Dove effettuare visite ed esami gratuiti in occasione della giornata mondiale del cuore e quali sono le nuove terapie pre e post infarto
Secondo i dati pubblicati dall’Oms nel 2022 19,8 milioni di persone sono morte a causa delle malattie cardiovascolari (circa il 32% di tutte le morti globali). Di questi decessi, l’85% è stato provocato da attacchi di cuore e ictus. Delle 18 milioni di morti premature (sotto i 70 anni) dovute a malattie non trasmissibili nel 2021, il 38% è stato causato dalle malattie cardiovascolari.
Le malattie del sistema circolatorio, che includono quelle ischemiche del cuore, cerebrovascolari e le altre patologie cardiache, rappresentano la prima causa di morte in Italia: 30,9% di tutti i decessi. Per questo, in occasione della Giornata mondiale del cuore sarà possibile effettuare visite specialistiche ed esami diagnostici gratuiti, ci saranno eventi e sarà distribuito materiale informativo. Queste iniziative sono state promosse negli ospedali con il Bollino Rosa ( per la ricerca cliccare https://bollinirosa.it/ospedali/).
Sono oltre 150 le strutture che aderiscono a questa iniziativa e tutti i servizi sono consultabili sul sito dove sarà possibile selezionare la regione, la provincia d’interesse per visualizzare l’elenco degli ospedali aderenti.
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità
Secondo i dati preliminari diffusi oggi dall’Istituto Superiore di Sanità il 7,7% degli uomini e il 2,6% delle donne in Italia avrà un infarto del miocardio o un ictus nei prossimi 10 anni.
Attenzione ai fattori di rischio
Quando si parla di patologie cardiovascolari purtroppo si pensa poco alla prevenzione che, invece, è fondamentale. Come rivelano i dati riportati dall’Istituto Superiore di Sanità sono 4 su 10 gli italiani con almeno tre fattori di rischio cardiovascolare: la sedentarietà, il fumo, l’eccesso ponderale, il consumo di almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno o patologie come il diabete, l’ipertensione o l’ipercolesterolemia. Per questo è importante puntare sulla prevenzione e agire sui fattori di rischio su cui è possibile intervenire come l’ipertensione, l’elevato livello di colesterolo, diabete di tipo 2, fumo e uso di droghe. Un elemento da non sottovalutare, secondo gli esperti, è la necessità di seguire attentamente e adeguatamente le terapie prescritte dallo specialista e adottare un regime di vita sano (alimentazione e sport).
Le nuove tecniche interventistiche cardiochirurgiche
Come ha affermato Lorenzo Menicanti, Presidente della Rete Cardiologica IRCCS del Ministero della Salute, negli ultimi quindici anni l’ambito clinico ha registrato risultati significativi riguardo le malattie cardiovascolari in particolare lo scompenso cardiaco. Nonostante queste patologie rimangano la prima causa di morte in Italia “le nuove molecole farmacologiche stanno davvero cambiando la pratica clinica: dalla cardiomiopatia ipertrofica al colesterolo familiare, passando per farmaci che modulano diabete e grasso viscerale, l’aspettativa e la qualità di vita dei pazienti sono migliorate sensibilmente” ha affermato.
L’iniziativa di prevenzione cardiovascolare finanziata dal Parlamento
Il progetto CVrisk.it consiste nella raccolta di analisi e dati di circa 30mila cittadini di età compresa tra i 40 e gli 80 anni senza precedenti patologie cardiache o diabete, per identificare i profili di rischio.
Evidenziare le aree più a rischio
Grazie a questa ricerca e agli strumenti digitali queste analisi, comprendendo una grande quantità di dati, saranno in grado di evidenziare le zone del Paese in cui i soggetti sono più colpiti a causa di fattori sociali o ambientali come alimentazione e inquinamento.
Le terapie mininvasive
Esistono nuove terapie a base di anticorpi monoclonali ma purtroppo sono ancora limitate. Potrebbero, con il tempo, dare un’importante svolta nell’approccio terapeutico personalizzando le cure e rispettando il più possibile la fisiologia.
Uno studio post infarto dei medici e ricercatori Unife pubblicato sul New England Journal of Medicine
In progetto “Pipeline” è dedicato alla prevenzione secondaria dopo l’infarto miocardio ed evidenzia come attraverso un percorso ambulatoriale gratuito in un complesso ospedaliero è possibile ridurre in modo significativo la mortalità e la riospedalizzazione migliorando la qualità della vita.
Secondo i dati pubblicati sulla rivista New England Journal of Medicine dopo un anno di programma, i pazienti seguiti con il modello ‘Pipeline’ hanno mostrato un calo del 43% di mortalità o nuovi ricoveri rispetto a chi ha ricevuto solo le raccomandazioni standard sulle corrette abitudini di vita. Lo studio, coordinato da un gruppo di medici e ricercatori Unife, si è svolto in sette centri dell’Emilia-Romagna e ha preso in considerazione 512 persone di età compresa fra 75 e 84 anni. Il programma ‘Pipeline’ è semplice, di basso costo e offre una speranza per migliorare il processo di cura delle persone anziane che sempre più frequentemente accedono ai reparti di Cardiologia in Italia e nel mondo.
FONTI: Istituto Superiore di Sanità (ISS)