Immunoterapia: cos’è e nuove frontiere della lotta al cancro

L’immunoterapia costituisce una rivoluzionaria innovazione nella battaglia contro il cancro e altre patologie. Questo esaustivo articolo esaminerà le distinzioni tra l’immunoterapia attiva e passiva, le più recenti frontiere in campo immunoterapico, i risultati conseguiti finora, i vantaggi e gli svantaggi delle varie terapie, i migliori istituti per l’immunoterapia in Italia e in Europa, oltre al ruolo dell’immunoterapia nella lotta contro le patologie legate all’amianto.

L’immunoterapia sta emergendo come un prospettico approccio nella gestione delle malattie legate all’amianto, come il mesotelioma, che solitamente si dimostrano ostiche da trattare e spesso presentano prognosi infauste. L’immunoterapia potrebbe aprire nuove possibilità terapeutiche per questi pazienti, poiché sollecita il sistema immunitario a individuare e eliminare le cellule malate.

L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) di cui il Dipartimento Responsabilità Medica fa parte, è da tempo impegnato nella lotta contro l’amianto, fornendo assistenza medica, supporto psicologico e assistenza legale alle persone esposte che sviluppano malattie legate all’amianto.

Contattando il numero telefonico dell’ONA (800 034 294), è possibile ottenere una consulenza gratuita che include informazioni sulle più recenti novità in campo immunoterapico per il cancro.

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Tutela medica e tutela legale

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    Introduzione all’Immunoterapia: che cos’è?

    L’immunoterapia è una strategia medica che sfrutta il sistema immunitario del paziente per combattere le malattie. L’idea di base consiste nell’incoraggiare il sistema immunitario o nel potenziarlo in modo che sia in grado di identificare e combattere le cellule malate o gli agenti patogeni.

    Questo innovativo approccio terapeutico è ampiamente utilizzato in diverse tipologie di tumori ed è stato dimostrato efficace nell’ambito dei tradizionali protocolli terapeutici, tra cui chemioterapia, radioterapia e interventi chirurgici. Spesso, l’immunoterapia è infatti combinata ad altre terapie al fine di incrementare le probabilità di successo e guarigione nei pazienti affetti da patologie oncologiche.

    Questa terapia immunologica ha dimostrato notevoli risultati nel trattamento del cancro.

    Tuttavia, è importante tenere presente che l’efficacia dell’immunoterapia può variare notevolmente da paziente a paziente e in base al tipo di malattia. La ricerca è in corso per comprendere meglio i meccanismi di risposta e per sviluppare trattamenti più mirati.

    Come funzionano le terapie immuno-oncologiche?

    Alla base dell’immunoterapia c’è la comprensione del comportamento delle cellule tumorali. Nel corso del XX secolo alcuni ricercatori hanno individuato il meccanismo con cui tali cellule sfuggono alla rilevazione del sistema immunitario del corpo. Nel tempo, sono stati identificati i processi di elusione immunitaria e le caratteristiche genetiche che regolamentano il comportamento delle cellule tumorali.

    In breve, la maggior parte delle cellule tumorali inibisce la risposta immunitaria dell’organismo, permettendo loro di proliferare e diffondersi nei tessuti circostanti, causando la formazione di metastasi.

    L’immunoterapia contro il cancro impiega farmaci mirati specificamente a bersagli predefiniti. Questo approccio personalizzato aiuta i pazienti a ottenere terapie altamente efficaci, poiché tali trattamenti si basano sulle caratteristiche specifiche del tumore del singolo paziente.

    Ciò rientra nella categoria della medicina di precisione, che ha migliorato il profilo di sicurezza dei farmaci, poiché le terapie a bersaglio molecolare provocano effetti collaterali minimi grazie alla loro azione mirata sulle molecole coinvolte nella patologia tumorale.

    A differenza della chemioterapia e della radioterapia, questi farmaci non danneggiano gli organi sani, riducendo al minimo gli effetti indesiderati.

    Immunoterapia: distinzioni tra Attiva e Passiva

    Come precedentemente affermato, ha l’obiettivo di rinforzare il sistema immunitario del paziente per contrastare le cellule tumorali. Ciò viene conseguito mediante diverse strategie che impiegano tecniche di DNA ricombinante e avanzate strumentazioni di ricerca.

    L’immunoterapia può essere suddivisa principalmente in due categorie: l’immunoterapia attiva e l’immunoterapia passiva.

    Nella passiva, il farmaco agisce direttamente sulle cellule tumorali. Si somministrano al paziente anticorpi o specifiche cellule del sistema immunitario capaci di contrastare la malattia. Un esempio è rappresentato dall’utilizzo di anticorpi monoclonali che si dirigono verso obiettivi specifici come le cellule cancerogene.

    Invece, nell’immunoterapia attiva, il medicinale stimola il sistema immunitario a reagire e difendersi dal tumore attraverso l’impiego di vaccini o sostanze chimiche. Esempi di questo approccio includono i vaccini anti-cancro che insegnano al sistema immunitario a riconoscere specifici antigeni presenti sulle cellule tumorali.

    immunoterapia

    Quali sono le varie tecniche usate in immunoterapia?

    Le varie tecniche dell’immunoterapia coinvolgono l’utilizzo di strategie distinte:

    1. Anticorpi monoclonali: questo metodo utilizza molecole in grado di legarsi alle proteine esposte dalle cellule tumorali, rendendo così le cellule cancerogene più evidenti e suscettibili all’attacco del sistema immunitario.
    2. Cellule CAR-T: in questa modalità terapeutica, si apportano modifiche in laboratorio ai linfociti T (cellule del sistema immunitario) affinché possano identificare e attaccare in modo specifico le cellule tumorali.
    3. Vaccini a mRNA: questa tecnologia, simile a quella impiegata per creare i vaccini contro il coronavirus, utilizza molecole di mRNA per influenzare il comportamento delle cellule, stimolando così il sistema immunitario a combattere le cellule cancerogene.

    Alcuni esempi comuni di anticorpi monoclonali somministrati ai pazienti includono Atezolizumab, Crizotinib, Durvalumab, Ipilimumab, Nivolumab, Nintedanib e Pembrolizumab.

    Quali sono le nuove frontiere dell’immunoterapia?

    Quali sono dunque le nuove frontiere dell’immunoterapia? Le nuove frontiere dell’immunoterapia comprendono:

    Terapie CAR-T: queste terapie implicano la modifica delle cellule T del paziente in laboratorio per riconoscere e attaccare le cellule tumorali. Tale approccio è stato approvato per il trattamento di alcuni tipi di leucemia e linfoma.

    Terapie Checkpoint Immunitari: mirano a proteine come il PD-1 e il CTLA-4, che hanno rivoluzionato il trattamento del cancro. Questi farmaci bloccano le proteine che frenano il sistema immunitario, consentendo alle cellule T di attaccare le cellule tumorali. Sono stati ottenuti risultati notevoli in pazienti affetti da melanoma, cancro al polmone e altre tipologie di cancro.

    Vaccini Personalizzati contro il Cancro: sono sviluppati utilizzando campioni di cellule tumorali prelevate direttamente dal paziente e insegnano al sistema immunitario a riconoscere e combattere specifiche cellule tumorali. Questa tecnologia è ancora in fase di studio e potrebbe aprire nuove possibilità di trattamento.

    Pro e Contro dell’Immunoterapia: quali sono?

    Vantaggi (Pro):

    1. Meni effetti collaterali gravi: rispetto a molti trattamenti convenzionali come la chemioterapia, l’immunoterapia tende a causare meno effetti collaterali gravi.
    2. Risposta duratura: in alcuni casi, l’immunoterapia ha portato a remissioni a lungo termine, un risultato raramente osservato con altri trattamenti.
    3. Ampia gamma di malattie: l’immunoterapia ha dimostrato un potenziale nel trattamento di una vasta gamma di malattie, non solo il cancro, ma anche malattie autoimmuni e infettive.

    Svantaggi (Contro):

    1. Costosa: alcuni trattamenti di immunoterapia possono essere costosi.
    2. Non funziona per tutti: l’efficacia dell’immunoterapia varia da paziente a paziente e da malattia a malattia.
    3. Effetti collaterali: anche se sono meno gravi rispetto a molti trattamenti convenzionali, l’immunoterapia può causare effetti collaterali come affaticamento, reazioni cutanee e altri effetti collaterali più gravi.

    Quali sono gli effetti collaterali dell’immuno-oncologia?

    Gli effetti collaterali dell’immunoterapia possono variare notevolmente da persona a persona e dipendono dal tipo di immunoterapia utilizzata, dalla dose, dalla durata del trattamento e dalle caratteristiche individuali del paziente. È fondamentale una comunicazione aperta e continua con il medico per garantire un trattamento sicuro ed efficace.

    Tra questi figurano:

    1. Problemi endocrini: alcuni trattamenti immunoterapici possono influenzare le ghiandole endocrine, causando ipotiroidismo o iperattività della ghiandola pituitaria.
    2. Problemi polmonari: alcuni pazienti possono sviluppare problemi polmonari, come tosse, difficoltà respiratorie o polmonite.
    3. Epatici: in alcuni casi, l’immunoterapia può influenzare la funzionalità del fegato, causando un aumento degli enzimi epatici nel sangue.
    4. Problemi renali: l’immunoterapia può influenzare la funzionalità renale in alcuni pazienti, causando un aumento dei livelli di creatinina nel sangue.
    5. Disturbi della Tiroide: alcuni trattamenti immunoterapici possono influenzare la funzionalità della tiroide, portando a ipotiroidismo o ipertiroidismo.

    I migliori centri per l’immunoterapia in Italia ed Europa

    Numerosi centri utilizzano l’immunoterapia nelal cura del cancro e di altre malattie. Qui di seguito elenchiamo alcuni dei migliori centri per l’immunoterapia in Italia e in Europa.

    1. Istituto Nazionale dei Tumori (INT), Milano, Italia: un centro di ricerca e trattamento oncologico di prim’ordine in Europa, che offre una vasta gamma di terapie di immunoterapia.
    2. Gustave Roussy, Villejuif, Francia: uno dei maggiori centri oncologici in Europa noto per le terapie avanzate di immunoterapia.
    3. Royal Marsden Hospital, Londra, Regno Unito: un importante ospedale oncologico noto per la ricerca e il trattamento avanzato del cancro, tra cui l’immunoterapia.

    Immunoterapia e cura del mesotelioma da amianto

    In relazione al mesotelioma, una forma di tumore altamente aggressiva associata all’esposizione all’amianto e notoriamente resistente ai trattamenti tradizionali, sono attualmente in corso molteplici ricerche sull’utilizzo della terapia immuno-oncologica.

    Nel trattamento del mesotelioma pleurico, una variante che colpisce la membrana pleurica dei polmoni, l’immunoterapia ha evidenziato risultati promettenti. Anche se gli studi in questo ambito sono meno numerosi per il mesotelioma peritoneale, che colpisce la membrana addominale, si stanno facendo notevoli progressi.

    Diversi metodi di immunoterapia sono impiegati nel trattamento del mesotelioma, tra cui:

    1. Inibitori delle vie di controllo immunitario: questi farmaci, noti come inibitori delle vie di controllo, come Opdivo (nivolumab) e Yervoy (ipilimumab), assistono il sistema immunitario nell’identificare e distruggere le cellule tumorali, promuovendo la produzione di linfociti T.
    2. Vaccini antitumorali: questi vaccini sono progettati per stimolare il sistema immunitario a riconoscere specifiche molecole presenti sulle cellule tumorali.
    3. Anticorpi monoclonali: medicinali come Avastin (bevacizumab) e Tecentriq (atezolizumab) puntano a bloccare proteine specifiche coinvolte nella crescita tumorale.
    4. Terapia con cellule T modificate CAR: questo metodo implica l’ingegnerizzazione in laboratorio delle cellule T del paziente per potenziarle nella scoperta e nell’attacco alle cellule tumorali.

    Immunoterapia e mesotelioma: due trattamenti a confronto

    In merito all’immunoterapia per il mesotelioma, due trattamenti ampiamente utilizzati sono la combinazione di Opdivo e Yervoy e l’impiego congiunto di Avastin e Tecentriq.

    Il trattamento con Opdivo e Yervoy ha dimostrato risultati positivi sia nei casi di mesotelioma pleurico che peritoneale. Questi farmaci collaborano sinergicamente per migliorare il riconoscimento e l’eliminazione delle cellule tumorali, oltre a stimolare la produzione di linfociti T da parte del sistema immunitario.

    Un studio clinico condotto nel 2021 ha evidenziato che i pazienti trattati con Opdivo e Yervoy hanno raggiunto una sopravvivenza media complessiva di 18,1 mesi, rispetto ai 14,1 mesi dei pazienti sottoposti a chemioterapia. Inoltre, il tasso di sopravvivenza a due anni è stato del 41% per i pazienti trattati con la combinazione di immunoterapia, rispetto al 27% nel gruppo che ha ricevuto chemioterapia.

    L’approvazione da parte della FDA e le prospettive future

    Alla fine del 2020, la Food and Drug Administration (FDA) ha dato il via libera all’utilizzo della combinazione di Opdivo e Yervoy per il trattamento del mesotelioma pleurico inoperabile, stabilendo così una terapia di riferimento per questa forma di cancro. Tuttavia, le ricerche e gli studi continueranno per valutare ulteriormente l’efficacia di questi farmaci anche nel trattamento del mesotelioma peritoneale.

    L’immunoterapia offre una nuova speranza per i pazienti affetti da mesotelioma, fornendo trattamenti mirati con risultati promettenti.