Azzerati i fondi per la cura dei disturbi del comportamento alimentare. Quali sono i segnali di queste patologie e come riconoscerle. Parleremo, in particolare, dell’anoressia nervosa
25milioni di euro regolarmente ripartiti tra regioni, da spendere entro il 31 ottobre 2024 saranno tagliati a fine di quest’anno. Mentre i disturbi del comportamento alimentare aumentano e, di conseguenza, il bisogno di aiuto, saranno decine i centri per la cura a rischio chiusura. Infatti, i fondi erano stati stanziati proprio per rafforzare la rete del personale specializzato e aiutare chi soffre di DCA.
Molti professionisti potrebbero rimanere senza lavoro e tanti pazienti, in particolare in età evolutiva, rischiano la vita a causa di queste problematiche in aumento.
Le richieste al ministero della Salute e al presidente del Consiglio
Le 40 associazioni dei familiari dei pazienti hanno già scritto al ministro della Salute Orazio Schillaci e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per chiedere la proroga degli stanziamenti e una mobilitazione è in atto anche tra gli operatori. Laura Dalla Ragione, una delle massime esperte dei disturbi dell’alimentazione e referente per l’Umbria della rete che si occupa della loro cura, nonché consulente del ministero ha detto: “Se non si troverà una soluzione molti servizi dovranno chiudere e in tanti si troveranno senza assistenza”.
“Nessuno si aspettava che il fondo non venisse prorogato – ha continuato Dalla Ragione – perché veniva dato per scontato da tutti. È stata una sorpresa per tutti, compreso lo stesso ministero della Salute che si è già attivato. Speriamo che la decisione legata alla mancata proroga venga rivista in Parlamento”.
Dalla Ragione ha ribadito che la diffusione dei disturbi dell’alimentazione “è in costante crescita e, dai dati, sembra che in Italia ne siano affetti 3 milioni e 200 mila persone (oltre 18 mila in Umbria). Una vera e propria epidemia che dopo il Covid sta coinvolgendo fasce d’età sempre più basse, anche tra 8 e 12 anni che rappresentano il 30 per cento dei soggetti colpiti.
Ma quali sono i disturbi del comportamento alimentare e perché ci si ammala?
Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) fanno parte dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione l’Anoressia e la Bulimia nervose ma anche altri disturbi che esordiscono in età infantile. Questi sono:
– la Pica la cui caratteristica fondamentale consiste nella “persistente ingestione di una o più sostanze senza contenuto alimentare non commestibili” (ad esempio, stoffa, metallo o ghiaccio) per un periodo uguale o superiore a 1 mese
– il Disturbo da ruminazione (caratterizzato da ripetuto rigurgito di cibo, poi rimasticato, ringoiato o sputato per un periodo uguale o superiore a 1 mese e non attribuibile a un problema gastrointestinale o a un’altra condizione medica)
-il Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo. Anche il Disturbo da binge-eating (caratterizzato da abbuffate almeno 1 volta a settimana) entra a far parte dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione
Quali sono i campanelli d’allarme
L’eziopatogenesi è multifattoriale perché queste malattie derivano da fattori genetici, ambientali, problemi familiari, psicologici e culturali. Le persone che soffrono di un DCA hanno un forte bisogno di controllo sul cibo e su altri aspetti della loro vita.
Quelli che soffrono di anoressia nervosa cercano di camuffare il loro corpo tramite abiti larghi perché non riescono a vedersi per quello che sono. Inseguono una meta “pericolosa”, cioè il dimagrimento.
Come mangia una persona che soffre di anoressia
Le persone affette da anoressia consumano i pasti solo in luoghi specifici, pesano il cibo e controllano le proporzioni e le calorie. Lo dispongono sul piatto in un certo modo e mangiano sempre alla stessa ora. Mangiano lentamente e masticano eccessivamente gli alimenti. Inoltre “spezzettano” il cibo.
L’anoressia nervosa
Chi soffre di anoressia nervosa vive con un costante senso di vergogna perché non si accetta. Si vede grasso/a quando in realtà non lo è, addirittura tende ad evitare, a livelli gravi, tutte le interazioni sociali che hanno a che fare con il cibo come ad esempio, le cene. Il soggetto affetto da DCA ha paura a chiedere aiuto e questo diventa un comportamento autodistruttivo perché, per proteggersi, tende a non affrontare il problema cercando di nasconderlo mentre il pensiero ossessivo ricade costantemente sul suo corpo. Si vede grasso. E ogni commento sul suo aspetto diventa invalidante e persecutorio.
Queste persone sono ossessionate dallo sport, anche saltare una lezione in palestra è per loro un disagio. L’eccessiva magrezza a cui possono arrivare li rende spaventosi. Qualsiasi commento sull’aspetto fisico potrebbe essere visto dal soggetto in maniera distorta. Molti giovani, anche molto belli, tendono a diventare l’ombra di se stessi a causa di questa patologia. Questo non viene compreso dalla società, ancora troppo giudicante, in cui viviamo.
Un altro motivo per cui questi disturbi aumentano potrebbe essere legato anche ai social media, infatti, siamo in una società che ci costringe ad inseguire degli stereotipi mentre la diversità è ricchezza e bellezza.
I sintomi dell’anoressia
Ritornando all’anoressia nervosa possiamo evidenziare alcuni segnali che ci aiutano a capire quando una persona è affetta da questa patologia:
– il rimurginio legato ai pensieri costanti sul proprio corpo che porta il malato a sentirsi inutile
-Si lamenta sempre di essere grasso/a
– è molto irritabile e ha frequenti sbalzi di umore
– controlla e conta ogni giorno le calorie e il suo peso
– salta i pasti
– se assume più calorie digiuna o lo fa in maniera intermittente
– tende ad assumere alimenti come verdure ed evita come la peste il cibo spazzatura
– non mangia quasi mai carboidrati. Inoltre, ci sono dei “rituali” che questi malati attuano nella preparazione del cibo anche con i familiari. Ad esempio, nella cottura spezzettano gli alimenti senza ingerirli nel piatto. A volte vomitano e fanno abuso di lassativi.
I sintomi fisici dell’anoressia nervosa
-una perdita di peso improvvisa o rapida;
-frequenti cambiamenti di peso;
-particolare sensibilità al freddo;
-guance o mascella gonfie, calli sulle nocche, danneggiamento dei denti, tutti segnali associati al vomito;
-svenimenti e vertigini;
-grande stanchezza e incapacità di svolgere attività normali o, al contrario, incredibile iperattività
L’esperienza di F. “Secondo la mia testa non meritavo di vivere”
F voleva, inconsciamente, autodistruggersi e a soli quindici anni cadde nel vortice dell’anoressia. Iniziò a saltare i pasti, a gettare il cibo e ad isolarsi. Non pensava di avere un problema ma un giorno fu costretta a chiedere aiuto per salire lo scalino dell’autobus e così iniziò a rendersene conto. “Ero arrivata a pesare 27kg e mia madre, grazie all’aiuto del mio psicologo, mi portò in un centro di riabilitazione per la cura dei disturbi alimentari”.
Nonostante tutto la ragazza sentiva ancora il bisogno di non mangiare. Solo dopo molti anni di terapia iniziò a rendersi conto che il disagio che provava dentro doveva esternarlo a parole e non attraverso il controllo del peso. Era necessario anche abolire tutti gli schemi ossessivi alimentari e “sportivi” che sentiva di dover portare a termine ogni giorno, come quello di muoversi costantemente per bruciare più calorie possibili.
“Mi sentivo un peso e un fallimento per la mia famiglia e volevo sparire”
Per F chiedere aiuto è stato difficile, si sentiva in colpa, ma ricoverarsi è stato l’unico modo per uscirne. Con il tempo, l’aiuto degli specialisti e il sostegno della sua famiglia la ragazza è guarita. “Il consiglio che posso dare a chi soffre di anoressia è quello di affrontare il dolore e non arrendersi mai”.
I DCA non vanno sottovalutati
I disturbi del comportamento alimentare possono essere tanto gravi da portare alla morte. Non bisogna mai sottovalutare i segnali ma cercare di capire, senza eccessi e con l’aiuto di uno specialista, se la persona ha bisogno di aiuto e intervenire prima possibile. Per intraprendere un percorso d’amore per il suo corpo e per se stessa/o.
Purtroppi gli adolescenti sentono il bisogno di uniformarsi alla massa. Non c’è unicità. Se fossimo tutti uguali saremmo solo dei calchi invece siamo “esseri umani” dotati di “umanità”. Non solo corpi. Il corpo, nella sua totalità, è importante, come lo è la salute e deve essere curato, rispettato e amato. Non torturato.
Bisogna imparare ad amare il proprio aspetto e questo parte tutto dalla mente. Se non si ha stima per se stessi anche una persona apparentemente bellissima sarà, agli occhi degli altri, mediocre. Un corpo senz’anima. Se non ci si ama non si riuscirà mai a vedersi per quello che si è veramente. Ci si vedrà sempre diversi e si sarà insoddisfatti anche con un corpo da favola.
“Non preoccuparti se gli altri non ti apprezzano. Preoccupati se tu non apprezzi te stesso”. Confucio