Dietro ogni divisa logorata dal tempo e dal sacrificio ci sono storie di uomini e donne che hanno servito le istituzioni, pagando con la salute. E, in alcuni casi, con la vita, la propria fedeltà allo Stato. Parlo delle vittime del dovere, ovvero di quei militari, agenti delle forze dell’ordine, vigili del fuoco e altri servitori pubblici che sono stati esposti a gravi rischi nell’esercizio delle proprie funzioni, tra cui l’esposizione ad agenti cancerogeni come l’amianto, ma anche al benzene, ai radar, a nanoparticelle, o a condizioni ambientali estreme.
Chi sono le vittime del dovere?
La legge italiana riconosce come vittime del dovere coloro che, nell’adempimento delle proprie mansioni, hanno contratto malattie invalidanti o sono deceduti per causa di servizio. È un concetto che riguarda anche l’attività quotidiana a volte letale, di chi ha lavorato in ambienti contaminati.
Un esempio è quello di alcuni militari della Marina che hanno servito su navi contaminate da amianto, senza protezione, e oggi convivono o sono deceduti per patologie gravissime come il mesotelioma pleurico. È nostro dovere dar loro voce, sostegno legale e riconoscimento giuridico.
L’impegno dell’ONA per i servitori dello Stato
Come Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, ho promosso centinaia di azioni legali per il riconoscimento dello status di vittime del dovere. Ho ottenuto sentenze definitive che hanno condannato il Ministero della Difesa e altri enti pubblici a riconoscere i diritti economici e morali di questi servitori dello Stato e delle loro famiglie.
Tra i principali risultati ottenuti:
- Pensioni privilegiate e vitalizi ai superstiti;
- Risarcimenti per danno biologico ed esistenziale;
- Riconoscimento di cause di servizio;
- Accesso al Fondo Vittime del Dovere;
- Aggiornamenti delle tabelle di invalidità permanente per patologie amianto-correlate.
