Le regioni italiane in cui, nel 2022, ci sono stati i tassi più alti di nuove diagnosi di Hiv sono Lazio (4,8 per 100 mila abitanti), Toscana (4,0) e Abruzzo, ex aequo con la Campania (3,9).
Quasi il 79% di queste nuove diagnosi ha riguardato il genere maschile. I rapporti sessuali (43% eterosessuali, 41% MSM) hanno rappresentato la principale modalità di contagio. I contagi attribuibili a persone che usano sostanze stupefacenti sono il 4,3%.
I dati sono quelli dell’aggiornamento della sorveglianza nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), pubblicati in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids che si celebra l’1 dicembre da 35 anni.
HIV: il quadro aggiornato in Italia nel 2023
Se il quadro regionale dell’ultimo anno dipinge un trend in aumento, quando si allarga lo sguardo la prospettiva cambia.
Infatti se è vero che in generale le nuove diagnosi (1.888 nuovi casi) sono aumentate del 2% nel 2022 rispetto al 2021 e del 34% rispetto al 2020, il dato del 2022 risulta del 25% più basso rispetto al 2019, che è l’anno pre-pandemia di riferimento. Rispetto a dieci anni fa, inoltre, i casi sono più che dimezzati.
Relativamente al dato del 2020, è però da tenere presente che quello era l’anno della pandemia e dei lockdown. In quel periodo si è registrato infatti un vero e proprio crollo delle diagnosi: -44% su base annua.
In crescita anche il numero di persone che vivono con l’Hiv, passato tra il 2012 e il 2021 da 127 mila a 142 mila (+12%).
I contagi in Europa: +30% rispetto al 2021
L’Italia va bene anche rispetto al resto dell’Europa. La Penisola infatti ha fatto registrare 3,2 nuovi casi per 100 mila abitanti, un’incidenza inferiore rispetto a quanto si osserva in Europa, che conta 5,1 casi per 100 mila abitanti.
Nel 2022 nei Paesi dell’Unione Europea e dello spazio economico europeo le nuove diagnosi registrate sono state 22.995. Un brusco aumento – del 30,8% – rispetto al 2021, quando le diagnosi erano state pari a 3,9 ogni 100mila abitanti.
Anche in questo caso, però, rispetto al periodo pre-pandemia, i contagi sono in calo del 3,8%. In linea con quanto accaduto in Italia e probabilmente un segno del fatto che con l’eliminazione delle restrizioni del Covid e della normalità negli ospedali, le persone hanno ripreso a controllarsi.
I dati fanno parte del rapporto “Hiv/Aids surveillance in Europe” redatto dallo European Centre for Disease Prevention and Control e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Sempre secondo il rapporto, più del 90% dei contagi avviene per via sessuale (46,3% etero e 45,8% omosex). Il 5,9% dei contagi invece è legato all’uso di droghe per via iniettiva.
Circa la metà sono diagnosi tardive: si vede dal livello di linfociti Cd4, inferiore a 200, che indica un’infezione in stadio avanzato.