La “Shakti dei Fiori” è una pratica che unisce antiche tradizioni indiane con una sensibilità moderna verso la connessione tra natura e spiritualità, ponendo l’attenzione sull’energia divina femminile che scorre nel mondo e che trova espressione nella bellezza e nella forza simbolica dei fiori. La parola “Shakti”, di origine sanscrita, rappresenta la potenza creativa e dinamica dell’universo, l’energia vitale che anima tutto ciò che esiste, e viene associata alle dee induiste che incarnano diversi aspetti del femminile sacro, come Durga, Kali e Saraswati. Questa forza non è solo il motore di ogni vita, ma anche un principio trasformativo capace di portare guarigione e crescita spirituale. Scopriamo le sue origini
La nascita della Shakti dei Fiori
La “Shakti dei Fiori” ha trovato un terreno particolarmente fertile ad Auroville, la città sperimentale fondata nel 1968 nel sud dell’India da Sri Aurobindo e dalla sua collaboratrice spirituale Mirra Alfassa, conosciuta come “La Madre.” Questo insediamento ha preso forma come un laboratorio sociale e spirituale, un luogo dove le barriere culturali e sociali si sono dissolte, lasciando spazio a una ricerca condivisa di armonia universale e crescita dell’anima.
In questo contesto, La Madre, profondamente influenzata dalla filosofia di Sri Aurobindo, ha visto nei fiori non solo oggetti di contemplazione estetica, ma manifestazioni della “Shakti,” la forza creativa femminile dell’universo e simboli viventi di potenziale spirituale e di elevazione.
La Madre ha studiato e interpretato queste “gemme” della natura, attribuendo a ciascuno una qualità o un’energia specifica – come pace, amore, coraggio, verità – e ha invitato chi li contemplava o li utilizzava nelle pratiche spirituali a risvegliare in sé tali virtù. La pratica è diventata quindi un metodo per accedere a energie sottili, catalizzatrici dello sviluppo interiore e dell’armonizzazione dell’individuo con il tutto.
I fiori per Mirra Alfassa e per la comunità aurovilliana
Utilizzando i fiori nelle meditazioni e nelle pratiche quotidiane, gli abitanti di Auroville e i seguaci della filosofia di Sri Aurobindo e La Madre hanno intrapreso un percorso di armonizzazione profonda, che abbraccia il corpo, la mente e l’anima. Questa educazione trascende il mero apprendimento intellettuale: è un’esperienza totale che coinvolge tutte le dimensioni dell’essere, risvegliando e affinando capacità fisiche, mentali, emotive e spirituali. Ogni esemplare, con la sua unicità di forma, colore e profumo, diventa un simbolo di un diverso stato interiore, un compagno di viaggio nel cammino verso la scoperta di sé e l’elevazione spirituale.
I fiori, nel contesto di questa pratica, si caricano di significati profondi e archetipici. Il gelsomino, con la sua delicatezza e il profumo soave, evoca l’idea di purezza e amore divino, un invito a sintonizzarsi con una vibrazione di innocenza e candore. Il loto, invece, che riesce a fiorire incontaminato anche nelle acque fangose, è il simbolo di una forza trascendente, della capacità dell’essere umano di elevarsi sopra le difficoltà e mantenere intatta la propria integrità, indipendentemente dalle avversità esterne.
Meditazione e coinvolgimento dei sensi
Nelle meditazioni, il contatto visivo e olfattivo con i fiori stimola un dialogo silenzioso tra l’individuo e l’essenza degli stessi, risvegliando potenzialità latenti e attivando un processo di purificazione interiore. Il colore e la forma del fiore non sono scelti casualmente: ogni sfumatura cromatica, dal bianco del gelsomino al rosa delicato della rosa, è portatrice di un’energia specifica, destinata a risvegliare una qualità dell’animo umano. La rosa, spesso simbolo di amore e compassione, incoraggia ad aprire il cuore, accogliendo gli altri con gentilezza e calore.
Questo percorso di “educazione floreale” diviene così un ponte tra la vita ordinaria e quella spirituale, ricordando agli individui l’importanza di coltivare virtù profonde come la compassione, la resilienza, l’aspirazione e la purezza. L’approccio si estende anche alle dinamiche comunitarie di Auroville: i fiori non solo rappresentano ideali personali, ma anche valori collettivi che contribuiscono all’armonia e alla coesione sociale. In questo modo, ogni fiore diventa un maestro silenzioso, una guida verso un’esistenza più consapevole e una vita intrisa di significato e bellezza.
Benefici della pratica
Questa pratica ha anche dimostrato un notevole potenziale terapeutico, sia a livello emotivo sia spirituale. La “Shakti dei Fiori” si rivela particolarmente benefica per coloro che cercano una connessione più profonda con il proprio femminile interiore, inteso non solo come genere, ma come energia ricettiva, intuitiva e creativa. Attraverso l’utilizzo dei fiori, la disciplina consente di lavorare su emozioni bloccate, traumi e ferite dell’anima, portando una nuova luce su parti di sé che erano rimaste in ombra. È un processo di guarigione che si svolge con delicatezza, rispettando i ritmi naturali dell’individuo e permettendo alla persona di riscoprire la propria integrità interiore.
I fiori diventano strumenti didattici e spirituali, simboli tangibili di valori come la pazienza, la determinazione, la compassione e l’amore universale, e facilitano un apprendimento che va al di là della mente razionale per abbracciare l’essenza stessa della persona.
La “Shakti dei Fiori” rappresenta, quindi, un invito a riscoprire l’energia sacra del femminile e a lasciarsi trasformare dalla sua forza sottile ma potente. Non si tratta solo di osservare la bellezza dei fiori, ma di riconoscerli come guide e alleati nel cammino spirituale, capaci di risvegliare qualità nascoste, di purificare il cuore e di aprire la mente a una visione più ampia e luminosa della vita. In questo senso, la pratica della “Shakti dei Fiori” risuona profondamente con la visione di Auroville come luogo di crescita e di armonia, dove ogni essere umano può sviluppare la propria essenza in un ambiente di pace, bellezza e unità con il tutto.