L’app Immuni è arrivata al capolinea e terminerà ufficialmente il suo servizio dal 31 dicembre. Dalla stessa data, l’app di contact tracing italiana sarà eliminata dagli store (Apple, Google, Huawei) e non sarà più possibile né scaricarla, né aggiornarla. Lo comunica il Ministero della Salute in una nota ufficiale.
Inoltre saranno bloccate tutte le sue funzioni: non invierà più gli avvisi di esposizione al contagio e non sarà possibile segnalare la propria positività per avvisare altri utenti. Sarà interrotto anche il trattamento dei dati personali effettuato dal Ministero della salute (art. 6 del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28).
I numeri di App Immuni: 21 milioni di download
L’applicazione italiana di tracciamento era nata nel 2020 per il tracciamento dei contatti con positivi al coronavirus Sars-Cov-2 e si basava sullo stesso principio di quelle disponibili negli altri Paesi. Lo scopo dell’app Immuni era infatti quello di rispondere con semplicità e rapidità al bisogno di informazione e monitoraggio sul Covid nelle prime fasi della pandemia.
Serviva a ricevere avvisi di contatto con un positivo sul proprio smartphone e a segnalare la propria positività al Covid-19, in modo anonimo, ad altri utenti che inconsapevolmente erano stati nelle vicinanze. Questo per avvisarli di testarsi e di tenere sotto controllo eventuali sintomi. E a loro volta, segnalare la propria positività qualora si manifestasse il virus, anche se asintomatici.
Insomma, l’app puntava a “spezzare la catena del contagio” grazie alla responsabilità dei cittadini utilizzatori, e voleva essere uno strumento di monitoraggio dei contagi sul territorio. Oltre 21 milioni i download, 92.051 gli utenti che hanno segnalato la propria positività e 196.114 le notifiche inviate. Tutto sommato anche buoni numeri, ma se si pensa che sono spalmati in due anni di pandemia, si poteva certamente fare di meglio per creare una rete di avvisi davvero efficace.
Gli ultimi dati relativi all’app Immuni sono del Ministero della Salute e sono aggiornati al 26 dicembre 2022. Gli open data complessivi sono disponibili anche in formato CSV e JSON e raggiungibili su github.
Come funzionava l’app: il nodo della privacy
L’introduzione dell’app Immuni, il cui download è stato sempre su basa volontaria per chiunque, ha da subito suscitato un gran dibattito nel Paese. Se infatti da molti è stata apprezzata, anche se ritenuta macchinosa da utilizzare; da altri è stata osteggiata perché considerata uno strumento di controllo e limitativo della libertà personale alla stessa stregua del green pass.
Eppure le caratteristiche tecniche dell’app Immuni hanno sempre garantito la privacy delle persone, come chiarito anche dal Ministero in una nota del 21 aprile 2020. Innanzitutto perché non si basava su una localizzazione Gps, ma sulla tecnologia Bluetooth Low Energy (BLE), assegnando agli utenti un ID temporaneo e variabile nel tempo; la trasmissione dei dati inoltre era cifrata e firmata digitalmente. L’app inoltre non aveva alcun accesso ai contatti e alla rubrica dell’utilizzatore, né registrava il suo numero di telefono. Infatti le notifiche erano esclusivamente in-app e mai via sms.
App Immuni, il punto di vista degli utenti
Dalle recensioni si comprende l’ampiezza della forbice delle opinioni degli utenti. “L’app funziona benissimo, non si chiude in background (con i giusti permessi) e non è per nulla invadente – ha scritto S.B. su Google Play – Il consumo di batteria è assolutamente irrilevante. All’interno dell’app c’è una guida completa e un consistente apparato di informazioni sulla gestione dei dati personali (l’app non sa chi sei, dove sei e cosa fai). Una volta installata non vi accorgerete nemmeno di averla (sperando che non vi arrivi mai la notifica di esposizione). Da scaricare, importante per sé e gli altri“.
Sono invece esempi di commenti sulla pagina Facebook dedicata all’app: “Mai scaricata… dal primo giorno ho capito che non serviva a nulla“. “L’app più inutile della storia“. “Impossibile contattarvi. Nessuno sa darmi informazioni e nessuno risponde al numero verde“. Ma anche sul Play store qualche “stella” ha lasciato a desiderare.
Che fine faranno le certificazioni verdi?
L’ultimo aggiornamento dell’app è stato il 21 marzo 2022. Così riporta Google Play.
Una funzionalità introdotta con il green pass, è stata quella di poter scaricare la propria certificazione verde tramite l’app Immuni, per avvenuta vaccinazione covid o guarigione dalla malattia. L’app però, una volta andata in pensione il 31 dicembre, non permetterà più di scaricare le certificazioni verdi Covid-19; quelle già presenti sul proprio dispositivo resteranno disponibili, ma non saranno più inviati avvisi sulle scadenze.
Sarà invece possibile continuare a recuperare la certificazione verde con tutte le altre modalità indicate nel sito https://www.dgc.gov.it/, tramite l’app IO ed anche mediante il Fascicolo Sanitario Elettronico.