Morto per mesotelioma a causa dell’esposizione ad amianto. Il Ministro della Difesa dovrà risarcire i familiari. La moglie: “I soldi non mi daranno indietro Salvatore”
È morto a soli 63 anni Salvatore Carollo a causa del mesotelioma, tumore correlato esclusivamente all’esposizione amianto. Ha lavorato come elettricista nelle navi della Marina Militare ma anche nelle postazioni a terra dal 1972 al 1978.
Come sappiamo bene l’amianto era presente in diverse zone delle imbarcazioni: dalla mensa ai servizi igienici, dai corridoi ai servizi alloggi, compresi quelli degli Alti Ufficiali. Il militare è stato a contatto con l’amianto, inoltre, durante la manutenzione dei dispositivi e degli impianti elettrici. Dai generatori diesel alle pompe dell’acqua vi era una elevata aerodispersione di polveri e fibre di asbesto, per di più accentuata dall’utilizzo di guanti ed altri dispositivi sempre in amianto in assenza di aspiratori generalizzati e localizzati delle polveri.
Il processo si è concluso il 21 giugno 2023, il Tribunale di Roma ha condannato il Ministero della Difesa ad un risarcimento ai familiari dell’elettricista Salvatore Carollo di Palermo, 270mila euro per la vedova, Rita Randino, e 230mila euro ad ognuno dei 3 figli: Giuseppe, Angelo e Giovanni Luca, per una somma complessiva di 950mila euro. L’uomo è morto nel 2019 a soli 63 anni per un mesotelioma pleurico causato dall’amianto respirato sulle navi della Marina, ma anche nelle postazioni a terra.
Dopo il decesso i familiari della vittima del dovere si sono rivolti all’Osservatorio Nazionale Amianto e al suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, per ottenere il risarcimento lamentando che durante tutto il servizio svolto dal 1972 al 1978, l’uomo fosse stato esposto a terra, e sulle navi Loto, Gaggia, Giaggiolo, Ape, Grado e Indomito, ad elevate concentrazioni di polveri e fibre di amianto. Questo avrebbe causato la malattia e poi, purtroppo il decesso.
La presenza dell’asbesto è stata riconosciuta dallo stesso ministero che, con atto della Marina Militare, Dipartimento Militare di Medicina legale di Messina, nel processo verbale n. 1450 del 2018, ha riconosciuto sia l’infermità “mesotelioma pleurico epitelioide” contratta dal militare, anche se la patologia si è manifestata a distanza di 40 anni, essendo normale un periodo di latenza così lungo.
Il giudice ha accolto la tesi dell’avvocato Bonanni del nesso causale e ha disposto il risarcimento.
Morti per l’amianto nelle navi della Marina Militare
Sembra un viaggio all’inferno. C’è stato un processo, i colpevoli sono stati arrestati e ancora troppi morti. Una strage infinita. Molti sono morti di mesotelioma ma anche tumore al polmone, alla laringe, alla faringe. L’esposizione e l’inalazione alle fibre di amianto può causare diversi tipi di tumore.
Salvatore aveva lavorato da giovane nella Marina Militare e decise poi, per la moglie, di dedicarsi ad un lavoro che gli permettesse di stare vicino ai suoi cari. Eppure, questo non lo ha salvato dalla morte. Come ci racconta durante l’intervista la moglie Rita Randino, Salvatore era un uomo molto forte e allo stesso tempo solare. Un padre amorevole e presente per i suoi figli.
Chi era Salvatore Carollo
«Salvatore aveva solo sedici anni quando ha fatto domanda come volontario per lavorare in Marina. È partito a settembre del ’72– ci racconta la moglie Rita Randino-Lo conobbi a Brindisi quando lui prestava servizio lì. Io frequentavo l’ultimo anno e prendevo il treno per andare alla scuola di moda di Lecce. A ritorno un’amica mi chiese di accompagnarla alla stazione ad incontrare un ragazzo che aveva conosciuto. Questo ragazzo si presentò con un suo amico. Quello che poi è diventato mio marito. All’inizio mi sembrava una persona arrogante, nonostante fosse veramente un uomo bellissimo. Dopo un po’ ci siamo rincontrati per caso stavo tornando a casa e lui mi chiamò dicendomi “non mi hai riconosciuto?”.
Io non lo avevo riconosciuto subito ma parlando con lui mi resi conto che era una persona gentile, simpatico, lo avevo giudicato male inizialmente. Quando abbiamo iniziato a frequentarci capii che era l’amore della mia vita. Non esistono uomini come lui. Attento, presente, mi capiva anche con un solo sguardo. Era una persona molto empatica. Il nostro era un grande amore tanto che per stare con me e la sua famiglia decise di lasciare la Marina Militare e lavorare nell’edilizia».
Il vuoto della morte
«Mio marito aveva un carattere molto forte. Era tenace. Un grande guerriero. Ha lasciato la Marina ma è come se non l’avesse mai lasciata. Questo perché amava il suo lavoro, aveva un buon rapporto con i colleghi, aiutava tutti e a volte faceva il doppio turno per aiutarli nel momento del bisogno. Tutt’ora sono ancora in contatto con i colleghi».
I primi sintomi della malattia
«Nel 2016 ha iniziato a stare poco bene, aveva l’affanno. Quando lo visitò il chirurgo gli disse che aveva un versamento pleurico.
Pensava, inizialmente, che il suo malessere fosse dovuto all’età. A dicembre è scivolato e ha il dottore gli fece fare una radiografia. Aveva un versamento pleurico. Così gli consigliò di fare una TAC e lo portammo in ospedale per eseguire questo esame. In seguito lo ricoverarono per curare il versamento.
In seguito, fecero una biopsia e scoprirono che era affetto da un tumore dovuto all’esposizione a fibre e polveri di amianto: il mesotelioma. E lo operarono.
Poi iniziò la chemioterapia: fu devastante sia psicologicamente sia fisicamente. Nessuno ci ha supportato, anzi.
Nel novembre 2018 venne sottoposto a una toracotomia- decorticazione».
Una mancanza incolmabile
«Purtroppo, il tumore e la chemioterapia lo distrussero. Soffriva in silenzio per evitare che noi ci preoccupassimo. Morì da un momento all’altro, la mattina non riusciva neanche a parlare e la sera è deceduto.
La sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile nel mio cuore e in quello dei suoi figli. Quando tornava a casa mi portava sempre un fiore. Una rosa, un fiore di campo. Aveva sempre un pensiero gentile per me. Sono a volte le piccole cose a fare la differenza. E la sua presenza costante e paziente nella nostra vita. Ora Gianluca, il più piccolo ha 30 anni e la morte del padre è stata molto traumatica per lui.
La sua ironia era la luce per me. Amava molto la natura, gli animali.
Sento continuamente la sua mancanza. “Quando non ci sarò più chi ti farà ridere?” mi diceva. Mi mancano i sorrisi che ogni giorno mi illuminavano d’amore, i suoi abbracci, il suo vedere sempre il lato positivo delle cose. La casa è vuota senza di lui».
La scia di morti a causa dell’esposizione ad amianto in Marina
“Continua la strage di mesoteliomi tra coloro che hanno svolto servizio nella Marina Militare. Auspichiamo che si portino a termine le bonifiche e si risarciscano le vittime come più volte richiesto dall’Ona” – ha rilevato Bonanni.
Purtroppo, l’amianto è ancora presente in Italia. Molti sono stati e sono tutt’ora esposti. L’Ona continua a lavorare anche per aggiornare la mappatura attraverso l’app http://app.onanotiziarioamianto.it. Si può richiedere assistenza al link https://www.osservatorioamianto.it/assistenzalegale/ o al numero verde gratuito 800 034 294.
Bisogna denunciare per far sì che nulla rimanga impunito.