Intervista al dottor Mauro Leonardis, specializzato in chirurgia plastica ed estetica, che ha contribuito alla realizzazione dei sieri per la pelle
Una linea di sieri per il viso realizzata da medici specialisti in dermatologia, medicina estetica e plastica che associa ingredienti naturali con i principi base antietà della routine quotidiana.
Quindi, l’utilizzo di acido ialuronico, vitamina C, acido glicolico e prodotti naturali come l’arbutina, l’asaxantina, prebiotici associati in modo strategico per curare la pelle giorno per giorno senza appesantirla. Quotidianamente usiamo creme per preservare e mantenere la bellezza e la salute della pelle senza sapere che alcuni “principi attivi” sono maggiormente efficaci se utilizzati in un certo modo e seguendo una skincare quotidiana a seconda del tipo di pelle. L’uso eccessivo di cosmetici può occludere la pelle e peggiorare la situazione. Invece di migliorare si rischia di utilizzare sostanze come il retinolo che possono avere effetti collaterali importanti.
Per questo è stata realizzata la nuova linea di sieri Hyaluronika priva di conservanti, solfati, siliconi, oli essenziali, alcol, parabeni e altre sostanze tossiche. Sono prodotti a base di ingredienti naturali e SELF PRESERVED cioè in grado di auto conservarsi.
Vediamo nei dettagli quali sono le caratteristiche di questi sieri e come usare determinati principi attivi insieme al dottor Mauro Leonardis specializzato in chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva presso l’Università “La Sapienza” di Roma e presso la Cattedra di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva della Università Pontificia Cattolica del Rio Grande do Sul (Brasile), diretta dal prof. Pedro Dijacir E. Martins.
Dottore come mai avete deciso di creare questa linea di prodotti per la pelle?
«Dopo gli interventi di chirurgia estetica i pazienti mi chiedono spesso un prodotto da applicare sulla pelle come una crema idratante. Per questo abbiamo deciso di realizzare questa linea di sieri. La maggior parte delle creme idratanti, in particolare quelle molto grasse, occludono la pelle. Per cui danno la falsa sensazione d’idratazione non facendo evaporare l’acqua, ma in realtà rallentano il ricambio cellulare. In tal modo si assottiglia la parete cellulare e si ottiene l’effetto opposto perché più la pelle è sottile più lascia traspirare l’acqua. Per cui, a lungo andare questo produce un effetto opposto».
Quindi si può affermare che una pelle secca usando quotidianamente creme molto idratanti può ingrassarsi?
«No, non ritengo che sia così, non è questo il problema.
La pelle per essere idratata deve avere delle cellule in buone condizioni, giovani, perché l’organismo le ricambia sistematicamente. Se rallenti il ricambio cellulare la parete che compone l’epidermide e gli strati superficiali si assottigliano e, di conseguenza, aumenta la perdita di acqua, quindi la pelle si disidrata ulteriormente. Per questo io non consiglio la crema idratante, specie se molto grassa e occlusiva. Si può utilizzare come ultimo step, ma consiglio un approccio diverso».
La vitamina C è una componente importante?
«All’inizio degli anni 2000, anche nelle farmacie, era difficilissimo trovare una crema o un siero che contenesse dei principi attivi adeguati come la vitamina C.
Quando sono tornato in Italia prendevo per i miei pazienti delle creme americane che, inizialmente, non venivano neanche vendute in farmacia.
All’epoca tutte le marche producevano le classiche creme emollienti, ma non erano specifiche per fare un trattamento di ringiovanimento o mantenimento della buona fisiologia della pelle. Nel corso degli anni, sia grazie a Internet sia con la nascita di piccole aziende, sono iniziati a comparire sul mercato prodotti con la vitamina C ed altri principi attivi efficaci.
Secondo me, quello che manca oggi è un protocollo preciso. Le varie aziende, infatti, hanno tutte una crema con la vitamina C, ma non spiegano come gestire il prodotto, come usarlo all’interno di una skincare routine».
Ci sono sostanze che, invece, possono avere gravi effetti collaterali?
«La vitamina C all’inizio degli anni 2000, per chi esercitava determinate professioni, come il chirurgo plastico ed era molto attivo nell’ambito della medicina estetica, è stata una grossa innovazione.
Prima di questa c’era il retinolo. Ancora oggi è in commercio ma per noi, già negli anni 90, era la preistoria.
Oggi se ne parla come del super ingrediente ma nessuno considera gli effetti collaterali come la dermatite retinoide.
C’è una piccola percentuale di persone che, dopo l’uso del retinolo, comincia ad avere una dermatite retinoide che può diventare recidivante.
Il retinolo, infatti, produce un’irritazione sulla pelle ed è questo, sotto certi aspetti, che produce il risultato e aumenta il ricambio cellulare.
Io penso che sia un principio attivo ormai antiquato perché l’utilizzo del retinolo prevede diverse fasi. All’inizio del trattamento la pelle tende a diventare secca e “fastidiosa” poi c’è l’adattamento e con il tempo si iniziano a vedere gli effetti, ma forse, secondo un concetto più moderno, si possono ottenere risultati simili senza passare attraverso tali fasi “fastidiose”.
La dermatite retinoide, inoltre, per gli sfortunati utilizzatori che ne diventano affetti,èun’infiammazione della pelle: iniziano a comparire delle bollicine, degli arrossamenti, infine, l’infiammazione e la pelle diventa reattiva. In questi casi bisognerebbe immediatamente smettere di usare il prodotto.
Nei casi peggiori, la dermatite recidiva, quindi, dopo diverso tempo, anche se non si usa più il retinolo, ritorna. Se si vuole usare questo tipo di principio attivo, a mio modo di vedere, bisogna essere seguiti e controllati sempre da uno specialista».
Quali sono i principi che avete utilizzato per creare prodotti sicuri e utili nello stesso tempo?
«Io non mi servo più del retinolo dall’inizio degli anni 2000 semplicemente perché utilizzando un’associazione tra un alfa idossiacido come l’acido glicolico, (è un principio attivo che agisce praticamente scollando i cheratinociti maturi ed eliminandoli come cellule morte mediante micro-esfoliazione) e la vitamina C che è un potente antiossidante con effetto protettivo sulle cellule della cute, manteniamo e ottimizziamo il ricambio cellulare.
Il motivo per cui, secondo me, l’acido glicolico è più tecnologico rispetto al retinolo è perché non brucia o dissolve le cellule dello strato superficiale della pelle, ma scolla quelle mature senza danneggiare le altre». Un’associazione di questo tipo (acido glicolico con la vitamina C) funziona benissimo ed è molto più sicura rispetto al retinolo. Bisogna ricordare, ovviamente, di ricorrere a una protezione solare quando si utilizzano gli alfa idrossiacidi per evitare la comparsa di macchie sulla pelle, specie durante le stagioni estive».
Quindi si può dire che, anche se l’acido glicolico agisce a lungo termine, i risultati rispetto al retinolo sono più duraturi e più sicuri? E mi illustra il primo dei tre sieri
«Secondo me è un discorso di efficacia. Cioè, sicuramente il retinolo è più attivo rispetto alla singola vitamina C ma se a questa aggiungiamo l’acido glicolico per uso domiciliare il risultato direi è sovrapponibile o comunque di poco inferiore, con la differenza che l’associazione tra acido glicolico e vitamina C a livello domiciliare è molto più sicura rispetto all’utilizzo del retinolo senza accompagnamento medico.
Va sottolineato il fatto che l’acido glicolico per uso domiciliare è tamponato, ossia il pH è leggermente più alto. L’acido glicolico a pH molto basso, come quello che si usa per fare i peeling dal dermatologo, stimola di più il ricambio cellulare arrivando all’esfoliazione visibile della pelle o comunque a un forte eritema post-applicazione.
Appena si applica l’acido glicolico a concentrazioni del 70% dal medico e 30% dall’estetista si ha un forte rossore sul viso, che scompare dopo circa quattro ore con una stimolazione del derma profondo che aumenta esponenzialmente il ricambio cellulare. Questo è quello professionale.
Il nostro prodotto ha un pH 4.3, quindi più alto. Più il pH dell’acido glicolico è basso e il prodotto concentrato (30-70%) più brucia sulla pelle producendo rossore, perché il pH della pelle è 5,5, tuttavia alzando il pH, stimola maggiormente la formazione di nuovo collagene e diventa più sicuro per un uso domiciliare.
Quindi, se lo si usa ad alte concentrazioni e basso pH, si ha un maggior ricambio cellulare, ma bisogna farlo in un ambiente controllato per il rischio di ustioni; se lo si usa invece di tipo domiciliare tamponato meno concentrato e con un pH più vicino a quello della pelle, aumenta maggiormente il collagene interno»
Quindi sarebbe una valida alternativa al peeling ma giornaliera?
«Si. Generalmente si consiglia di utilizzare prima l’acido glicolico in modo che vada a stimolare il derma profondo, dopodiché si adopera l’antiossidante, ossia il prodotto a base di vitamina C».
E mi mostra il secondo siero
«Il nostro prodotto insieme alla vitamina C contiene un antiossidante moderno che è l’astaxantina che deriva da un’alga, con un effetto molto più potente della vitamina C. Non ho visto per ora in commercio prodotti che contengano insieme questi due principi. Per questo è innovativo.
Inoltre, non tutte le pazienti sono giovani. Alcune hanno 60/65 anni e si sono esposte eccessivamente al sole che, ben si sa, tende a invecchiare la pelle. Il nostro è un prodotto multitasking che non si limita a essere antiossidante, ma contiene anche l’arbutina che è uno schiarente e fondamentalmente serve ad ottimizzare il colore della pelle.
All’interno c’è anche l’acido ialuronico come aiuto idratante e l’acido ferulico che è un altro antiossidante. Quindi c’è un pool di principi attivi. Generalmente l’acido ferulico serve a potenziare l’effetto antiossidante della vitamina C. Noi abbiamo messo anche l’astaxantina. Alcuni lavori di una università giapponese dimostrano che è 1000 volte più efficace rispetto alla vitamina C e 500 volte più valido rispetto alla vitamina E».
È un prodotto che si può usare tutto l’anno?
«Si. Ovviamente sempre con una protezione solare che, ricordiamo, è il primo principio anti-aging.
Il trattamento con l’acido glicolico domiciliare si può fare anche d’estate, se non ci si espone direttamente al sole. Quando inizia la primavera e il sole comincia ad essere più forte o si utilizza una crema con una protezione solare 50 oppure, come consiglio io, lo si interrompe, continuando con gli altri due prodotti. Comunque, una protezione solare 15-20 SPF, sarebbe da adottare tutto l’anno.
Non necessariamente occorre iniziare con l’acido glicolico. Si può ricorrere anche al prodotto che contiene vitamina C usandolo mattina e sera, specie se la pelle è in buone condizioni. Quando, dopo un paio di mesi, il risultato comincia ad appiattirsi, è possibile inserire gli alfa-idrossiacidi (vanno utilizzati sempre prima dell’antiossidante a base di vitamina C)».
Anche questi due prodotti (quello con la vitamina C e l’acido glicolico) tendono leggermente a inaridire la pelle, per cui le persone che hanno una pelle molto secca possono usare una leggera crema idratante (ovviamente non piena di grassi e olio per non occludere la pelle)».
E infine il terzo siero
«Il terzo prodotto che abbiamo creato è un acido ialuronico puro. Ma è importante capirne gli effetti».
C’è differenza tra acido ialuronico a basso, medio e alto peso molecolare?
«Quella dei pesi molecolari è un’altra storia.
Si sente dire in giro che l’acido ialuronico a basso peso molecolare penetra di più, mentre quello ad alto peso molecolare resta più in superficie.
Secondo me è vero solo in parte.
Alcune pubblicazioni hanno messo in evidenza che, a livello del derma e dell’epidermide, esistono dei recettori per l’acido ialuronico per cui quando vengono colpiti recettori specifici, aumenta l’assorbimento percutaneo dell’acido ialuronico, anche se il meccanismo di azione non è ancora del tutto chiaro.
Un’altra cosa importante è che l’acido ialuronico ad alto peso molecolare, idratando le cellule superficiali, le modifica e le “rigonfia”. In questo modo, sempre secondo alcuni studi scientifici, dilatando gli spazi tra cellula e cellula, aumenta l’assorbimento percutaneo.
Questo mette in dubbio il fatto che l’acido ialuronico ad alto peso molecolare non penetri a differenza di quello a basso peso.
L’enzima iarulonidasi
Un altro problema che generalmente non viene preso in considerazione è l’enzima ialuronidasi, sostanza presente nel nostro organismo, che serve a degradare l’acido ialuronico. È un enzima che lo scioglie, lo idrolizza. In natura l’acido ialuronico si trova nelle sedi extracellulari intorno alle cellule ed è soggetto ad un normale ricambio da parte del nostro organismo.
La ialuronidasi è molto più attiva in superficie che in profondità. Questo significa che se l’acido ialuronico è a basso peso molecolare ha una catena più corta e quando viene a contatto con la ialuronidasi verrà subito completamente degradato.
Quando si ha una catena più lunga è più logico pensare che verrà “spezzettata” prima di essere totalmente degradata, con un tempo maggiore per una penetrazione più in profondità.
Questo principio, insieme ai precedenti, mette un po’ in dubbio il fatto che l’acido ialuronico a basso peso molecolare penetri mentre quello ad alto peso molecolare non penetra affatto come riportato da molti».
Come avete cercato di risolvere questo dubbio?
«Abbiamo inserito nel prodotto due tipi di acido ialuronico, quello a medio peso molecolare e un altro cross linkato (un acido ialuronico reticolato, ossia con le catene legate tra di loro da legami incrociati detti doppi legami, quindi, con un peso molecolare ancora maggiore).
Questo perché l’acido ialuronico cross linkato sulla pelle forma una specie di reticolo in cui sono intrappolati gli altri principi attivi contenuti nel siero. Questi, vengono rilasciati con una maggiore lentezza. In questo modo non si accumulano sullo strato superficiale della pelle. E si forma un vero e proprio network di rilascio controllato che costituisce un aiuto a far penetrare meglio i principi attivi all’interno della pelle.
Tutti e tre i prodotti contengono sia acido ialuronico normale a medio peso molecolare sia acido ialuronico cross linkato (negli ingredienti si trova scritto sodium hyaluronate crosspolymer e significa cross linkato, quello che intrappola i principi attivi per poi rilasciarli lentamente)».
Questi prodotti sono adatti a tutti i tipi di pelle?
«Fondamentalmente la pelle è uguale per tutti, quello che cambia è la quantità di sebo e lo spessore, quindi, secondo me, un approccio moderno non dovrebbe prevedere prodotti separati, ad esempio per pelli grasse o per pelli secche.
Possiamo gestire la pelle o con dei regolatori del sebo o con i prebiotici perché i probiotici in Europa sono vietati nei prodotti per la bellezza (non si possono mettere i fermenti lattici vivi dentro il cosmetico)».
I prebiotici nel siero?
«Quelli contenuti nel prodotto sono prebiotici come l’inulina, lo xilitolo e il trealosio, che servono a regolare la flora batterica che c’è sulla pelle.
In altre parole, sono il “substrato migliore” per la flora batterica naturale “buona” che sta sulla nostra pelle. Mettendo il substrato “ovvero il nutrimento ideale” la nostra pelle si popolerà di flora “buona” e non di quella “cattiva” irritante per la nostra pelle. È un principio moderno per quanto riguarda la cosmetica perché costituisce un sistema che serve a regolare la nostra pelle».
Qual è il vantaggio e lo svantaggio del siero rispetto alle creme?
«Il siero ha un vantaggio tecnico di manifattura rispetto alle creme, perché si possono aggiungere dei principi attivi a concentrazione più alta rispetto ad una crema che è formata da un’emulsione e cioè l’unione di sostanze acquose con sostanze oleose. Se si aggiungono dei principi attivi a concentrazione molto alta nelle creme come, ad esempio, la vitamina C, al 20% l’emulsione si smonta e si divide e la crema diventa avariata.
Nel caso delle creme i formulatori sono costretti a mettere i principi attivi in percentuali basse. Usando il siero come base è possibile, invece, inserire i principi attivi in una concentrazione più alta ed efficace.
Lo svantaggio dei sieri è che, essendo su base acquosa, penetrano meno delle creme che hanno una base grassa e oleosa.Una cosa non a tutti nota è che il siero si può asciugare anche in due minuti ma ci mette otto, dieci minuti per penetrare totalmente, mentre la crema circa un’ora.
Sono prodotti senza conservanti?
Da un po’ di tempo va di moda la routine coreana cioè usare molti prodotti per la propria skincare. Spesso, però, contengono conservanti in dosi elevate, che nel tempo irritano e fanno diventare la pelle reattiva. Noi, al contrario, abbiamo realizzato i prodotti senza conservanti (che si autoconservano) e multitasking cioè che ognuno ha più funzioni contemporaneamente. Il siero alla vitamina C, per esempio, ha un azione antiossidante e antiaging e contiene anche l’arbutina per ottimizzare l’incarnato.
Il QR Code sul flacone
Un’altra innovazione che abbiamo inserito nei nostri prodotti è il QR Code sul flacone. In questo modo è possibile trovare le indicazioni specifiche di utilizzo a seconda del tipo di pelle ed inoltre tutti i dati del prodotto.
È una specie di passaporto digitale dalle materie prime al prodotto finito. In questo modo si può avere la tracciabilità di ciò che è contenuto nel cosmetico. Inoltre, abbiamo un sito web dove è possibile, grazie ai dati nel QR-Code, strutturare da soli una skincare routine corretta. Penso che siamo i primi a farlo.
Questi prodotti sono adatti anche a chi ha problemi di macchie sulla pelle?
«L’arbutina presente nel prodotto che contiene vitamina C e astaxantina è adatta a persone che hanno macchie sulla pelle perché normalizza il colorito. È una buona base per curare la propria pelle. I tre sieri sono adatti a tutti e sono stati creati sulla base di pubblicazioni scientifiche».
Dove è possibile acquistare i sieri?
Si possono acquistare online sul sito Hyaluronica.eu o cliccando qui
Una pelle sana è il primo ingrediente di bellezza
Bisogna curare la pelle per mantenerla giovane, per evitare che si secchi, si macchi, per rallentare o contrastare la comparsa di rughe. Così’ come la mente anche il corpo deve essere amato e “coccolato”. Con i giusti prodotti, lo sport, l’alimentazione. Come diceva Giovenale “mens sana in corpore sano”.
Bibliografia
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