Io scrivevo e lui mi rubava le parole cantando
c’era il mio cuore in quegli scritti
la passione, il tormento, la felicità, il dolore;
lo sentivo, lo sentivo dentro mi scoppiava nel petto.
Ma era lui quello che cantava
era lui quello che portava in scena il libretto tratto dai miei scritti.
La mia opera era diventata la sua,
il mio amore era divenuto il suo.
Abbiamo diviso e condiviso un amore senza saperlo
Ma quanto può esser forte l’interpretare, cantando
rispetto a quello che di getto io traccio in parole
in musica che viene dal cuore.
Le mie parole
me le hai rubate ed io ho perso la voce.
Ridammi ciò che è mio.
Anche se non lo sai
potevamo condividere questo bene
beneficiarne entrambi.
Ma non hai voluto dividere con me la tua passione.
Ridammi ciò che è mio o resterai senza voce.
Dovrei lasciarti le mie parole?
No, mai. Sono le mie.
Ti lascio la tua voce,
tienilo stretto a te con essa
ma, ricorda
le mie parole scritte rimarranno per sempre.
Con o senza di lui
io ci sarò.
Tu lo porti in scena
con la tua voce che lo incanta
mentre sono io che ho reso possibile
l’amore attraverso quel libretto.
Sei arrabbiato o lusingato?
La passione rivela ciò che gli occhi non vedono
Sei vittima del tuo stesso gioco
Attento, sei sempre stato il primo autore di questa farsa
Io non lo sapevo.
Eravate entrambi complici.
Ma tu non avrai più le mie parole.
E tu, ignaro, uomo che ti batti contro una donna,
pensando che il tuo amore e il tuo dolore possano essere più forti dei suoi.
Non è il sesso ma l’anima.
Quella che porto su carta.
Bravo interprete
Reciti bene.
Ridammi ciò che è mio: le mie parole
Ilaria Cicconi