Casco refrigerante per la perdita dei capelli

La chemioterapia è ancora uno dei trattamenti più usati nella cura del cancro. Al momento esistono trattamenti più mirati e molto efficaci, come l’immunoterapia. Non sempre però sono adatti al tipo di tumore e al paziente. La chemio, sappiamo che comporta effetti collaterali significativi, tra questi la perdita dei capelli.

La caduta dei capelli, o alopecia, può sembrare un effetto collaterale di poca importanza. Comporta invece un carico emotivo difficile da gestire e affrontare. In questo articolo scopriamo quali sono i farmaci chemioterapici che non fanno cadere i capelli e soprattuto che esiste una soluzione che può aiutare a prevenire questo effetto collaterale: il casco refrigerante.

Cos’è il casco refrigerante per la perdita dei capelli?

Il casco refrigerante, noto anche come sistema di raffreddamento del cuoio capelluto, è un dispositivo medico progettato per ridurre o prevenire la perdita dei capelli nei pazienti sottoposti a chemioterapia. Il dispositivo consiste in un casco che viene indossato sulla testa e che raffredda il cuoio capelluto durante e dopo la somministrazione della chemioterapia.

Il casco refrigerante rappresenta una speranza importante per molti pazienti in chemioterapia. La perdita dei capelli infatti provoca una perdita dell’autostima e il peggioramento delle relazioni sociali. Inoltre, mantenere i capelli può aiutare i pazienti a mantenere un certo grado di normalità e privacy durante un periodo difficile.

Questo tipo di dispositivo non garantisce la prevenzione totale della perdita dei capelli. Offre però una soluzione valida che ha dimostrato di essere efficace per molti. La decisione di utilizzare il casco refrigerante va sempre presa con il proprio oncologo, valutando i potenziali benefici e le specificità del trattamento chemioterapico in corso. Il casco infatti non è efficace con tutti i tipi di farmaci chemioterapici.

Meccanismo di Azione: come funziona il casco refrigerante?

Il casco refrigerante funziona attraverso il principio della vasocostrizione. Ecco come:

  1. Riduzione del flusso sanguigno: raffredda il cuoio capelluto e provoca una riduzione del flusso sanguigno ai follicoli piliferi. In questo modo lomita la quantità di farmaco chemioterapico che raggiunge i follicoli.
  2. Riduzione del metabolismo dei follicoli piliferi: il raffreddamento rallenta il metabolismo delle cellule nei follicoli piliferi, rendendole meno sensibili ai danni indotti dalla chemioterapia.

La combinazione di riduzione del flusso sanguigno e del metabolismo cellulare crea un ambiente più protetto per i follicoli piliferi, riducendo così la probabilità di caduta dei capelli.

Efficacia del Casco Refrigerante: quando e quanto funziona?

L’efficacia varia, come già accennato, a seconda di diversi fattori. Tra questi il tipo di chemioterapia utilizzata, la dose del farmaco, e le caratteristiche individuali del paziente.

Studi clinici e risultati di efficacia

Gli studi clinici e i commenti dei pazienti riportano un buon tasso di successo. Guardiamolo nel dettaglio:

  • Tassi di successo: i tassi di successo riportati nei diversi studi variano, ma molti mostrano che fino al 50-70% dei pazienti che utilizzano il casco refrigerante riescono a mantenere una buona parte dei loro capelli.
  • Variabilità nei risultati: i risultati possono variare. Alcuni pazienti possono sperimentare solo una riduzione della perdita dei capelli, mentre altri possono mantenerne la maggior parte.

Quali sono i fattori che influenzano l’efficacia?

Vediamo nel dettaglio quali sono i fattori che influenzano l’efficacia del casco refrigerante.

Alcuni farmaci chemioterapici sono più aggressivi nei confronti dei follicoli piliferi di altri. In molti casi quindi è inappropriato usare questo dispositivo. Proprio per questo è bene consultare il proprio oncologo prima di scegliere e acquistare un casco refrigerante.

Perché il casco sia efficace, il livello di raffreddamento e la durata del trattamento sono cruciali. Un raffreddamento insufficiente o non uniforme può comprometterne infatti i risultati.

Anche l’aderenza del paziente all’uso del casco refrigerante secondo le istruzioni può influenzarne significativamente l’efficacia.

Modelli di casco refrigerante: quali sono?

Esistono diversi modelli di caschi refrigeranti sul mercato. Ognuno ha caratteristiche specifiche, che variano per tecnologia, comfort e prezzo. Vediamo di seguito quali e quanti modelli esistono, i costi, i migliori disponibili e come utilizzarli.

  • 1. Caschi con sistema di raffreddamento a gel

Contengono un gel refrigerante che viene pre-raffreddato in un congelatore prima dell’uso. Vengono applicati direttamente sulla testa e mantenuti freddi durante il trattamento.

Sono i più economici e facili da usare.

Necessitano però di essere sostituiti frequentemente durante la seduta di chemioterapia per mantenere la temperatura ottimale. Bisogna quindi acquistarne diversi da porre in congelatore e monitorarne la temperatura durante il trattamento.

  • 2. Caschi con sistema di raffreddamento a circolazione di liquido

Sono collegati a un macchinario che pompa un liquido refrigerante attraverso il casco, mantenendo una temperatura costante e uniforme. Hanno un maggiore controllo della temperatura, e un comfort superiore. Sono ovviamente più costosi e richiedono una macchina dedicata.

  • 3. Caschi con sistema di raffreddamento elettrico

Utilizzano componenti elettrici per raffreddare il casco, eliminando la necessità di gel o liquidi. Sono molto costosi e necessitano di alimentazione elettrica continua. Mantengono la temperatura uniforme e costante durante tutto il trattamento.

Quali sono i migliori modelli di Caschi Refrigeranti?

  • Paxman Scalp Cooling System: sistema di raffreddamento a circolazione di liquido. Utilizzato in molti ospedali, comprovata efficacia, controllo preciso della temperatura.

Prezzo: Circa 1500-2500 euro per il dispositivo, più i costi di trattamento.

  • DigniCap Scalp Cooling System: sistema di raffreddamento a circolazione di liquido con tecnologia avanzata. Vantaggi: Elevato comfort, facile da usare, approvato dalla FDA.

Prezzo: Circa 2000-3000 euro per il dispositivo, più i costi di trattamento.

  • Orbis Paxman Cold Cap: casco con sistema a gel. Più economico rispetto ai sistemi a circolazione di liquido e portatile.

Prezzo: Circa 500-1000 euro per il casco, necessità di sostituzione durante il trattamento.

  • Penguin Cold Caps: casco con sistema a gel. Facile da usare, efficacia dimostrata.

Prezzo: Circa 300-800 euro per il casco, necessità di sostituzione durante il trattamento.

Come si usa il casco refrigerante? Uso e durata del trattamento

Il casco refrigerante va usato prima, durante e dopo la chiemioterapia. In particolare deve essere indossato circa 30 minuti prima dell’inizio della seduta. Deve essere poi mantenuto per tutta la durata della somministrazione del farmaco.

Dopo la fine del trattamento deve essere indossato per ulteriori 60-120 minuti per garantire la protezione dei follicoli piliferi.

Qual è la temperatura ottimale del casco per essere efficace?

La temperatura del casco deve essere mantenuta tra -4°C e 8°C per garantire la massima efficacia.

I sistemi a circolazione di liquido e quelli elettrici offrono un controllo preciso della temperatura, mentre i caschi a gel devono essere monitorati e sostituiti regolarmente.

Comfort e fastidio: fa male? Ha effetti collaterali?

Il casco refrigerante per non perdere i capelli in chemio può essere fastidioso. Oltre al fastidio del peso sulla testa e della sensazione di freddo, in alcuni casi può causare mal di testa. In rari casi nausea dovuta al freddo sulla testa.

Ricordiamo che i caschi devono essere ben aderenti per essere efficaci, ma alcuni modelli offrono un’imbottitura aggiuntiva per migliorare il comfort.

I caschi a gel sono generalmente più leggeri, mentre quelli a circolazione di liquido e i sistemi elettrici possono essere più pesanti a causa dei componenti aggiuntivi.

Tra i possibili fastidi ci sono quindi:

All’inizio del trattamento, la sensazione di freddo può essere intensa, ma molti pazienti si abituano dopo i primi 15-20 minuti.

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