Vittime del dovere: confronto tra danno biologico e danno morale

In una nuova puntata di ONA News, il giornalista Luigi Abbate mi ha intervistato su un tema che considero di fondamentale importanza: il riconoscimento del danno morale subito dalle vittime del dovere, colpite da gravi patologie dovute a causa di servizio.

Si è trattato di un approfondimento giuridico e umano, che mi ha permesso di spiegare perché è essenziale garantire giustizia, dignità e risarcimenti completi a chi ha servito lo Stato con fedeltà e sacrificio, spesso mettendo a rischio la propria salute e la propria vita.

Danno biologico e danno morale: una distinzione fondamentale

Durante l’intervista, ho voluto chiarire la differenza tra danno biologico e danno morale.
Per danno biologico si intende la lesione dell’integrità psico-fisica della persona, accertata da un medico legale.
Il danno morale, invece, riguarda la sofferenza interiore — il dolore, l’angoscia, la paura, la vergogna — che derivano dall’illecito e che non possono essere misurati con strumenti oggettivi.

Anche se sono concetti distinti, il danno morale può essere risarcito come componente del danno non patrimoniale, in combinazione con il danno biologico, purché la sofferenza venga provata con elementi concreti e specifici.

Le mie considerazioni sulle vittime del dovere

Ho sottolineato come sia necessario considerare tutti i piani di sofferenza che colpiscono chi è stato esposto ad amianto o altri agenti cancerogeni.

Chi è venuto in contatto con queste sostanze, anche senza ammalarsi, vive costantemente nella paura di sviluppare gravi patologie. È un’angoscia silenziosa, fatta di incertezze e timori per il futuro.

Chi invece si è ammalato — ad esempio di mesotelioma, una delle più gravi conseguenze dell’esposizione all’amianto — è costretto a convivere con la paura della morte e con dolori fisici e psicologici devastanti.

Non dobbiamo dimenticare nemmeno il danno morale da lutto, cioè la profonda sofferenza per la perdita di un familiare. Anche assistere al lento declino di una persona amata, colpita da malattie così crudeli, rappresenta una forma di dolore che deve essere riconosciuta e risarcita.

Come dimostrare il danno morale

Nel corso dell’intervista con Luigi Abbate, ho voluto ribadire un concetto importante:

“Il danno morale deve essere dedotto e dimostrato attraverso la documentazione clinica, con immagini, testimonianze e fotografie che attestino la qualità della vita prima e dopo la malattia.”

Solo in questo modo è possibile ottenere un risarcimento giusto e completo, che tenga conto non solo del danno fisico, ma anche della sofferenza umana che accompagna chi vive o ha vissuto queste tragedie.

Un impegno continuo per la giustizia e la dignità delle vittime

Attraverso l’attività dell’Osservatorio Nazionale Amianto, continuo a lottare ogni giorno per garantire tutela legale, sostegno psicologico e risarcimenti equi alle vittime del dovere e dell’amianto.

Rinnovo quindi questo impegno e per ricordare che la giustizia deve essere anche umanità: riconoscere il dolore, rispettarlo e tradurlo in atti concreti di tutela e solidarietà.

Qui di seguito la puntata su ONA News:



Autore: Ezio Bonanni