Approvato con voto unanime da maggioranza e opposizione, il testo unificato del disegno di legge sull’oblio oncologico. Lo ha reso noto il presidente della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, Ugo Cappellacci.
Il disegno di legge prevede che, dopo un certo tempo, i cittadini abbiano il diritto di non fornire più informazioni sulla malattia che hanno affrontato in passato e sconfitto. Si tratta di un passo importante per non essere più identificati con essa; ed anche per avere gli stessi diritti degli altri cittadini che non sono stati malati.
Nello specifico, sono previsti due scaglioni per l’oblio oncologico. Il primo, per le persone che hanno combattuto il cancro nella maggiore età: i pazienti oncologici con più di 18 anni, avranno diritto all’oblio oncologico a distanza di 10 anni dal termine delle cure. Per i pazienti minorenni, la distanza temporale è ridotta a 5 anni.
“Oblio oncologico, una rinascita sociale per i pazienti”
Il presidente della Commissione, Ugo Cappellacci, ha espresso grande soddisfazione per l’approvazione del testo unificato. “È un messaggio di speranza per tutte le persone che lottano contro il cancro. Ed è un messaggio di libertà, perché alla guarigione fa seguire una rinascita sociale cancellando gli odiosi ostacoli che limitano la loro vita”.
Alcuni esempi: stipulare un’assicurazione, contrarre un mutuo, adottare un figlio. Cose che oggi un paziente oncologico, anche guarito, non può fare allo stesso modo degli altri cittadini. Si va a colmare quindi una discriminazione.
“Si aggiunge una cura giuridica, che restituisce pienezza ed effettività ai diritti di ogni persona. Ed è un fatto rilevante – ha sottolineato Cappellacci – che questo percorso stia vedendo il contributo di maggioranza e opposizione, costruttivo e condiviso. Questa condivisione fa ben sperare su una rapida approvazione e soprattutto dimostra che su questi temi si può e si deve operare con la massima coesione possibile“.
Fondazione Aiom: 60mila firme raccolte per la legge
Lo scorso anno, nel 2022, la Fondazione Aiom aveva raccolto più di 60mila firme in tre mesi per ottenere una legge sul diritto all’oblio oncologico.
“Oggi, in Italia – riportava in una nota a campagna aperta, verso l’obiettivo 100mila – quasi un milione di persone sono guarite da un tumore, ma rischiano di subire discriminazioni nell’accesso a servizi come la stipula di assicurazioni e di mutui, l’adozione di un figlio e l’assunzione sul lavoro. La norma, richiesta da Fondazione AIOM attraverso l’iniziativa “Io non sono il mio tumore”, permetterebbe all’Italia di seguire l’esempio virtuoso di altri Paesi europei come Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda e Portogallo, che già tutelano i propri cittadini ex pazienti oncologici con una legge ad hoc“.