In Italia e nel mondo, in questi giorni, si celebra la Pasta. Al cibo preferito dagli italiani è stata dedicata addirittura una Giornata mondiale (World Pasta Day), che ricorre ogni 25 ottobre.
La pasta è senza ombra di dubbio l’alimento simbolo della dieta mediterranea e dell’Italia nel mondo. Inoltre fa bene alla salute e stimola il buonumore. Contiene carboidrati, lipidi, acqua e proteine: è un alimento equilibrato e può essere usato anche nella dieta visto che, se usato con criterio, non fa ingrassare.
Particolarmente indicata per la dieta, è la pasta integrale. E’ infatti più ricca di fibre di quella tradizionale e quindi favorisce il transito intestinale. Inoltre è utile per il controllo della glicemia (valori dello zucchero nel sangue); in proposito è anche utile sapere che la pasta (di entrambi i tipi) più cotta alza il valore glicemico, mentre se al dente questo resta basso. I livelli di ferro e magnesio hanno invece effetti benefici su fegato a apparato cardiovascolare.
Il boom economico della Pasta nel mondo
Sono molti altri gli aspetti che si potrebbero analizzare della pasta. Quello più rilevante, quest’anno, è probabilmente quello economico. Secondo quanto riporta l’Unione Italiana Food, nel mondo si cucinano quotidianamente 75 milioni di porzioni.
Il consumo generale di pasta a livello mondiale, infatti, è quasi raddoppiato in un decennio. Si è passati da 9 a quasi 17 milioni di tonnellate. E l’export italiano di questo alimento è a quota 61% della produzione totale; un indotto di circa 5,5 miliardi di euro, 10mila posti di lavoro in 120 aziende.
Record della Puglia: +44% export di pasta
In questo contesto, l’altro dato di rilievo è quello della Puglia. La regione del Tavoliere ha raggiunto il suo record storico di export: +44% per le vendite verso l’estero. Il dato emerge dalla Coldiretti regionale e si basa sui dati Istat sul commercio estero nel primo semestre del 2022.
Il sindacato di categoria però registra anche una nota stonata. “La Puglia – rileva Coldiretti – è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e 10 milioni di quintali prodotti in media all’anno. La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia – hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente“.
Come fare allora a capire se si sta acquistando un prodotto Made in Italy al 100%? Precisa la Coldiretti Puglia: “Basta scegliere le confezioni che riportano le indicazioni “Paese di coltivazione del grano: Italia” e “Paese di molitura: Italia”. Una scelta di qualità ma anche un sostegno all’economia nazionale in una situazione in cui sono esplosi i costi di coltivazione dei cereali sono arrivati quasi a raddoppiare (+80%) per la crisi scatenata dalla guerra secondo elaborazioni Coldiretti su dati Crea“.