Il nostro Fair Play for Life 2025: impegno personale e collettivo

Entrato nel Salone d’Onore del CONI per l’edizione 2025 di Fair Play for Life, ho sentito il peso e la responsabilità del ruolo che ricopro. Come vicepresidente del Comitato Nazionale Italiano Fair Play e presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, vivo questa giornata come un’occasione per ribadire pubblicamente ciò in cui credo da sempre. Ossia che l’etica è una pratica quotidiana.

Un dovere verso il prossimo, verso i più fragili, verso una società che vuole dirsi civile.

Quest’anno la cerimonia ha assunto un significato ancora più forte. La presenza dell’originale torcia olimpica del 1960, messa a disposizione dalla famiglia Garroni, ci ha permesso di creare una “staffetta ideale” tra passato e futuro. Ruggero Alcanterini lo ha espresso perfettamente quando ha parlato di una trasmissione etica alla vigilia dell’accensione della fiamma di Milano-Cortina 2026. Guardando quella torcia, ho riflettuto su quanto sia importante custodire i valori che rappresenta: la luce che guida, la determinazione, il sacrificio, il rispetto delle regole.

Accanto a noi c’erano l’On. Roberto Novelli e il sottosegretario Paola Frassinetti, così come il direttore della Lega Mussulmana Mondiale, Abdul Aziz Sarhan, con cui è stato condiviso un significativo scambio di riconoscimenti. Momenti che rafforzano il dialogo e costruiscono ponti: elementi indispensabili in un Paese che vuole davvero combattere ogni forma di violenza.

La coincidenza con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – ha reso ogni parola più urgente.

Non è possibile parlare di fair play senza parlare di rispetto. E senza parlare di violenza, quando questo rispetto viene negato. L’ho detto con chiarezza: il fair play è l’esatto opposto della violenza. Ed è un dovere continuare a difendere la legalità e la buona fede in ogni contesto, scolastico, sportivo, istituzionale, familiare.

Ho voluto sottolineare anche un riconoscimento per me importante: quello al giornalista e ambientalista Luigi Abbate, coordinatore ONA per la Regione Puglia ed ex presidente del Consiglio Comunale di Taranto. La sua attività testimonia come etica, impegno ambientale e responsabilità civica siano legate in modo indissolubile.

Molti interventi hanno arricchito il dibattito

Il giudice Fabio Massimo Gallo ha ricordato che il fair play non è facoltativo, non è un gesto estetico: è un “abito mentale”. Una definizione che condivido profondamente. Paola Vegliantei ha parlato dell’importanza dell’educazione nelle scuole, soprattutto dove la famiglia non può fare da sola. E il consigliere della Corte di Cassazione Nicola De Marinis ha espresso un concetto che trovo imprescindibile: la violenza non si combatte solo con le leggi, ma ricostruendo il tessuto culturale che tiene insieme la società e che restituisce alla donna il pieno riconoscimento della sua dignità.

Gli amministratori locali hanno portato un contributo concreto.

Il sindaco Renato Mariotti ha ricordato che la radice della violenza è culturale, e che il cambiamento deve iniziare dalle aule scolastiche: un impegno che porto avanti anch’io da anni, perché so quanto l’educazione possa prevenire il dolore.

Molto toccanti anche le testimonianze dal mondo dello sport

Giuliana Salce, campionessa mondiale di marcia, ha parlato della necessità di portare i valori del fair play nei percorsi educativi, invitando le istituzioni a non lasciare sole le donne che soffrono. Sono parole che risuonano nella mia esperienza quotidiana, perché troppo spesso incontro famiglie – e soprattutto donne – lasciate a combattere da sole.

Gli omaggi a figure come Luciana Marcellini, alla tifoseria Brigata Rualis, a Gaetano Montico, alla dottoressa Laura Mazza e a Luisa Rizzitelli hanno dato ulteriore voce alla pluralità dei mondi che scelgono il fair play come guida: sport, circo, giornalismo, associazionismo, educazione.

Anche il mondo militare ha offerto un contributo di grande valore

Il generale Federico Sepe ha presentato il calendario del centenario dell’UNUCI, ricordando come i valori di disciplina, etica e servizio siano perfettamente compatibili con il nostro ideale di fair play. Pasquale Trabucco ha sottolineato che essere “insieme agli altri e per gli altri” è ciò che dà senso allo spirito di servizio. E il generale Giampiero Cardillo, da sempre vicino all’ONA, ha espresso con grande forza un concetto che condivido pienamente: essere presenti significa essere al fianco delle fasce più deboli. Il fair play è amore verso il prossimo. E l’amianto resta una vera emergenza internazionale che possiamo più permetterci di ignorare.

Sanità e assistenza

Con il contributo della Fondazione ENPAM 5×1000, ha richiamato l’importanza di un impegno sociale volto alla prevenzione, all’assistenza, all’inclusione. Elementi che considero parte integrante della stessa idea di fair play, perché non c’è etica senza tutela della vita e della salute.

Il saluto di Mario Virgili ha portato un ulteriore richiamo all’etica e alla responsabilità, mentre i riconoscimenti ad Attilio Parisi, alla professoressa Anna Giugliano, a Gianluca Guerrisi, a Giulio Civitella, a Fausto Zilli, a Marco Praticò e al primario Massimiliano Iannuzzi Mungo hanno ricordato che il fair play non ha confini e può incarnarsi in storie, mestieri e sensibilità differenti.

La forza dell’arte

Emozionante il contributo della soprano Lucia Rubedo: ha cantato l’inno nazionale ed europeo chiudendo l’evento con una forza che solo l’arte può restituire.

In questa edizione ho percepito in modo ancora più forte il senso dell’impegno che ci unisce. Fair Play for Life è una torcia ideale che passa di mano in mano. È responsabilità, un percorso condiviso che ci impegna a costruire una società più giusta, fondata sulla protezione dei più deboli e sulla dignità di ogni essere umano.

E io, personalmente, continuerò a portarla avanti. Finché la luce resterà accesa.

Autore: Ezio Bonanni