13 morti solo in Italia quest’anno a causa del virus trasmesso dalle zanzare. Come prevenire la trasmissione secondo il Ministero della Salute
Sono altre tre le vittime solo nella giornata di ieri (una nel Lazio e due nel Casertano) decedute a causa del virus veicolato delle zanzare, il West Nile, anche conosciuto come febbre del Nilo, virus di origini equatoriali giunto nel nostro paese già diffuso nel continente Asiatico e Americano.
Anche se l’incidenza dei casi con conseguenze preoccupanti hanno percentuali che non superano l’1%, non va comunque presa sottogamba questa che potrebbe, se ignorata, diventare una nuova emergenza sanitaria. Per questo il Ministero della Salute ha avviato una serie di azioni per controllare, monitorare e reprimerne la diffusione come previsto nel Piano nazionale di sorveglianza e risposta alle Arbovirosi 2020-2025 coordinato anche dall’Istituto Superiore di Sanità. L’obiettivo è quello di individuare tempestivamente la presenza del virus nei territori, per limitare al massimo il rischio per la salute pubblica, intervenendo con attività di disinfestazione ambientale, affidate alle attività locali, e con misure di protezione individuale.
I territori in cui si registrano più contagi
Se si va ad osservare la mappa dei territori in cui si registrano più casi non si fa difficoltà ad intuire che le zone con la maggior umidità siano l’habitat ideale del diffondersi del virus, in quanto veicolato dalle zanzare (dalla comune Culex fino a quella Tigre). Infatti tutte le zone centrale della Val Padana attraversata dal Pò, l’agro Romano ed Aversano sono nella lista capitanata dall’Agro Pontino che detiene il numero più alto di casi.
Nella maggior parte dei soggetti colpiti il virus è asintomatico (oltre l’80) e nei restanti si hanno delle reazioni che spesso sono così lievi da essere percepite come malanni momentanei e passeggeri come: mal di testa, nausea, lievi febbri, vomito, ecc. Solo in alcuni casi questi effetti possono prendere forme più acute e particolarmente pericolose. Oggi in Italia si registrano 13 casi mortali dovuti al west Nile, soggetti particolarmente fragili o per motivi anagrafici o immuni-depressi affetti da ulteriori patologie che, combinandosi con il virus, si sono rivelate letali.
La prevenzione
Non esiste per ora un vaccino precauzionale contro tale virus e i suoi sintomi vengono curati con farmaci di tipo generico (antidolorifici, antipiretici, antistatici). La prevenzione è ridotta ai soli repellenti o rimedi per evitare la puntura degli “insetti veicolo”. Cosa che invece è possibile fare, anzi consigliabile, nonostante le campagne di disinfestazioni che questi giorni investano moltissimi centri, è quello di evitare di creare le condizioni ottimali per il proliferare delle zanzare. Come lasciare acque stagnanti, creare zone oltremodo buie ed umide nei giardini e riporre scarti organici all’aperto.
Per ricevere informazioni aggiornate, è attivo il numero 1500 del Ministero della Salute, gratuito e a disposizione di tutti i cittadini, dal lunedì al venerdì, festivi esclusi, dalle 9 alle 17.
“Non siamo di fronte a un’emergenza sanitaria, i dati sulla circolazione del virus West Nile sono in linea con gli anni precedenti, con al momento solo una diversa distribuzione geografica” è quanto dichiara Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della prevenzione, della ricerca e ricerca e dell’emergenza sanitaria, rivolta ai cittadini.
Fonte: Ministero della Salute