Tutela legale esposizione uranio impoverito
L’uranio impoverito (UI), utilizzato per le munizioni degli aerei americani anticarro A10, è un sottoprodotto del procedimento di arricchimento dell’uranio. L’intero personale civile e militare, sia delle Forze Armate, che del Dipartimento di Sicurezza, è costantemente esposto alle relative radiazioni e nanoparticelle di metalli pesanti.
In particolare, L’ONA, Osservatorio Nazionale Amianto, ha evidenziato i gravissimi danni alla salute per la fabbricazione e l’utilizzo di armi, in particolar modo proiettili, composti da tale metallo pesante altamente cancerogeno. Inoltre, l’uranio impoverito, viene utilizzato anche in moltissimi altri contesti e ambiti non strettamente militari, bensì civili ed industriali.
È bene sapere che, per tutti coloro che sono vittime di esposizione ad uranio impoverito, viene garantita la tutela legale ed il riconoscimento dello status di vittima del dovere. Scopri come difenderti dalle nefaste conseguenze legate alla radioattività e tossicità di questo metallo.
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Pericolosità e danni da esposizione UI
L’uranio impoverito, in qualità di sottoprodotto del procedimento di arricchimento dell’uranio, ha origine dagli scarti derivanti da quest’ultimo processo. Infatti si tratta di un metallo composto quasi prevalentemente dall’avanzo di quello formato dall’isotopo 238, meno radioattivo del 235, utilizzato per lo più nell’industria bellica e civile.
Al pari di qualsiasi altro metallo pesante, l’uranio (impoverito o arricchito) possiede un elevato grado di tossicità. La sua tendenza è ad accumularsi nel nostro organismo, soprattutto nel caso in cui si dovesse polverizzare. Infatti, quando l’uranio viene bruciato, si sprigionano nell’aria innumerevoli nanoparticelle che danneggiano gravemente sia l’uomo, che l’ambiente.
Nonostante l’uranio sia un elemento che si trova in natura, la sua radioattività è causa di molteplici danni alla salute. In particolare, a soffrirne sono organi come i reni, pancreas e apparato digerente. Inoltre, ha effetti citotossici, carcinogeni e teratogeni, senza contare l’incremento di tumori come il Linfoma di Hodgkin e la leucemia.
Uranio impoverito e munizioni militari
Una delle caratteristiche dell’uranio impoverito, è quella di accendersi spontaneamente. Perciò lo rende perfetto per la fabbricazione delle principali munizioni militari.
Nel merito, la munizione perforante incendiaria di uranio impoverito, è formata da due elementi principali. Il primo, è un rivestimento (c.d. sabot) che si stacca in volo per effetto aerodinamico. Il secondo, che è la parte che effettivamente penetra nella corazzatura, è il proiettile c.d. penetratore.
Una volta avvenuto il processo di penetrazione, la maggior parte dell’uranio si polverizza a causa dell’esplosione e incandescenza, determinandone un effetto non soltanto distruttivo, ma altamente velenoso.
Per tali motivi, le munizioni all’uranio impoverito, sono state utilizzate in numerosissimi conflitti dagli aerei anticarro A10 americani. In particolare, guerra del Golfo, Bosnia, Kosovo e Iraq.
Il frequente e costante utilizzo di questo materiale per scopi bellici, ha determinato la rilevante esposizione alla sua tossicità anche del personale civile e militare italiano. Infatti, le Forze Armate e il Compartimento di Sicurezza, possono richiedere il prepensionamento e benefici inerenti allo status di vittima del dovere.
Sindrome dei Balcani e polveri sottili
Quando si parla di “sindrome dei Balcani”, si fa riferimento a tutta una serie di patologie tumorali che hanno colpito i militari inviati in missioni di pace internazionali, soprattutto negli anni ’90 del secolo scorso.
Tale sindrome non è dovuta solo all’esposizione diretta e per inalazione all’UI, bensì, a causa anche della presenza di particelle contenenti ulteriori metalli pesanti. Queste, sono state riscontrate poi nei tessuti delle divise del personale civile e militare, così come in quelli dei cittadini.
Gli effetti disastrosi di tale contaminazione nei Balcani, in particolar modo nella città di Sarajevo, si sono portati avanti per diversi anni. Infatti le nano-particelle e micro/nano polveri di varie composizioni (oltre all’UI), sono state rinvenute nei tessuti dei militari in ritorno dalle missioni nei Balcani.
La pericolosità delle nano-particelle, risiede proprio nel loro essere così estremamente piccole. Infatti, in caso di ingestione e/o inalazione, queste hanno la capacità di accumularsi nel nostro organismo. In particolar modo nei linfonodi, provocando il tipico linfoma dei reduci dai Balcani.
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Status di vittima del dovere e benefici
Lo status di vittima del dovere, riconoscibile agli appartenenti alle Forze Armate e al Dipartimento Sicurezza, necessita della dimostrazione causale. In sostanza, il personale esposto a uranio impoverito dovrà dimostrare il nesso di causalità, e quindi, la riconducibilità all’attività di servizio. Poi, dall’ottenimento di tale riconoscimento, sorgono in capo al beneficiario ulteriori garanzie e diritti. Ad esempio:
- assegno vitalizio;
- speciale assegno vitalizio;
- esenzione del pagamento del ticket per prestazioni sanitarie;
- assistenza psicologica a carico dello Stato;
- speciale elargizione di €200.000;
- equiparazione alle vittime del terrorismo;
- Speciale elargizione;
- Incremento della retribuzione pensionabile del 7,5%;
- Aumento figurativo di 10 anni di versamenti contributivi;
- Esenzioni dall’IRPEF delle prestazioni;
- Collocamento obbligatorio con precedenza;
- Borse di studio esenti da imposizione fiscale.
Per quanto riguarda la speciale elargizione, recentemente la Corte di Cassazione, con sentenza 7409/2023, ha chiarito che “il militare (…) non è tenuto a dimostrare l’esistenza di un nesso eziologico fra esposizione all’uranio impoverito (o ad altri metalli pesanti) e neoplasia. Siffatto accertamento è necessario ove l’interessato svolga una domanda risarcitoria, ossia assuma la commissione, da parte dell’Amministrazione, di un illecito civile consistente nella colpevole esposizione del dipendente ad una comprovata fonte di rischio in assenza di adeguate forme di protezione, con conseguente contrazione di infermità“.
Prestazioni previdenziali per vittime di uranio impoverito
In più, sono previste anche delle prestazioni previdenziali per le vittime di esposizione ad uranio impoverito. Infatti, per i dipendenti pubblici esposti a materiali accertati come cancerogeni (si pensi all’amianto), per un lasso di tempo non inferiore ai 10 anni, hanno diritto a:
- prepensionamento;
- accredito delle maggiorazioni contributive;
- rivalutazione della prestazione pensionistica.
Ulteriore beneficio e diritto spettante alle vittime del dovere per esposizione all’uranio impoverito, è il pensionamento immediato ex. L. n. 232/2016.
Assistenza legale vittime dovere UI
La tutela della salute è tra i principali obiettivi dell’ONA, Osservatorio Nazionale Amianto. La prevenzione è il passo più importante per tutelare tutti i cittadini, garantendo loro una vita dignitosa e rispettosa del proprio organismo.
Tutte le vittime di esposizione a metalli pesanti, tossici e altamente cancerogeni, possono rivolgersi all’Avv. Ezio Bonanni per ricevere la consulenza sia medica che legale e scoprire tutti i benefici riconosciuti dalla legge.