Guerra in Ucraina: disperse fibre di amianto

“Morti e malattie anche in futuro a causa della distruzione, durante la guerra, degli edifici realizzati in asbesto in Ucraina”

L’avvocato Ezio Bonanni, presidente ONA interviene oggi durante la cerimonia al Campidoglio

La guerra in Ucraina, oltre a mietere vittime sarà causa di morte e malattie anche in futuro. Non solo per le emissioni e per l’uranio impoverito, ma soprattutto per la dispersione di fibre di amianto dovuta alla distruzione degli edifici realizzati con l’asbesto. È quanto ha dichiarato oggi il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto intervenuto oggi in Campidoglio alla cerimonia “Fair Play for Peace” organizzata da European Fair Play Movement (EFPM) e CNIFP in occasione del 65esimo anniversario della firma del Trattato di Roma: “Questa guerra causerà tanti morti anche negli anni a venire. Tornata dopo decenni in Europa, distrugge non solo i popoli e le nazioni, ma anche i territori, e pregiudica tutto il pianeta perché causa anche un forte inquinamento – ha spiegato.

Ezio Bonanni presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto


Non c’è solo l’amianto, tante altre sostanze cancerogene come l’uranio impoverito, il mercurio e l’arsenico stanno contaminando i terreni, le falde e l’aria, a cui si aggiungono le emissioni in atmosfera dovute al passaggio di mezzi che bruciano carburante e le sostanze nocive rilasciate dalle deflagrazioni”. Conclude l’avvocato Ezio BonanniDobbiamo tornare al rispetto, al dialogo, alla mediazione. Senza la pace non ci sono i presupposti per un futuro ed una vita degna di essere vissuta”.  

La guerra: strumento di morte e prevaricazione

Le guerre sono sempre state da secoli un cruento strumento dell’uomo per il possesso, il dominio e il potere. Hanno portato morte e distruzione non solo nei Paesi attaccati ma anche in coloro che hanno provocato, invece di mediare, una strage che ha portato allo spargimento di sangue e violenza. Ferite nell’animo indelebili per coloro che hanno assistito, per le donne e i bambini e per il Pianeta. In guerra l’uomo, ancora oggi, perde completamente la sua “umanità” commettendo atti brutali e calpestando la dignità. Non solo dei Paesi attaccati ma anche di sé stesso. Una guerra che porta guerra. Un circolo vizioso di morte che si sussegue da secoli in cui non ci sono né vincitori né vinti. Perché, alla fine, la perdita sarà sempre irreparabile.
L’uomo che crea e distrugge. Sé stesso, i suoi simili e il Pianeta.
Il cambiamento: è questo l’obiettivo da perseguire.

Il male radicato nell’uomo: “Uomo del mio tempo” di Salvatore Quasimodo

A tal proposito scriveva nel 1946 il celebre poeta Salvatore Quasimodo nella poesia “Uomo del mio tempo” una riflessione sulla crudeltà dell’essere umano portatore di morte, già da tempi biblici, come accenna parlando del fratricidio.
E la guerra che da secoli ripetutamente ritorna, in modo ancora più cruento. Un essere umano privo di “umanità” che ha perso ogni valore e invece di discostarsi da quello che hanno fatto “i padri” nelle guerre non fa che ripetere, in maniera ancor più cruenta e con ordigni di distruzione sempre più evoluti, crudeltà e orrore.

Uomo del mio tempo

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.

E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

Dalla raccolta Giorno dopo giorno, pubblicata nel 1946.





Autore: Ilaria Cicconi