperazione; sensazione di irritabilità o rabbia eccessive; ansia e preoccupazione costanti; perdita di interesse nelle attività che di solito si apprezzano. Poi ancora, difficoltà a dormire o eccessiva sonnolenza, difficoltà nel concentrarsi o nel prendere decisioni; sentimenti di colpa o inadeguatezza come madre. Nei casi più gravi, possono verificarsi pensieri negativi, come quelli di ferire se stesse o il bambino.
Il trattamento di questo tipo di depressione può essere sia di tipo psicologico (terapia cognitivo-comportamentale), sia farmacologico (con la somministrazione di antidepressivi). Il supporto sociale e familiare è inoltre fondamentale per il recupero.
Il ruolo dei pediatri nella depressione post partum
“Noi pediatri molto spesso non siamo coinvolti, se non marginalmente, nei programmi di screening perché la depressione post partum viene erroneamente confinata al periodo immediatamente dopo il parto. In realtà non è più così” – spiega Grimaldi.
“Il pediatra di famiglia può avere un ruolo molto importante. Infatti, siamo proprio noi che, dopo il parto, incontriamo più frequentemente il bambino e la mamma, dunque coinvolgerci attivamente nell’individuazione dei segnali di depressione, in rete con gli altri specialisti, può davvero fare la differenza. Ogni specialista e operatore sanitario è chiamato a dare il proprio importante contributo per intercettare questa problematica che coinvolge un numero sempre maggiore di donne. Offrire un trattamento quanto più possibile tempestivo alle madri in difficoltà, in questa delicata fase, è dunque un’importante azione di salute pubblica“.
Parole chiave: multidisciplinarietà e prevenzione
La formazione del personale sanitario, in questo contesto, è fondamentale per riconoscere i sintomi e per il trattamento delle donne colpite da questo grave disturbo.
“E’ bene sottolineare – evidenzia Daniela Aiello, dirigente psichiatra e psicoterapeuta Asl Roma 2 – che deve essere data un’attenzione particolare alla prevenzione primaria della salute mentale.Vuol dire promuovere la salute della famiglia facendo attenzione alla transizione alla genitorialità al momento della nascita e alle tappe di sviluppo successive, che sono fasi cruciali da cui deriverà la salute psichica del bambino.La salute mentale materna è uno dei determinanti del benessere del bambino, anche per questo si è sentita la necessità di approfondire l’argomento in ottica multidisciplinare. Fare prevenzione è un discorso importantissimo di salute pubblica“.
Inoltre “è importante ricordare sempre, come medici, che il tempo che si dedica alla comunicazione e alla relazione col paziente è tempo di cura, crea un’alleanza con la famiglia che tornerà sempre utile” – aggiunge Grimaldi. “Importantissimo per la depressione post partum, come per tante altre problematiche, è andare verso la creazione di una rete efficace tra professionisti, con una integrazione efficace e funzionale sul territorio“.