La vinorelbina è un agente chemioterapico utilizzato principalmente nel trattamento del tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC o microcitoma) e del tumore al seno in fase avanzata. È un derivato semisintetico della vinblastina, appartenente alla classe degli alcaloidi della Vinca. Ecco una panoramica dettagliata del suo utilizzo, meccanismo d’azione, effetti collaterali e altre informazioni rilevanti.
Combinata con altri farmacia e assunta per via orale in modo continuativo si è rivelata un’ottima risposta al cancro al senso metastatico, senza affetti collaterali invalidanti.
Indice dei contenuti Vinorelbina come terapia per vittime tumore al seno Effetti collaterali e indesiderati del farmaco Terapia metronomica: un rivoluzione Come ricevere assistenza medica e tutela legale Tempo di lettura stimato: 5 minuti |
Meccanismo d’azione della Vinorelbina: come agisce?
La vinorelbina agisce legandosi alla tubulina, una proteina che costituisce i microtubuli, strutture essenziali per la divisione cellulare. Bloccando la polimerizzazione dei microtubuli, la vinorelbina impedisce la formazione del fuso mitotico, arrestando così la mitosi (divisione cellulare) e provocando la morte delle cellule tumorali.
Utilizzo nel Tumore al Polmone
La vinorelbina è particolarmente efficace nel trattamento del tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC). Può essere utilizzata sia in monoterapia che in combinazione con altri agenti chemioterapici, come il cisplatino. Le linee guida spesso raccomandano la vinorelbina come trattamento di prima linea per NSCLC in stadio avanzato.
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Schema Terapeutico in caso di tumore al polmone
- Monoterapia: 25-30 mg/m² per via endovenosa una volta alla settimana.
- Combinazione con Cisplatino: Vinorelbina 25 mg/m² somministrata per via endovenosa il giorno 1 e 8 di ogni ciclo di 3 settimane, in combinazione con cisplatino 100 mg/m² il giorno 1.
Utilizzo della Vinorelbina nel Tumore al Seno
La vinorelbina è utilizzata nel trattamento del carcinoma mammario metastatico, soprattutto nei casi in cui i pazienti non rispondono ad altre terapie. Può essere somministrata in monoterapia o in combinazione con altri farmaci chemioterapici.
Schema Terapeutico in caso di tumore al seno
- Monoterapia: 25-30 mg/m² per via endovenosa una volta alla settimana.
- Combinazione: Può essere combinata con altri agenti come la capecitabina, il trastuzumab o il docetaxel, in base al profilo del paziente e alla risposta alla terapia.
Effetti Collaterali della Vinorelbina
Come tutti i chemioterapici, la vinorelbina presenta una serie di effetti collaterali, che possono variare in intensità e frequenza tra i pazienti.
Tra gli effetti collaterali più comuni ci sono:
- mielosoppressione: diminuzione della produzione di cellule del sangue, che può portare a neutropenia (basso numero di neutrofili), anemia e trombocitopenia (basso numero di piastrine).
- Stomatite: infiammazione della mucosa orale.
- Alopecia: perdita dei capelli.
- Nausea e Vomito: spesso gestibili con farmaci antiemetici.
- Costipazione: un effetto collaterale comune degli alcaloidi della Vinca.
Effetti collaterali meno comuni della Vinorelbina
- Neuropatia periferica: danno ai nervi periferici che può causare dolore, intorpidimento o formicolio nelle mani e nei piedi.
- Reazioni cutanee: rash, prurito o reazioni al sito di iniezione.
Precauzioni e controindicazioni dell’uso di Vinorelbina
La Vinorelbina è controindicata oppure le dosi vanno riadattate alla situazione specifica del paziente nei seguenti casi:
- gravidanza: la vinorelbina è controindicata in gravidanza a causa del rischio di teratogenicità.
- Allattamento: le madri in trattamento con vinorelbina non devono allattare al seno.
- Funzionalità epatica: nei pazienti con compromissione epatica, la dose deve essere adattata.
In generale il suo utilizzo deve essere attentamente monitorato per gestire gli effetti collaterali e adattare la dose in base alla risposta del paziente e alla tollerabilità.
Vinorelbina e terapia metronomica: una novità importante
Uno studio del 2016 dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) ha confermato che la terapia metronomica è in grado di controllare il tumore del seno metastatico per lunghi periodi, senza aumentare la tossicità per le pazienti.
La terapia metronomica secondo il regime VEX combina vinorelbina, ciclofosfamide e capecitabina.
Vantaggi della Terapia Metronomica: quali sono?
Per le donne affette da tumore del seno metastatico, la terapia metronomica rappresenta un’opzione di trattamento con numerosi vantaggi. Tra questi, un basso profilo di effetti collaterali, l’assenza di perdita dei capelli, la somministrazione orale dei farmaci e la riduzione degli accessi ospedalieri. Questi benefici permettono alle pazienti di mantenere una buona qualità di vita durante il trattamento.
Dettagli dello Studio dello IEO
Lo studio, coordinato da Emilia Montagna, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Anti-Cancer Drugs. Ha analizzato retrospettivamente 67 pazienti con tumore del seno metastatico di tipo “luminale”, il più comune, con un’età media di 53 anni. Queste pazienti hanno seguito il regime VEX (vinorelbina, ciclofosfamide e capecitabina) per almeno un anno. La durata media della terapia nel gruppo è stata di 26 mesi, con un quarto delle pazienti che ha continuato il trattamento per un periodo compreso tra i 3 e i 7 anni.
Un rivoluzione nella cura del Tumore Metastatico
La dottoressa Montagna sottolinea come la terapia per i tumori della mammella con recettore ormonale positivo e HER2 negativo sia stata rivoluzionata dall’introduzione degli inibitori delle cicline. Questi farmaci biologici, associati alle terapie ormonali, permettono di controllare la malattia per anni senza ricorrere alla chemioterapia classica per via endovenosa, garantendo una buona qualità di vita.
Meccanismo della Terapia Metronomica: come funziona?
La terapia metronomica prevede la somministrazione continua di farmaci a basso dosaggio. Questo metodo, simile al funzionamento di un metronomo in musica, mira a mantenere un’esposizione costante del tumore ai farmaci, riducendo così la tossicità e ottenendo benefici prolungati.
Oltre alla tossicità diretta sulle cellule tumorali, la terapia ha effetti sul microambiente del tumore. Inizialmente si pensava che il principale meccanismo fosse l’inibizione della neoangiogenesi tumorale, ma studi successivi hanno dimostrato che i meccanismi d’azione sono molteplici.
Benefici a lungo termine della terapia metronomica
Montagna evidenzia che l’uso prolungato della terapia metronomica non provoca tossicità cumulativa. Questo significa che la malattia può essere controllata per anni senza compromettere la qualità della vita delle pazienti. La somministrazione domiciliare dei farmaci e i ridotti effetti collaterali permettono alle donne di continuare a svolgere le loro attività quotidiane e mantenere una vita sociale, lavorativa e affettiva.
L’IEO sta ampliando ulteriormente lo studio della terapia metronomica. Attualmente è in corso una ricerca multicentrica che confronta questa terapia con la chemioterapia classica endovenosa, con l’obiettivo di definire meglio il suo ruolo nel trattamento del carcinoma mammario avanzato.
L’ONA e la tutela della salute e delle vittime
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avvocato Bonanni suo Presidente, supportano le vittime di esposizione ai cancerogeni, attraverso tutte le forme di prevenzione. Forniscono assistenza medica e legale gratuita a tutti i lavoratori vittima dei cancerogeni, che hanno contratto un tumore al seno o altre malattie correlate.
I lavoratori esposti a sostanze cancerogene hanno diritto al risarcimento integrale dei danni subiti e a tutti i benefici previsti dalla legge per malattia professionale.
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